venerdì 16 luglio 2004

uomini e topi
«monitorare l'attività del cervello 'vivo' a livello cellulare»

Yahoo! Notizie (ADNKRONOS) 14.7.04
Cervello: Tecnica 'Fotografa' Attivita' Singoli Neuroni


New York, 14 lug. (Adnkronos Salute) - Ricercatori Usa hanno messo a punto una tecnica che, per la prima volta, monitora l'attivita' del cervello 'vivo' a livello cellulare. In futuro potrebbe essere usata "per svelare ai ricercatori come i farmaci agiscono a livello di neuroni specifici", spiegano gli studiosi della Carnegie Mellon University sul Journal of Neuroscience. In questo modo, la scoperta potrebbe facilitare la messa a punto di nuove strategie terapeutiche. Recenti studi hanno permesso di mappare aree del cervello reponsabili di alcune attività, come la memoria, il comportamento o la percezione. Ma fino ad ora non si potevano 'fotografare' i singoli neuroni, precisa Alison Barth, responsabile della ricerca Usa. Per superare questo limite, il team ha condotto esperimenti su topi di laboratorio: in particolare, sono stati modificati alcuni geni degli animali, in modo che una proteina fluorescente si 'accendesse' quando veniva attivata una particolare cellula nervosa nel cervello. In futuro si potra' capire se un farmaco funziona su un neurone specifico, semplicemente guardando se la proteina brilla. Usando questa tecnica la dottoressa Barth ha identificato l'area specifica del cervello del topo coinvolta nell'elaborazione dell'informazione sensoriale che arriva all'animale da un singolo baffo. Si tratta della prima 'fotografia' dell'attivita' cerebrale a un livello cosi' specifico e in risposta a uno stimolo sensoriale, dice la studiosa. «Il nostro topo transgenico - precisa alla Bbc online - e' un modello che puo' essere usato per visualizzare, nel tessuto cerebrale vivente, un singolo neurone attivato in risposta a uno stimolo». Ora il topolino e' stato brevettato e i ricercatori pensano che potra' agevolare la messa a punto di farmaci per psicopatologie come la schizofrenia. «Se, ad esempio, si studia l'ansia - spiega la ricercatrice - alcuni neuroni si attivano in risposta a questa sensazione, ma non tutte le cellule cerebrali rispondono nello stesso modo. Questa tecnica ci permette di scoprire quali sono le cellule piu' alterate e di 'disegnare' farmaci specifici, dall'effetto mirato». (Mal/Adnkronos Salute)