lunedì 27 dicembre 2004

tsunami

Repubblica 27.12.04
Paradiso e povertà
di FEDERICO RAMPINI

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Lo scienziato Waverly Person, del centro nazionale di informazioni sui terremoti presso lo Us Geological Survey, ha dichiarato: «La maggior parte delle persone poteva essere salvata, se le regioni colpite avessero avuto un sistema di misurazione delle onde e di allerta sull'arrivo degli tsunami». La scienza della previsione dei terremoti deve fare ancora molta strada per proteggerci efficacemente. Ma anche in assenza di previsioni affidabili, la prevenzione dei danni ha fatto progressi immensi, e dà risultati importanti anche se il sisma colpisce all´improvviso e senza preavviso. Il Giappone è il modello esemplare di un paese soggetto a terremoti e maremoti, che da anni riesce a mantenere bassissimo il livello delle vittime. Questo non succede per caso.
È la conseguenza degli investimenti nelle tecnologie antisismiche, insieme con i dispositivi di allerta rapida e i periodici addestramenti alle evacuazioni. Per la notevole distanza percorsa dalla muraglia delle onde - dall'epicentro di Sumatra fino alle coste più lontane - nella notte fra il 25 e il 26 dicembre c'era il tempo per avvistare il mortale tsunami e lanciare l´allarme. Anche pochi minuti possono bastare per una fuga lontano dalla spiaggia, e quindi per salvare tante vite umane. È sconcertante pensare alla concentrazione di tecnologie moderne che si addensa ormai su quelle isole: quanti telefonini gsm e satellitari, quanti computer portatili, quanti modem per i collegamenti Internet perfettamente funzionanti nei resort di lusso sulle spiagge di Phuket, delle Maldive o dello Sri Lanka. E nulla del nostro progresso tecnologico è rimasto depositato, a vantaggio di quelle zone, sotto forma di investimenti per la sicurezza e la protezione della vita umana.
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