Repubblica ed. di Torino 30.6.04
IL CASO
Repubblica, ed di Torino 30.6.04
Lo psichiatra Pirella contesta l'iniziativa
"Niente museo per Lombroso"
di Alberto Custodero
«Lombroso non si merita un museo: i reperti che ha lasciato sono i cervelli in formalina dei suoi pazienti e i lavori dei malati di mente che nulla hanno a che fare con la scienza». Parola di Agostino Pirella, professore di psichiatria a Psicologia, ex coordinatore del processo di superamento dell´ospedale psichiatrico di Collegno. La clamorosa contestazione di Pirella è avvenuta, ieri, al San Giovanni antica sede, durante la presentazione del libro di Delia Frigessi (Einaudi), dedicato allo psichiatra ottocentesco. «Non ha innovato la psichiatria - ha spiegato Pirella - e non ha capito che la "pellagra", malattia che aveva ricadute psichiatriche, era causata dalla fame. Lui, invece, teorizzò che fosse provocata da una malattia del mais». A 5 anni dal centenario della morte del maggior rappresentante italiano del positivismo evoluzionistico di derivazione darwinista, a Torino (città nella quale diresse l´ospedale psichiatrico), è in dirittura d´arrivo la realizzazione del «Museo dell´uomo» a lui dedicato. Sorgerà in via Pietro Giuria 11, proprio dove si trovava lo studio nel quale Lombroso aveva iniziato le sue ossessive misurazioni fisiognomiche per la classificazione del «tipo» umano, in particolare, quello criminale. Il museo che Pirella non vuole avrebbe dovuto aprire entro la fine dell´anno, in occasione dei 600 anni dell´Ateneo torinese. Ma i lavori sono in ritardo e l´appuntamento slitterà nel 2005.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»