venerdì 23 aprile 2004

gli scienziati:
Darwin deve restare nei programmi scolastici

Repubblica 23.4.04
Genetisti, medici e ricercatori al ministro: rimediare alla soppressione dell´evoluzionismo dai programmi delle medie
Gli scienziati: non cancellare Darwin dalla scuola
Da Dulbecco a Cavalli Sforza, appello alla Moratti: limitazione culturale
di ELENA DUSI e MARIO REGGIO


Una bocciatura senza appelli, quella del gotha della scienza italiana. La mancanza di qualunque accenno alla teoria dell´evoluzione nei nuovi programmi scolastici delle medie - fissati nel decreto legislativo dello scorso febbraio - è, secondo genetisti, medici e ricercatori in genere, una lacuna gravissima: il ministero dell´Istruzione deve porvi senz´altro rimedio. Per questo alcuni fra gli scienziati più rappresentativi del nostro paese hanno firmato un appello per la modifica dei programmi di studio. Il testo completo, insieme all´elenco degli aderenti, è pubblicato in questa pagina. «Ho tenuto pochi giorni fa una conferenza in un liceo - racconta Bruno Dallapiccola - e ho trovato di fronte a me ragazzi estremamente interessati ai temi della biologia. Non si possono espungere con un tratto di penna argomenti così attuali». Massimo Pettoello-Mantovani, dagli Usa, ricorda: «Qui c´è stata una grande polemica un paio di anni fa a questo proposito. Alcuni stati hanno abolito la teoria dell´evoluzione dai programmi scolastici e gli insegnanti che hanno trasgredito le direttive sono stati addirittura licenziati. Spero che nel caso italiano si sia trattato di ignoranza: sempre meglio del fondamentalismo politico-religioso». Non si possono affiancare creazionismo e teoria dell´evoluzione nel cercare di spiegare l´origine della vita, secondo Luigi Luca Cavalli Sforza: «Il primo può ovviamente essere accettato per fede religiosa, ma non può essere considerato come ipotesi scientifica, perché nessuno ha finora saputo indicare una possibile via per poterlo falsificare. E questa è la condizione che distingue le verità scientifiche dalle altre».
Drastico anche il giudizio di Jacopo Meldolesi, presidente della Federazione Italiana Scienze della Vita, e direttore del San Raffaele Scientific Institute. «Una scelta pazzesca. Darwin ha avuto un´intuizione eccezionale, ma la teoria dell´evoluzione è stata arricchita da nuovi apporti scientifici. Una teoria fondamentale nella cultura del nostro tempo».
Non è di questo avviso il ministro dell´Istruzione Letizia Moratti, che rispondendo ad un´interrogazione presentata da sette senatori dell´opposizione ha risposto: «Le indicazioni nazionali privilegiano le narrazioni fantastiche, i cosiddetti miti delle origini, che favoriscono l´approccio del bambino al dato scientifico. Le precedenti generiche indicazioni, trattando dell´uomo e dell´ambiente, hanno portato gli autori dei testi scolastici a trattare diffusamente i contenuti di questo tema, sistematizzando i principi sull´evoluzione della specie umana, ricomprendendo anche la teoria di Darwin».

Repubblica 23.4.04
L´ACCUSA
Il premio Nobel Dulbecco: uno dei pilastri della biologia moderna
"Per i giovani è una lacuna si ritorna a mille anni fa"
Chi sta crescendo dovrebbe conquistare l'apertura mentale la più ampia possibile
di Elena Dusi


ROMA - Non è solo un buco culturale. Per Renato Dulbecco, non insegnare la teoria dell´evoluzione ai ragazzi delle scuole medie vuol dire privarli di un tassello importante per la formazione delle loro coscienze. Il premio Nobel per la medicina del 1975 non si oppone all´idea di spiegare agli studenti i limiti della teoria nata con Charles Darwin. E trova ragionevole anche proporre concezioni alternative, come quelle di derivazione religiosa. Ma lasciare i ragazzi all´oscuro di uno dei pilastri della biologia moderna è, secondo lui, un grave errore.
Professore, dai programmi di scienze della scuola media italiana è scomparso qualunque accenno a Darwin.
«Incredibile, mi sembra un ritorno a mille anni fa. Non ho mai sentito cose simili negli altri paesi. Certo, in America ci sono scuole che improntano i loro insegnamenti alle idee religiose, ma si tratta per lo più di istituti confessionali, sono casi limitati».
Si può sempre studiare Darwin al liceo o all´università. Perché secondo lei è grave eliminarlo dai programmi delle medie?
«Perché i giovani che stanno crescendo dovrebbero conquistare l´apertura mentale più ampia possibile. E´ molto triste che una delle ipotesi sulla nascita della vita sulla Terra venga semplicemente eliminata dai programmi scolastici. La si può criticare, se non si è d´accordo: la teoria dell´evoluzione di Darwin e le idee che da essa sono scaturite formano un sistema tutt´altro che perfetto. Esistono dei punti oscuri, delle fasi di passaggio non facilmente decifrabili. Ma si tratta di limiti che supereremo probabilmente in futuro, man mano che amplieremo le nostre conoscenze. Non certo di contraddizioni in grado di inficiare la teoria dell´evoluzione nel suo complesso».
E´ giusto presentare la teoria del Creazionismo ai ragazzi delle scuole?
«Ma certo. Nessuna ipotesi va scartata a priori. Nemmeno quella Creazionista, che pure è completamente estranea ai criteri del pensiero scientifico. Per potersi creare una coscienza, i giovani hanno bisogno di prendere in esame tutte le opzioni. Sarà poi la vita a farli decidere, a portarli verso la razionalità della teoria evolutiva o verso altri ambiti, come quello dell´ipotesi religiosa sull´origine del mondo».
Possono esserci oggi buoni biologi e buoni medici, senza lo studio della teoria dell´evoluzione?
«Si può avere un´istantanea della situazione attuale. Di certo si possono apprendere tutti gli elementi per la conoscenza dell´uomo e degli altri esseri viventi anche senza studiare Darwin. Ma più problematico sarebbe spiegare quali sono le connessioni fra le varie specie. Tutto il settore della genomica, uno dei più significativi per il futuro della medicina, si basa su esperimenti condotti sugli esseri viventi. Si può partire da un semplice lievito, avanzando verso il topo, la scimmia, fino all´uomo. Per seguire questo approccio è fondamentale conoscere quali sono i rapporti fra le varie specie. Quali elementi ci dividono da un topo o da una scimmia, e quali invece ci rendono simili a loro? Tutto questo non può prescindere da Darwin e dai suoi epigoni».

L'APPELLO

Dai nuovi programmi della Scuola media è scomparso l´insegnamento della “Teoria dell´evoluzione delle specie”. L´elenco degli argomenti da trattare non comprende più “L´evoluzione della Terra”, la “Comparsa della vita sulla Terra” la “Struttura, funzione ed evoluzione dei viventi” e “L´origine ed evoluzione biologica e culturale della specie umana” I programmi pubblicati nel decreto legislativo del 19 febbraio 2004 non contengono tracce della storia evolutiva dell´uomo né del suo rapporto con le altre specie. Il mancato apprendimento della teoria dell´evoluzione per dei ragazzi di 13-14 anni, rappresenta una limitazione culturale e una rinuncia a svilupparne la curiosità scientifica e l´apertura mentale. E´ senz´altro giusto spiegare che il Darwinismo e le teorie che ne sono conseguite hanno lacune da colmare e presentano problemi insoluti, ma non si può saltare completamente l´anello che lega passato e presente della nostra specie. Chiediamo dunque al Ministero dell´Istruzione di rivedere i programmi della scuola media, colmando una dimenticanza dannosa per la cultura scientifica delle nuove generazioni.

Carlo Bernardini - Dip. di Fisica La Sapienza e Infn
Edoardo Boncinelli - Scuola Int. Sup.StudiAvanzati,Trieste
Luigi Luca Cavalli Sforza - Univ. di Stanford
Bruno Dallapiccola - Ist. Mendel, Roma
Ernesto Di Mauro - Genetica molecolare, La Sapienza. Dir. Fond. Cenci
Bolognetti Renato Dulbecco - Nobel per la medicina
Margherita Hack - prof.ssa emerita di Astrofisica, Trieste
Giuseppe Novelli - docente di Genetica Umana, Tor Vergata
Franco Pacini - dir. Osservatorio di Arcetri
Massimo Pettoello-Mantovani - prof. di Pediatria, Foggia e New York
Alberto Piazza - docente di Genetica Umana, Torino
Pier Franco Pignatti - presid. Soc. italiana di Genetica Umana