Repubblica 27.12.04
Negli Stati Uniti colpisce 500.000 persone, in Italia più di centomila. Una malattia provocata da "stanchezza cronica": ne soffrono soprattutto le donne
Giovani, colti e in carriera stanchissimi senza motivo
Le cause sono sconosciute, anche se si suppone che c'entri lo stress e il superlavoro. Ma il fenomeno continua a crescere in tutto il mondo occidentale
Dieci anni fa vennero riconosciuti i sintomi della nuova malattia. Che ora viene classificata dall'Oms come una vera entità clinica
EMILIO PIERVINCENZI
ROMA - Non si conosce con certezza quante persone colpisce. Ma si sa che ne colpisce tante. Solo in Italia, da 100 a 200mila (circa mezzo milione negli Stati Uniti). Non si conosce la causa scatenante, né - quindi - la cura. Non si ha nemmeno un quadro clinico esatto né una «radiografia» epidemiologica. Perfino il nome, di questa ancora misteriosa malattia, sa un po' di Cagliostro: Sindrome da stanchezza cronica. Quanti di voi ne hanno sentito parlare (a parte chi ne è colpito)?
Eppure il fenomeno continua a crescere, dice il professor Umberto Tirelli, il solo italiano che ad Atlanta, Stati Uniti, nell'ormai lontano 15 dicembre 1994, partecipò alla stesura della nuova e attuale definizione della malattia. E solo da allora l'Organizzazione mondiale della sanità considera la Cfs (Chronic Fatigue Syndrome)un'entità clinica. Dieci anni, da allora, ma nulla è cambiato. O, meglio, sono cambiati i numeri. «Diciamo che allora non se ne sapeva niente e che ora la malattia emerge perché si hanno maggiori informazioni sanitarie e sociali. E il quadro che ne esce è francamente preoccupante, perché si intreccia con l'evoluzione della nostra società, che va verso situazioni sempre meno sopportabili di stress, il super lavoro, la non capacità al riposo e in questo quadro si inserisce un ruolo sempre più dominante e centrale delle donne». Donne, che c'entrano le donne? «Perché - spiega Tirelli - le donne rappresentano il 70% dei malati da sindrome di stanchezza cronica».
E allora facciamo un passo indietro. Gli americani, che spesso in medicina e scienza sono invece un passo avanti, la malattia l'hanno ribattezzata «influenza dello yuppy». Definizione generica, ma significativa. Lavorare troppo stanca? Si insinuano battute, rispunta l'elogio della lentezza, scatta la voglia di riscatto dei cinquantenni, che si sentono il fiato sul collo dei rampantissimi - e certamente più guizzanti - trentenni. Infatti la Cfs, che colpisce sovente dopo un´influenza o comunque un calo delle difese immunitarie, aggredisce persone di cultura medio-alta, soprattutto donne bianche tra i 30 e i 40 anni, è del tutto assente negli ultra sessantenni. Se di malattia sociale si tratta, è una malattia da alta società.
I racconti di chi è stato colpito si assomigliano un po' tutti, quello che muta è la gravità della sindrome. «Sono sempre stata una donna molto attiva, facevo ginnastica, consumavo tanta cultura. Ma ecco che un giorno ho dovuto lasciare lo sport, mi sono ritrovata a non utilizzare i biglietti per il teatro che avevo già. E quando arrivavo a casa, la sera dopo il lavoro, non avevo più nemmeno la forza di togliermi il cappotto. Me ne stavo sdraiata sul divano, a guardare davanti a me e a domandarmi: ma che succede?»: così spiega Teresa Arnanz, 41 anni, Madrid, al «Pais». In Spagna sono preoccupati. I malati accertati di Cfs sono circa centomila, così la settimana scorsa le varie associazioni di pazienti si sono riunite nell'ospedale universitario «La Princesa» per discutere un documento che definisca le necessità socio-sanitarie dei pazienti, tenendo presente che l'anno prossimo sarà avviato all'Istituto Carlos III un gruppo interdisciplinare per lo studio della Sindrome da fatica cronica.
In Italia siamo ancora un po' indietro, anche se i numeri sono perfino più preoccupanti di quelli spagnoli. E anche se già ai tempi di Ippocrate (337 a.C.), considerato il padre della medicina, venivano descritte situazioni cliniche caratterizzate da «febbricola e fatica persistente di origine non precisata», e se e ora si tendono ad accostare casi di Cfs ai militari che parteciparono alla Guerra del Golfo del '91, visto che anch'essi presentano un quadro sintomatologico simile, la Sindrome da fatica cronica resta un mondo tutto da scoprire. «Si pensa - spiega Tirelli - che la stanchezza e lo stato di spossatezza che quei militari avvertono sia dipeso dal grande numero di vaccinazioni cui sono stati sottoposti, che hanno pesantemente coinvolto il loro sistema immunitario. Ma anche qui siamo ancora nel campo delle ipotesi».
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»