giovedì 3 giugno 2004

da Bergamo:
«etnopsichiatria»

IL'Eco di Bergamo 3.6.04
mmigrati, il dramma del disagio mentale
Casi isolati fino a due anni fa, oggi nella Bergamasca circa 500 sono in cura In difficoltà i Servizi psichiatrici: i fondi sono gli stessi, ma i bisogni crescono
di Alberto Ceresoli


Si chiama «etnopsichiatria» e studia una nuova emergenza sociale, ovvero il disagio mentale che colpisce gli extracomunitari lontano dalle proprie radici e dai propri affetti. Un fenomeno in netta espansione in tutto l'Occidente (dove i flussi migratori sono massicci) e che sta mettendo in crisi i Servizi psichiatrici chiamati ad occuparsene. Bergamo - come spiega Massimo Biza, direttore del Dipartimento di Salute mentale degli Ospedali Riuniti, che ne ha discusso in un recente simposio internazionale tenutosi al Centro congressi - non fa eccezione, visto che nel giro di un paio d'anni gli extracomunitari in cura per problemi psichici sono passati da casi isolati ad alcune centinaia.
Qual è il problema?
«Le malattie mentali si presentano con caratteristiche correlate alle culture da cui derivano. Uno schizofrenico italiano, o comunque europeo, ha sostanzialmente le stesse caratteristiche di uno schizofrenico americano. Non così uno schizofrenico africano che può invece presentare una sintomatologia diversa, difficile da comprendere al di là degli evidenti problemi legati al linguaggio. In alcuni casi si tratta di caratterizzazioni anche abbastanza marcate, proprio perché l'atmosfera e il contesto culturale hanno il loro peso. Diverse sono anche le modalità con cui si supera l'ansia, la depressione, le angosce paranoiche».
(...)
«Si tratta di persone che incontrano i classici problemi dell'immigrazione, cioè la lontananza dalla propria cultura e dai propri affetti, l'enorme difficoltà ad adattarsi al nostro modo di vivere e a trovare un lavoro che effettivamente li sostenga, i grandissimi sacrifici che sopportano pur di mandare alle loro famiglie il più possibile di quanto guadagnano. Le difficoltà psichiche di queste persone sono di carattere quasi esclusivamente depressivo o di tipo dissociativo (delirio o stati confusionali). Bergamo resta ancora un'area abbastanza felice rispetto a Milano o ad altre aree di grande concentrazione...».
Un fenomeno in aumento?
«Nel giro di due-tre anni abbiamo avuto un netto incremento delle richieste di visita nei nostri ambulatori. In città, tra ospedale e centri psicosociali, stiamo seguendo circa 5.000 persone, di cui gli extracomunitari rappresentano il 10%: due anni fa erano soltanto casi occasionali. Ora c'è un problema in più, che riguarda l'aumento delle patologie psichiatriche negli extracomunitari che commettono reati, legati alla droga o ai furti, per sopravvivere, oppure commettono reati dovuti a uno stato confusionale. Si tratta in genere di persone senza nessun tipo di aiuto che, quando non "funzionano" più dal punto di vista psichiatrico, incappano in un isolamento terribile che spesso li porta a commettere un reato».
(...) L'etnopsichiatria è un fenomeno nuovo che va affrontato e che riguarda tutti..».
Tra gli extracomunitari presenti nella Bergamasca quale è la percentuale di quelli colpiti da problemi mentali?
«Impossibile rispondere. Noi vediamo soltanto i soggetti che arrivano in ospedale. Non bisogna però dimenticare che nelle comunità monoetniche particolarmente organizzate, scattano meccanismi di soccorso interno che in qualche modo funzionano, almeno secondo le loro metodologie».