Repubblica 21.7.04
Il ballerino, coreografo e regista, è stato stroncato da un tumore a 67 anni
Addio a Antonio Gades una vita di lotta e flamenco
Nato povero, fu un mito della Spagna antifranchista
Comunista, amico di Castro, rivoluzionò la danza. Tre mogli e cinque figli ufficiali Celebri i suoi film con Carlos Saura
di LEONETTA BENTIVOGLIO
ROMA - Personalità rovente, ruvida e fascinosa, senza mai remore, mezzi termini, compromessi. E soprattutto danzatore grande, forse il più grande della Spagna contemporanea, capace di rinnovare dalle fondamenta la tradizione del flamenco. Questo e altro è Antonio Gades, un mito per la Spagna, morto ieri a 67 anni, dopo aver lottato a lungo con un cancro. Appassionato seduttore, lascia una vasta famiglia: di figli ne ha avuti cinque (almeno quelli «ufficiali»: sul loro numero era sempre perplesso), e di mogli tre. Prima di morire ha chiesto di essere cremato.
Di origini umilissime, Antonio Esteve Ródenas nasce a Elda (Alicante) nel 1936, e a 11 anni la povertà della famiglia lo costringe a lavorare e a smettere di studiare. Un trauma e un primo passo verso quell´impegno politico e sociale che sospingerà tutta la sua febbrile esistenza. L´incontro con la danza avviene a 15 anni («per fame», raccontava): iscrittosi all´Accademia Palitos, balla nei locali notturni, e nel 1952 viene notato da Pilar Lopez, che lo accoglie nella sua compagnia. Sarà lei a ribattezzarlo Gades, a intuirne il fuoco irresistibile e a lanciarlo come primo ballerino del suo gruppo. Con la Lopez, Antonio assimila i vari stili di danza popolare spagnola e assorbe le basi del balletto classico di scuola sovietica. Risale a quest´epoca il suo incontro con il mondo di Federico Garcia Lorca, che lo segna nel profondo, e di cui legge, in un´edizione clandestina, il «Romancero Gitano». Decide di fare del flamenco il suo più autentico strumento d´espressione, privilegiando l´intensità e il furore del «baile» e del canto andaluso. All´inizio degli anni Sessanta nasce il primo nucleo della sua compagnia, il Ballet de Antonio Gades, e allo stesso periodo risalgono le prime collaborazioni con l´Italia: monta con Anton Dolin il «Bolero» di Ravel per l´Opera di Roma, danza con Carla Fracci a Spoleto e per lo stesso Festival firma la regia della "Carmen" che lancia Shirley Verrett.
Con vocazione fervida Antonio crea il proprio stile originale, eliminando orpelli e virtuosismi «pittoreschi» per ritrovare la più pura essenza del folklore, «cultura del popolo miseramente prostituita al consumo»: per ridefinire l´intensità dei rituali la forza erotica e la capacità di evocazione del flamenco. Un punto di vista inedito che si nutre, oltre che di attenzione impetuosa alla letteratura e alla pittura (Gades fu amico di Mirò e di Rafael Alberti, che gli dedicò versi devoti), di solidi convincimenti politici. Antonio è comunista, con orgoglio e per sempre: «Ho imparato da piccolo, da mio padre. Possono cadere muri e crollare partiti, ma c´è sempre nel mondo chi sfrutta e chi è sfruttato».
I suoi dichiarati furori lo espongono a persecuzioni nella Spagna franchista. Nel '75, mentre balla al Festival dell´Unità di Bologna apprende che Franco ha condannato a morte cinque compagni: lascia la danza e si rifugia a Cuba, dove diventa amico di Castro, di cui sottoscrive totalmente la politica. Alla fine degli anni Settanta la democrazia spagnola lo richiama per creare il Balletto Nazionale e Antonio, simbolo nazionale prezioso per il nuovo governo, decide di impegnarsi per tre anni. Poi torna alla sua compagnia, dove rivelerà i talenti di partner superbe come Cristina Hoyos e Stella Arauzo.
Negli anni Ottanta parte la sua grande avventura col regista Carlos Saura: un´intesa di straordinario successo, che lo incorona divo internazionale. Saura traduce in film nell´81 il suo balletto "Bodas de Sangre", e due anni dopo gira "Carmen Story", di cui Gades crea in seguito una versione teatrale. Segue un percorso analogo il balletto "Fuego", dell´89, montato da Gades dopo la realizzazione con Saura del film "El amor brujo" (1986), ispirato a Manuel de Falla. L´ultima creazione risale al '94: "Fuenteovejuna", ispirata a Lope de Vega, per l´Opera di Genova.
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