martedì 1 giugno 2004

l'arte di Dante
una mostra a Firenze

Repubblica, ed. di Firenze 1.6.04
Riuniti all´Accademia 64 capolavori del 1250-1300 alcuni ornavano piccole chiese del contado
L'ARTE DI DANTE
E Firenze inventò la cultura italiana
La fioritura di Giotto fu preparata "fiutando" fermenti dall´Europa e dall´Oriente


Sono tornate a Firenze opere di Coppo di Marcovaldo, Maestro della Sant´Agata, Maestro della Maddalena, Corso di Buono, Grifo di Tancredi, Maestro di Varlungo, Arnolfo di Cambio, Cimabue e Giotto. I maestri del tempo di Dante, quelli che magari con i loro capolavori ornavano gli altari di chiese e pievi della campagna toscana. E´ il racconto dell´arte italiana al tempo di Dante Alighieri attraverso una grande mostra, «L´arte a Firenze nell´età di Dante 1250-1300» che apre oggi e proseguirà fino al 29 agosto alla galleria dell´Accademia: l´ha organizzata la Soprintendenza al polo museale di Firenze, Angelo Tartuferi e Mario Scalini sono i curatori.
1250-1300: le due date segnano gli estremi di un cinquantennio epocale per la cultura italiana. Dante inventava la lingua letteraria degli italiani, mentre Giotto di Bondone gettava le basi di una nuovissima lingua figurativa, fondata sulla scoperta del vero naturalistico e psicologico, nella certezza dello spazio misurabile. L´esposizione mette in luce la continuità, l´omogeneità stilistica, la capacità di assimilare e rileggere pulsioni culturali artistiche da Inghilterra, Francia, Bisanzio preparando così il terreno per la grande arte trecentesca, una coerenza quasi progettuale e soprattutto la grande modernità di una «scuola pittorica» pienamente affermata sul territorio alcuni decenni prima della comparsa del genio di Giotto, e che sulla sua opera ebbe fortissimi influssi.
64 le opere esposte. Il genio innovatore di Arnolfo di Cambio nella scultura e nell´architettura sarà testimoniato dall´Annunciazione che lascia per la prima volta il Victoria & Albert Museum di Londra, da parti inedite dell´antico complesso di Santa Maria del Fiore e di Santa Croce, identificate nei fondi della neoacquisita raccolta Bardini. Il Dossale di Parigi del Maestro della Maddalena, il trittico del Metropolitan Museum di New York dello stesso artista, il trittico di Grifo di Tancredi conservato nei Musei di Berlino, tornano anch´essi per la prima volta a Firenze, così come sarà possibile scoprire personalità sinora non abbastanza evidenziate, come il Maestro della formella di Costa San Giorgio o l´autore della Maestà del Carmine, degne di stare al pari dei più grandi contemporanei, come Cimabue e Giotto. Tra i capolavori di fattura straniera sono esposti un crocifisso di produzione inglese dalla rara iconografia cristiana conservato in Santa Maria Novella, una spada vichinga arrivata in Toscana per tragitti complessi da Costantinopoli, la «Croce santa» donata da Luigi IX di Francia ai frati francescani di Castiglion Fiorentino.

La mostra sarà aperta dal martedì alla domenica con orario 8.15-18.50, chiusa il lunedì, il catalogo è pubblicato da Giunti. Info e prenotazioni 055. 2654321.