martedì 1 giugno 2004

Cina

ricevuto da P. Cancellieri

Il Mattino 1 giugno 2004
Dall’Archeologico al Museo di Pechino
L’impero romano a piazza Tien An Men
Carlo Avvisati


La grandeur di Roma imperiale testimoniata in Cina attraverso cento settanta reperti archeologici provenienti in ampia maggioranza dagli scavi di Pompei ed Ercolano.
I pezzi, una selezione tra quelli più belli e significativi conservati nei depositi della Soprintendenza Archeologica di Napoli, dal 9 giugno andranno a far bella mostra nelle sale del Muso Nazionale Archeologico di Pechino, in piazza Tien An Men.
L’esposizione, titolata «Antica Civiltà» resterà vistabile sino al 1° novembre di quest’anno per poi spostarsi nelle sale del Museo Henan, a Zhenghzou, dal primo dicembre al 31 marzo. Quindi, dal 20 aprile al 20 luglio del 2005 sarà allo «Shanxi History Museu» di Xian.
La rassegna, che per la prima volta in assoluto vedrà reperti antichi italiani esposti al Museo Nazionale di Pechino - è l’equivalente dell’Archeologico di Napoli, per importanza e fama - è stata allestita nell’ambito degli scambi culturali attivati dalle diplomazie delle due nazioni.
L’esposizione, che sarà in futuro ricambiata a Napoli e con reperti dei periodi cinesi più interessanti, si sarebbe dovuta tenere già tempo addietro, però i contatti, a causa dell’epidemia di Sars, furono interrotti in attesa di tempi migliori.
«La mostra - spiega Maria Rosaria Borriello, direttore del Museo Archeologico di Napoli - dovrà dare l’idea concreta di come si sia sviluppata la civiltà romana a partire dal periodo arcaico della città sino alla potenza di Roma imperiale».
Per questo motivo, alcuni dei reperti arriveranno direttamente dai depositi dei musei romani e dalle Soprintendenze capitoline.
In particolare si tratta di vasi corinzi, trovati in corredi tombali risalenti all’era arcaica, e diversi plastici (visibili, in genere, al Museo della Civiltà romana) che ripropongono le ricostruzioni del Tempio dedicato a Giove Capitolino o gli edifici termali.
Le costruzioni, curate sin nei minimi particolari, dovranno illustrare lo sviluppo delle architetture e le funzioni pubbliche e religiose a cui erano destinati i diversi edifici. Sette saranno le sezioni in cui si articolerà l’esposizione per la quale è prevista la stampa di un catalogo bilingue: inglese e cinese. I diversi settori illustreranno, rispettivamente, «Le origini», con un’anfora attica, a figure nere, che mostra la scena della fuga da Troia di Enea con il padre Anchise e il figlio Ascanio. Quindi, i plastici per l’età arcaica. Poi, l’ampliamento del potere su tutto il Mediterraneo con, tra gli altri, un busto in marmo di Pirro.
A seguire, «L’impero romano e il segno del potere» attraverso i reperti pompeiano - ercolanesi: i busti di Tiberio, Claudio, Galba, il ”rilievo di Telefo”, da Ercolano, i sesterzi d’oro con i volti di Nerone e Poppea, Tito e Domiziano. Ancora, per la «Vita pubblica», serviranno gli affreschi che mostrano il Foro, pitture di maschere e templi, statue di attori e attrici, elmi da combattimento di gladiatori e servizi da bagno con strigili, aryballos e coppette.
«Insomma - riprende l’archeologa - mostreremo tutto quanto possa essere utile a dare a un popolo così lontano geograficamente e culturalmente l’esatta dimensione di quel grande fenomeno storico, culturale, civile e sociale che fu Roma».
Numerosi saranno anche gli oggetti d’oro: collane, bracciali, orecchini, che testimonieranno il livello nella lavorazione del metallo da parte degli orafi campani.