venerdì 23 aprile 2004

il prof. C.L.Cazzullo risponde al prof. Boncinelli

Corriere della Sera 23.4.04
LO PSICHIATRA
«Vita noiosa e frustrante Uomini e donne dimezzati»


Un essere umano che non ha un padre, o una madre, perché è nato per partenogenesi: geneticamente orfano. Che ne dice, professore? «Mah, la faccenda in sé è semplice: che uomini e donne siano più o meno in quantità uguale e che un essere umano derivi da una madre e un padre appartiene all’ordine delle cose, come il sole e la luna, capisce?».
Appunto: e se quest’ordine fosse alterato?
«Sarebbe qualcosa che nega l’intera storia dell’individuo, il suo sviluppo psicologico: un uomo dimidiato». Il professor Carlo Lorenzo Cazzullo, padre della psichiatria italiana, dice proprio così: «dimidiato», come il visconte Medardo di Terralba narrato da Italo Calvino. «È qualcosa di quasi impensabile, la cancellazione di ciò che dell’uomo conosciamo fin dall’inizio della nostra cultura, dai greci».
Senza padre, addio complesso di Edipo...
«Addio tutto! Ma le dirò: quando nel dopoguerra lavorai al Rockfeller Institute di New York, la prima cosa che mi insegnarono è di controllare ripetutamente le scoperte e non impostare sviluppi di ricerca se non c’è prima un controllo adeguato. Non dico che non ci credo, però andiamoci cauti, un po’ di sano scetticismo scientifico...».
Ma se dal topo si passasse all’essere umano? Perché parlava di uomo dimezzato?
«Perché nella famiglia l’elemento fondamentale è la coesione, l’armonia che si basa sulle caratteristiche complementari del padre e della madre, della donna e dell’uomo. Qui già si incontrerebbe un rischio notevole: un bimbo o una bimba privo "geneticamente" di uno dei due elementi andrebbe incontro ad una crescita limitata, unilaterale, priva di comunicazione. Per questo parlavo di stravolgimento dell’intera storia dell’individuo».
Che conseguenze si possono immaginare?
«Dato e non concesso che sia possibile, temo che avremmo un essere umano con acquisizioni psichiche ridotte e incomplete. Senza quell’armonia che crea la continuità del cosmo e della vita, la differenza di caratteri diversi e complementari, la sua storia non sarebbe interpretabile nel senso dell’individuo come lo conosciamo. E una società composta da queste persone non sarebbe neppure una società ma anch’essa un qualcosa di tagliato a metà».
Nel mito dell’androgino del Simposio , la metà femminile e maschile in origine unite sono destinate a cercarsi. Ma in una società costruita per partenogenesi mancherebbe la metà da cercare...
«Proprio così, Platone lo sapeva bene: l’indirizzo di una sola via non è mai adatto a costruire una verità. Nessuna differenza, né complementarietà, né armonia: solo una vita uniforme, ripetitiva e fastidiosa che porta all’esasperazione. La chiamerebbe vita?».