giovedì 27 gennaio 2005

cellule staminali embrionali

tre articoli ricevuti da Roberta Mancini

Notiziario Cellule Stamin
ali dell'Aduc http://staminali.aduc.it
Anno III Numero 77 del 24 Dicembre 2004
Usa. Il diritto alla dignità prenatale non costituisce diritto alla vita
Cinzia Colosimo

Non è solo dai banchi del Parlamento che si fa politica. La si fa ogni giorno, dissacrando o innalzando le proprie convinzioni, lottando o tacendo, e soprattutto utilizzando i mezzi giuridici a disposizione delle democrazie per combattere determinati provvedimenti.
Negli Usa, così come in molti altri Paesi, la voce della magistratura produce sempre una particolare risonanza: per coloro che parlano in nome della legge la distinzione fra giusto e sbagliato non è solo una questione di prospettiva, ma di vera e propria res-publica. Quando un giudice parla ci si aspetta che lo faccia per ?scrostare? i colori politici da un problema e analizzarne il succo partendo dal punto di vista meno ?umano? che esista: quello legale. A volte, per fortuna, è così, e dagli Usa proprio in questi giorni è arrivata una notizia che può solo rincuorare.
Una Corte d?Appello federale si è rifiutata di riaprire una causa, archiviata dal 1999, sulla presunta incostituzionalità della ricerca con le cellule staminali embrionali.
Il caso e? stato sottoposto alla corte da un?associazione che si batte per i diritti ?alla vita?, e che intendeva riportare alla luce la questione del diritto alla vita esteso anche ai cosiddetti pre-nati. La National Association for the Advancement of Preborn Children si e? presentata in aula come rappresentate di ?Mary Doe?, il nome fittizio dato ai 400.000 embrioni congelati nelle cliniche per la sterilità. Rudolph Palmer, portavoce e fondatore dell?associazione ha esordito il suo discorso dicendo: «Mary Doe è in quest?aula e vi sta dicendo "sono viva, sono sopravvissuta. La ricerca sulle cellule staminali sta uccidendo mio fratello e mia sorella, e toccherà anche a me dopo di loro. Ho gli stessi diritti degli altri cittadini americani e questa corte ha il dovere di proteggermi"».
La Corte d?Appello del 4° distretto Usa ha risposto, per bocca dei tre giudici che la compongono: «Ci opponiamo alle considerazioni etiche sulla ricerca su embrioni, perché l?attuale legge prende in considerazione solo le linee embrionali create prima del 2001. Mary Doe quindi non rientra nel testo in vigore. C'è da dire inoltre che dal cambiamento politico messo in atto dal presidente Bush dopo l?amministrazione Clinton, il tema è ancora in discussione in Parlamento e occorre attendere esiti politici da quella sede».
La Corte ha poi ricordato che dal 1999, quando è nato il caso Palmer, la National Bioethics Advisory Committee ha redatto delle linee guida per la ricerca che prevedevano esplicitamente la ricerca su embrioni inutilizzati. E nel 2000 lo stesso National Institute of Health ha adottato quelle linee guida, pur non applicandole mai. Per Palmer il comportamento dei giudici è stato scontato quanto inadatto: si sono limitati infatti a dare una valutazione tecnico-giuridica sulla faccenda, evitando di entrare in questioni morali lasciandole alla competenza politica. Ma la corte non ha esitato a esprimere il proprio parere, infatti in più occasioni tutti e tre i membri hanno espresso la convinzione che «un grumo di cellule non può essere considerato un essere umano e godere degli stessi diritti».
Questo atteggiamento è stato lodato da molti ricercatori e scienziati. Per loro ha parlato Sean Tipton della Coalition for the Advancement of Medical Research, secondo il quale «la corte ha fatto la cosa giusta. Non esponendosi ha dato modo alla legge di esprimersi da sola, evitando così manierismi intellettuali inutili. Siamo contenti che esistano ancora persone che si fidano della ricerca e temono ostacoli moralisti», che, aggiungiamo noi, danno solo libero sfogo ad un?etica del sacrificio più che mai inattuale.

Notiziario Cellule Staminali dell'Aduc
Anno IV Numero 79 del 21 Gennaio 2005
Italia. Rita Levi Montalcini: la ricerca sugli embrioni potrà aiutare molto


«Non c'e' nessun rischio che dalla ricerca sugli embrioni possano venire un giorno dei "bebè alla carta", mentre è positiva l'apertura alla ricerca sugli embrioni condotta a scopi terapeutici, cosi' come ha fatto la Gran Bretagna». Lo ha detto il Nobel Rita Levi Montalcini, incontrando studenti e medici del Policlinico Gemelli e dell'Università Cattolica di Roma in un dibattito sulla Scienza, lo scorso 12 gennaio.
Qualsiasi paura della scienza non può che basarsi sull'ignoranza, ha detto una Montalcini decisamente in forma. «Credo che la scienza sia stata sul banco degli imputati non per sue colpe, ma per ignoranza». Così, secondo il Nobel, una condanna della ricerca sugli embrioni dettata dalla paura della clonazione a scopo riproduttivo non ha senso.
«Personalmente ritengo che la ricerca sugli embrioni potrà aiutare molto. Credo per questo che sia corretta l'apertura della Gran Bretagna alla ricerca sugli embrioni». Non c'è nessun pericolo che da questa ricerca possano derivare dei bambini su misura.

Notiziario Cellule Staminali dell'Aduc
CELLULE STAMINALI EMBRIONALI
PER CHI AVESSE QUALCHE DUBBIO SULLA LORO EFFICACIA, LA RISPOSTA ARRIVA DALLE AVANZATISSIME RICERCHE DELL'ADVANCED CELL TECHONOLOGY CHE STA RIGENERANDO LA RETINA DELL'OCCHIO
Vincenzo Donvito, presidente Aduc

Firenze, 24 settembre 2004. La cecità potrebbe essere curata con l'uso delle cellule staminali embrionali. Grazie alle avanzatissime ricerche della "Advanced Cell Technology (Act) del Massachusetts, come dice il suo direttore Robert Lanza, «è la prima volta che da cellule staminali embrionali ne derivano cellule retinali. Crediamo che queste nuove cellule possano essere utilizzate per trattare la cecita».
C?è da ricordare che le cellule staminali embrionali usate da questa azienda biotech, sono quelle che, in un mare di polemiche a livello internazionale, lo scorso aprile sono state messe gratuitamente a disposizione per la ricerca dall'Harvard University di Cambridge (Massachusetts), grazie a fondi privati.
Non si tratta di cantare vittoria, ma solo di capire razionalmente che cosa voglia dire "cellule staminali embrionali", cioè quelle cellule la cui ricerca nel nostro Paese è vietata dalla legge sulla fecondazione assistita e che, in Gran Bretagna, sono uno dei fiori all'occhiello della politica di ricerca medica del Governo Blair.
E questo è uno solo dei molti usi che la tecnologia delle cellule staminali embrionali potrà avere. Poco più di un mese fa, sempre cellule staminali embrionali hanno dato origine a cellule del cervello in grado di produrre dopamina, che è la sostanza che viene a mancare nei malati di Parkinson (studio di Lorenz Studer, pubblicato sulla rivista Pnas).
Il problema, per l'appunto, sta tutto nel mettere a disposizione leggi e soldi pubblici per poterla sviluppare, nonché stimolare i privati ad investirvi.
L'occasione in Italia, dove nel settore cellule staminali non mancano competenze e teste (per ora concentrate solo sulle staminali adulte, molto più limitate), è data dal referendum in cui in questi giorni si stanno giocando le ultime battute per abrogare la legge che impedisce la ricerca in materia.
Questa ricerca dell'Act è la speranza: razionale, concreta e con prospettive.