venerdì 6 maggio 2005

referendum

L'Unità 6 Maggio 2005
Rai-Mediaset, agguato al quorum
Referendum, l’allarme dei sondaggisti: attenti all’effetto black out informazione
Maria Zegarelli

ROMA Il quorum. Tutto ruota intorno al raggiungimento del quorum: se si supera il 50% più uno degli aventi diritto al voto è fatta. La legge 40 deve essere abrogata. Lo sa bene la Chiesa, il Comitato Scienza e Vita, una larga fetta della politica. Sono in tanti i sostenitori «del terzo polo»: gli astensionisti. Il loro scopo (per questo hanno mobilitato milioni di euro)è non mandare la gente alle urne. Al mare, in vacanza, soli in casa, ma a votare no. Secondo Giuseppe Giulietti, ds della commissione bicamerale di sorveglianza sui servizi radiotelevisivi, ne «farebbero parte» anche la Rai e Mediaset, non dedicando spazi sufficienti ai referendum. Anche questa è campagna referendaria. Lo dice anche il tesoriere del Comitato Pro-referendum, Lanfranco Turci, dopo aver appreso il risultato di un sondaggio che sarà pubblicato oggi su Panorama. Il succo: quorum fortemente a rischio e, tra l’altro, il 55% di coloro che andrà a votare non sa granchè in materia di fecondazione assistita. «Il sondaggio preannunciato da Panorama coglie nel segno - dice Turci -. Ma non perché dice che il quorum non si raggiunge. A questo io non credo. Al contrario, continuo a pensare che il referendum possa farcela. Il sondaggio dice il vero, invece, quando sottolinea che sul voto e sui temi legati alla procreazione assistita manca l'informazione. Rai e Mediaset si stanno comportando in questo senso in modo inaccettabile». Nel frattempo il Comitato e i Radicali hanno scritto anche una lettera al premier definendo «risibili» le finestre di informazione dedicate al tema dalle sue reti: sette ore su 2880 totali di programmazione. Un incontro è stato chiesto anche al direttore generale della Rai, Flavio Cattaneo, affinché non ci si limiti alle tribune referendarie.
Il «rischio» degli italiani all’estero. È chiaro che, a cinque settimane dall’appuntamento con le urne, i due fronti opposti stanno mettendo in campo tutti i rispettivi mezzi. Anche gli italiani all’estero sono tirati per la giacca. Il ministro Giuseppe Pisanu ha annunciato che li conterà ai fini del quorum. Il fronte del sì è preoccupato dall’aggiornamento delle liste elettorali: in passato risultavano ancora inseriti anche quelli morti ormai da anni. Il ministro assicura che stavolta non sarà così.
«Moltissimi sanno poco». Tutto ruota, dunque, attorno al quorum. Secondo Roberto Weber, presidente dell’istituto di ricerche Swg «è a rischio. È un referendum difficile, perché cade in una situazione particolare e non può contare su uno schieramento politico allargato, strutturato. Il secondo dato problematico è rappresentato dalla complessità dei quesiti che sono molto tecnici, mentre il terzo è la carenza di informazione: moltissimi sanno poco». I numeri analizzati da Swg rivelano che uno dei problemi maggiori è la carenza di informazione. «Se l’informazione resta molto castigata, molto politicizzata, è difficile sforare il 50% anche se il Comitato della campagna dei sì ha fatto un buon lavoro dal punto di vista della comunicazione. Certo è che la spaccatura su questo tema non è di tipo religioso: i cattolici sono spalmati sia sul fronte del sì sia sul fronte dell’astensione, perché il problema del no non si pone neanche».
La Babele dei numeri. Renato Mannheiemer, direttore scientifico dell’Ispo, per ora lavora ma tace. Un altro istituto, l’Unicab, racconta: il 32,7% degli italiani non sa che il 12 ed il 13 giugno prossimi si terrà il referendum sulla fecondazione assistita, il 18,5% non sa in cosa consiste, mentre il 62,2% non condivide la fecondazione eterologa. Quorum a rischio anche secondo «Simulation Intelligence Simera», che ha «sondato» gli italiani per Panorama. 800 interviste con un campione stratificato per età, sesso e residenza geografica: il 77,8% degli italiani sa della consultazione popolare e il 71% pensa di andare a votare ma il 55% sottolinea di non essere in grado di esprimere un voto perché ignora la materia sulla quale è chiamata ad esprimersi. Nicola Piepoli, delll’omonimo istituto di ricerca conferma: «I nostri sondaggi, uno al mese negli ultimi tre mesi, ci dicono che il quorum è a rischio. Gli indicatori su cui si basano le nostre indagini, che ci hanno sempre dato una certezza probabile della previsione, non lasciano, almeno adesso, pensare a grandi margini di successo del quorum». Anche Piepoli suggerisce: «Più informazione».
La mobilitazione. E in questo clima di grande battaglia martedì è in programma una giornata-evento nella Sala delle Colonne a Roma, per dare il via ufficiale alla campagna referendaria per andare a votare «quattro Sì». Ci saranno parlamentari di destra, centro e sinistra (nella maggioranza già si registrano molti mal di pancia per la partecipazione di Antonio Del Pennino, Chiara Moroni e niente di meno che la ministra Stefania Prestigiacomo), attrici (grande attesa per la partecipazione di Sabrina Ferilli testimonial della campagna che ha già esordito sulle pagine di un settimanale con una intervista sul tema), attori, scrittori, uomini e donne di cultura. Sull’altro fronte «il no» ha fatto sapere di volersi compattare con gli astensionisti.

La Stampa 6 Maggio 2005
Fecondare il cervello

SI votasse domenica, i referendum di giugno sulla procreazione assistita verrebbero cestinati per mancato raggiungimento del quorum. Sono anni che si va avanti così. Praticamente da quando il partito degli antireferendari si è alleato a quello dei menefreghisti in un fronte del non voto quasi sempre maggioritario. Stavolta però c'è una novità spiazzante: nei sondaggi gli italiani si dichiarano desiderosi di esprimersi. Se pensano di non farlo è perché solo il 22% dichiara di averci capito qualcosa. Gli altri magari sanno che la Bellucci voterà a favore e la Bindi contro. Ma brancolano sul cosa, smarrendosi in un'insalata di embrioni coltivati e non impiantati, fecondazioni omologhe ed eterologhe. Scelte non riassumibili in uno slogan.
In questi casi si dice sempre che la colpa è di giornali e tv. Stavolta no. E' colpa solo della tv. I giornali ne stanno parlando fino allo stremo. Rai e Mediaset dedicano ampio spazio al presunto figlio illegittimo di Alberto di Monaco - tema di straordinaria rilevanza, soprattutto per Alberto di Monaco - ma ritengono loro preciso dovere non annoiare il popolo con discorsi che lo potrebbero spingere a decisioni precipitose, tipo pensare con la propria testa. Nel silenzio delle scimitarre satellitari, non rimane che continuare a combattere con i nostri stuzzicadenti di carta. Perché sempre più elettori si rendano conto che l'astensionismo sulle questioni etiche non è un'opzione ma una resa, e che questi referendum, comunque ci si schieri, servono innanzitutto a fecondare il cervello.