venerdì 16 aprile 2004

Cina

Corriere della Sera 16.4.04
L’eccesso d’investimenti fa aumentare i rischi di surriscaldamento economico
Cina a passo di record La crescita sfiora il 10%
Prodi: serve maggiore rispetto delle regole commerciali
di G.R.


Le misure annunciate dal governo di Pechino per raffreddare la crescita non si fanno ancora sentire. Nel primo trimestre 2004 l’economia cinese ha continuato a correre a un ritmo molto superiore a quel più 7% che viene ritenuto «sostenibile»: fra gennaio e marzo il prodotto interno lordo è infatti aumentato addirittura del 9,7% rispetto allo stesso periodo del 2003. Gli investimento fissi sono cresciuti del 43% e di altrettanto le esportazioni. Le vendite al dettaglio sono salite dell’11,1%, la produzione industriale del 19,4%, la liquidità del sistema del 19,2%. Una serie di dati, quelli resi noti ieri da Pechino, che equivalgono a un segnale d’allarme. Il boom infinito rischia di provocare un surriscaldamento dell’economia che potrebbe sfociare in un crollo, con conseguenze destabilizzanti anche negli altri Paesi asiatici. Per ora gli effetti sui prezzi al dettaglio (più 2,8% nel primo trimestre, rispetto agli stessi tre mesi del 2003) appaiono limitati, ma quelli alla produzione hanno già toccato il 3,9% e promettono di accelerare. A preoccupare è soprattutto l’impressionante crescita degli investimenti. «Un ritmo troppo elevato», ha ammesso anche il portavoce dell’ufficio cinese di statistica, Zheng Jingping. Secondo Ben Simpfendorfer, analista di Jp Morgan, «la spesa per investimenti continuerà a crescere così rapidamente per i prossimi sei mesi, e più sale più si rischia una caduta dolorosa». Alcuni economisti vedono in prospettiva problemi di scarsità d’offerta, soprattutto di materie prime, energia, materiali per costruzioni. Dal canto suo, il governo ha ribadito che intende prendere «misure decise» per frenare la corsa economica, scoraggiare l’eccesso di liquidità ed elevare gli standard di sicurezza del credito bancario. «Di certo non basta usare la leva della politica monetaria - ha spiegato alla Bbc Joan Zheng, economista della Jp Morgan di Hong Kong -. Ad un certo punto sarà necessario usare la leva fiscale per riportare gli investimenti a un livello tollerabile».
E dall’esterno crescono anche le pressioni perché la Cina, proprio per frenare la sua crescita economica record, rivaluti lo yuan rispetto al dollaro. In questo senso si è espresso ieri anche il presidente della Commissione Ue, Romano Prodi, in visita a Shanghai. Prodi ha anche criticato il «mancato rispetto» da parte di Pechino di alcuni degli obblighi assunti con l’ingresso nella Wto, l’organizzazione mondiale del commercio. «Le nuove regole introdotte sul mercato delle costruzioni, per esempio - ha spiegato - rendono quasi impossibile l’accesso alle nostre aziende».

Kataweb News
Pontedera, 15 apr 2004 - 14:46
Piaggio, accordo per 300.000 veicoli l'anno prodotti in Cina


I veicoli Piaggio verranno prodotti in Cina. Questo il risultato dell'accordo siglato oggi da Roberto Colaninno con il gruppo Zongshen. L'intesa prevede la produzione e la commercializzazione, a regime, di oltre 300 mila veicoli l'anno a tecnologia italiana pari a un valore di circa 280-200 milioni di fatturato. Piaggio e Zongshen parteciperanno con quote paritetiche del 45% la Piaggio Forshan Motorcycle, società costituita a suo tempo dal gruppo di Pontedera, con sede a Forshan nella provincia del Guandong. Il restante 10% sarà detenuto dal comune di Foshan.

Virgilio Notizie APCOM 15/04/2004 - 20:15
DIRITTI UMANI/ CINA EVITA PUBBLICA CENSURA DELLA COMMISSIONE ONU
Grazie al sostegno dei Paesi in via di sviluppo


Ginevra, 15 apr. (Ap) - La Cina ha schivato una pubblica censura per la repressione dei dissidenti e degli attivisti democratici da parte della Commissione delle Nazioni Unite sui diritti umani.
Il governo di Pechino è riuscito a ottenere il sostegno dei Paesi in via di sviluppo e a utilizzare una mozione procedurale di "non azione" per bloccare una risoluzione della delegazione dell'Onu, formata da 53 nazioni. Per l'undicesima volta la Cina è ricorsa a questa tattica ed è riuscita a evitare un dibattito al meeting annuale della Commissione.
L'ambasciatore cinese Sha Zukang ha dichiarato che non ci sono motivi validi per isolare il suo Paese, che ha un'economia molto più in crescita rispetto ai suoi accusatori. "Per reagire alle loro delusioni e alla loro gelosia, gli Stati Uniti hanno proposto questa risoluzione anti-cinese", ha affermato Sha, "la Cina non è né l'inferno né il Paradiso, ma vive solo un processo teso alla costruzione di una società con standard accettabili di vita".
Secondo l'ambasciatore, gli Usa hanno attaccato Pechino nonostante abbiano loro per primi problemi in materia di diritti umani. Sha ha citato "la famosa brutalità della polizia, la pratica delle discriminazioni razziali e la strage dei civili iracheni".

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