giovedì 14 ottobre 2004

filosofia a Milano...

Corriere della Sera 14.10.04
RASSEGNE / Da lunedì tornano gli incontri del Parenti e si allargano al Dal Verme e a Sant’Ambrogio
Va’ pensiero, è di moda la filosofia
Si comincia con Platone: sul palco Cacciari e Radice, Reale e Krämer

Se la poesia fa il pienone (con Dante, Petrarca e adesso Omero), la filosofia non sarà da meno. La Milano intellettuale si prepara a una stagione di grandi numeri con il ritorno degli incontri a cura di Pier Lombardo Culture, organizzati dal Teatro Franco Parenti che in questa edizione si allargano a nuovi e più capienti spazi come il Teatro Dal Verme e la Basilica di Sant’Ambrogio. Come nota Massimo Cacciari, tra i curatori degli incontri assieme a Salvatore Natoli, «la filosofia nasce sempre nei momenti di crisi», ma è anche vero che nessun serio tentativo di pensare il futuro può prescindere da un rapporto vivo con il passato: «l’eredità non è mai un dato, ma sempre un compito», insegnava Derrida. Il ripensamento dei classici è allora uno dei cardini attorno a cui ruotano gli appuntamenti di quest’anno, a cominciare da quello in programma lunedì prossimo al Dal Verme, «Platone e l’Europa» (via San Giovanni sul Muro, ore 18, ingresso libero) . Sul palco, sette tra i massimi conoscitori europei del filosofo: Cacciari, Hans Krämer e Thomas Szlezák dell’Università di Tubinga, Maurizio Migliori, Roberto Radice, Giovanni Reale e Mario Vegetti, quest’ultimo docente di Storia della filosofia antica all’Università degli Studi di Pavia.
«Esistono delle domande alle quali le persone pensano di poter trovare delle risposte nella filosofia, e questo è forse il principale motivo di questo "assalto" alle conferenze e agli incontri, quando magari nelle aule universitarie le lezioni sono seguite da quattro gatti», dice Vegetti. «Spesso però la filosofia non può rispondere a domande tipo "Come si fa a essere felici?", anche se è in grado di fornire delle intuizioni atemporali che sono in grado di raggiungere l’uomo contemporaneo. Prendiamo Platone: la sua idea che dall’uomo dipenda la determinazione del proprio destino è immutata e affascinante: vuol dire che si può ricostruire il mondo e rifare la società». E il legame tra Platone e l’Europa? «Naturalmente Platone non poteva conoscere l’Europa, ma il suo lascito culturale è fondamentale per l’identità europea. Per esempio Platone è convinto che il requisito principale dei governanti è non avere alcuna proprietà privata perché, come spiega nella "Repubblica", altrimenti il governante sarebbe portato a fare i suoi interessi».
Ancora Platone sarà al centro di un incontro su «Fedone o della immortalità» (il 14 marzo), nell’ambito della mini-rassegna «Snodi» con tre messinscena di Carlo Rivolta. Tra gli altri appuntamenti, «Ambrogio o della tolleranza» (il 28 febbraio in Sant’Ambrogio, costruito intorno alle lettere di Simmaco al Vescovo di Milano) e «Momo o della dissacrazione» (il 18 aprile), opera di Leon Battista Alberti sul rapporto tra dei e politica.
E se Giordano Bruno sarà il soggetto della dissertazione in programma il 26 ottobre al Dal Verme, i contemporanei Vittorio Sgarbi e Tahar Ben Jalloun si confronteranno mercoledì prossimo sul tema «Si può tradire per amicizia?».