LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 9.11.04
Sapremo quante «streghe» italiane sono andate al rogo
Firmato un accordo tra Italia e Vaticano per il censimento congiunto degli archivi dei documenti sull'Inquisizione in Italia. Si getterà nuova luce sul suo operato dopo che, per sette secoli, in nome della Chiesa, ha combattuto «eretici» e persone «scomode»
CITTA’ DEL VATICANO - Italia e Vaticano censiranno insieme gli archivi dei documenti sull’Inquisizione in Italia, come stabilisce un accordo tra le due parti firmato questo pomeriggio. «Il progetto - ha detto il portavoce vaticano Joaquin Navarro-Valls - riguarda non solo il materiale documentario concernente l’Inquisizione romana, conservato negli archivi ecclesiastici, statali e privati, nonchè nelle biblioteche italiane e straniere, ma anche la documentazione dell’Inquisizione spagnola in territorio italiano e quella delle autorità secolari che istruirono comunque processi per eresia, stregoneria e altri delitti contro la fede». «Una così vasta operazione, mai tentata finora, è di grande importanza - ha detto il portavoce vaticano - per rispondere ai nuovi orientamenti della ricerca internazionale sul controllo delle idee religiose nell’Europa medievale e moderna, e si avvale della collaborazione tra il ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede e un gruppo di ricerca delle università italiane, per rendere più facilmente disponibile un grande patrimonio documentario oggi ancora poco conosciuto e disperso in una molteplicità di sedi».
Il censimento, attuato secondo criteri elaborati di comune accordo e con gli strumenti informatici più avanzati, non solo mirerà alla «salvaguardia di questi beni culturali, unici nel loro genere, ma permetterà di approfondire le conoscenze in molti ambiti di ricerca, dalla storia delle dottrine religiose a quella della scienza, delle culture popolari, della santità spontanea, della censura, oltre che dei sistemi di controllo sociale tra medioevo ed età moderna».
Si getterà quindi nuova luce sull’Inquisizione, per sette secoli a servizio della Chiesa, contro le eresie, ma a volte anche contro chi era malvisto dal potere. L’Inquisizione nasce quando, tra la fine del Dodicesimo e il principio del Tredicesimo secolo, la Chiesa ritiene insufficienti per la repressione dell’eresie di catari, albigesi e valdesi, i mezzi ordinari e l’autorità dei vescovi. E’ allora che nomina propri delegati con l’incarico di ricercare e giudicare gli eretici.
I tribunali permanenti dell’inquisizione durante il Trecento si diffondono in tutta Europa e sono affidati in un primo tempo ai domenicani e successivamente anche ai frati minori.
In Spagna l’inquisizione fa un "salto di qualità" nelle sue capacità di indagine e repressione, contribuendo, insieme alle espulsioni di moriscos ed ebrei, all’ obiettivo dell’ uniformità religiosa del paese. Dalla fine del ’400, l’inquisizione spagnola si distinse così nella persecuzione degli ebrei "convertiti", i cosiddetti "marrani", che venivano accusati di essersi fatti battezzare solo per fuggire alle espulsioni forzate ma di restare in realtà fedeli alla loro religione.
Nel Cinquecento, mentre il papato è impegnato nella lotta contro la riforma protestante, l’inquisizione si istituzionalizza in una congregazione romana, competente in materia di ortodossia per tutto il mondo cristiano. Sotto papa Pio IV l’inquisizione diventa sempre più severa, per tornare a fasi di maggior mitezza nei pontificati successivi.
Si distingue, quindi, comunemente tra inquisizione romana, istituita da Paolo III nel 1542 contro la diffusione delle grandi "eresie" del ’500, dal Luteranesimo al Calvinismo, e l’inquisizione spagnola, istituita in Spagna da Sisto V su richiesta di Isabella la Cattolica, con facoltà ai sovrani di Spagna di eleggere inquisitori di loro fiducia sotto un grande inquisitore. L’inquisitore generale di Spagna dal 1483 Tomas de Torquemada, è il domenicano passato alla storia soprattutto per la spietatezza verso gli ebrei, dei quali ottenne l’espulsione dalla Spagna.
Tra i processi celebri del Sant’Uffizio figurano quello contro Galileo Galilei, colpevole di aver sostenuto le tesi copernicane condannate dalla Chiesa e quello contro Giordano Bruno, domenicano e filosofo, accusato di eresia e bruciato sul rogo a Roma nel 1600. Nel 1498 intanto era finito davanti a magistrati pontifici, accusato di impostura ed eresia, il predicatore Girolamo Savonarola, poi impiccato e bruciato sul rogo.
Nel ’900 sono stati sotto la lente del Sant’Uffizio (nuovo nome dell’Inquisizione dal 1908), tra gli altri, il vescovo ribelle Marcel Lefebvre e i teologi Hans Kung, Bernard Haering e Leonardo Boff. Nel 1968 il Sant’Uffizio ha cambiato nome ed è diventato la Congregazione per la dottrina della fede.
Tra le curiosità, anche il contenimento del vizio del tabacco è stato tra le "preoccupazioni" degli inquisitori, come ricordano alcuni manuali del Seicento, come il «De iudice Sanctae Inquisitionis opusculum» di Giovanni Battista Neri: dedica un apposito paragrafo a stabilire se sia peccaminoso o meno per un prete fare uso di tabacco in Chiesa.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»