venerdì 1 luglio 2005

il Grande Timoniere e gli omosessuali
una terapia decisamente troppo drastica

La Stampa 1 Luglio 2005
Quando Fidel chiese aiuto ai Paesi fratelli per il «problema omosessuale», Mao rispose: «Li fuciliamo tutti»
di Mario Vargas Llosa


DOPO l’Olanda e il Belgio, la Spagna sarà il terzo Paese nel mondo ad aver legalizzato il matrimonio fra persone dello stesso sesso, diritti e doveri inclusi, compresa la possibilità di adottare bambini.
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La legge, naturalmente, ha avuto avversari accaniti e suscitato mobilitazioni; fra queste, a Madrid, una grande manifestazione convocata da diverse associazioni cattoliche, e benedetta dalle gerarchie ecclesiastiche, a cui hanno presenziato diciotto vescovi e che ha avuto l’avallo del Partito popolare, che guida l’opposizione al governo Zapatero. Ma i sondaggi non lasciano dubbi: circa due terzi degli spagnoli approvano il matrimonio gay e, per quanto questa percentuale scenda nel caso di adozioni da parte di coppie omosessuali, anche questo aspetto è condiviso da una maggioranza. (...)
Il paradosso, probabilmente, è che solo fra gli omosessuali (...) la famiglia riscuote il rispetto che ha perduto tra un grandissimo numero di eterosessuali, soprattutto fra i giovani. Non c’è alcuna ironia nel dire - e io lo credo fermamente - che probabilmente, entro una ventina o una trentina d’anni, le statistiche scopriranno le famiglie più stabili proprio tra le unioni gay.
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Il socialismo, durante tutta la sua storia, in materia sessuale è stato tanto puritano e pieno di pregiudizi quanto la chiesa cattolica. L’ipocrisia e la castigatezza hanno improntato ciò che era giudicato accettabile in tema di costumi sessuali e imposto alla società con la forza. Per questo, nelle società comuniste, la persecuzione degli omosessuali è stata, in alcuni periodi, feroce come nella Germania nazista, dove nei campi di sterminio, se ne fece strage. Allo stesso modo, nel gulag sovietico, soffrì e morì un gran numero di esseri umani il cui unico delitto era praticare un’opzione sessuale che la «scienza comunista» del terribile Pavlov considerava una perversione «urbano-borghese».
Carlos Franqui racconta che, quando in qualità di direttore del quotidiano «Revolución», assisteva ai Consigli dei ministri a Cuba, all’inizio degli Anni 60, Fidel e i suoi luogotenenti domandavano ai «Paesi fratelli» che politica consigliassero per porre un freno al «problema omosessuale». La riposta della Cina popolare di Mao fu netta: «Non abbiamo questo problema. Li fuciliamo tutti».
Senza arrivare a tali estremi Fidel creò campi di concentramento dove omosessuali uomini e donne erano rinchiusi insieme a criminali comuni e dissidenti politici.
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