Autismo, un disturbo in crescita
Stefano Pallanti
Sono una madre in attesa, tormentata dai soliti mille dubbi: leggo di un incremento della prevalenza dell’autismo. E’ vero? Quali le cause possibili, cosa devo evitare? GrazieL'autismo è un disturbo dello sviluppo e sembra effettivamente in forte crescita negli ultimi 30 anni. Attualmente circa 1 bambino ogni 150 si può considerare affetto da un deficit del cosiddetto "spettro autistico" ovvero da uno di quei disturbi che sono in vario modo correlati all’autismo, come ad esempio il disturbo di Asperger, il disturbo da deficit d’attenzione ed iperattività ed altri disturbi dello sviluppo e dell’apprendimento.
L'autismo si manifesta entro il terzo anno di età con disturbi del comportamento e deficit nelle aree della comunicazione, dell’interazione sociale e in quella dell’immaginazione.
Attualmente nella comunità scientifica internazionale vi è un intenso dibattito sulle cause e le possibili cure dell’autismo.
Non esiste una teoria unica ma ci sono diverse ipotesi riguardo all’origine di questo disturbo.
Attualmente prevalgono le ipotesi che coinvolgono i fattori biologici su quelli psicologici, che lungamente avevano colpevolizzato i genitori di questi piccoli pazienti.
Sono state infatti documentate anomalie in diverse strutture cerebrali; e danno sostegno all’idea che l'autismo derivi da una interruzione nello sviluppo cerebrale in una fase precoce della vita intrauterino.
Sia il corredo genetico individuale che vari fattori ambientali, come virus o sostanze chimiche, possono contribuire alla genesi del disturbo autistico.
Attualmente non esiste una cura universalmente riconosciuta per l'autismo.
Qui di seguito ecco una rassegna delle più accreditate teorie sui disturbi dello spettro autistico:
Autismo da mercurio
E’ una delle prime, nel 1948 viene per la prima volta ipotizzato il ruolo dell’intossicazione da mercurio come causa dell’autismo. Si notò infatti lo sviluppo di una condizione multisintomatica, definita acrodinia, in una percentuale di bambini (1 su 500/1000) esposti cronicamente a dosi di mercurio imputate della degenerazione della corteccia cerebrale e del cervelletto. Oggi i neonati e bambini sono ancora esposti a basse dosi di mercurio, sia attraverso la dieta che attraverso altre forme di inquinamento ambientale o tramite i vaccini, nei quali è utilizzato come conservante, e iniettato a più riprese direttamente nel sangue. Negli Stati Uniti nel 2000 è stata dimostrata una correlazione statisticamente significativa tra esposizione cumulativa al thimerosal da vaccini e ritardi dello sviluppo, tic, sindrome di deficit attentivo, ridotte capacità verbali e di apprendimento.
Non tutti i bambini cui viene iniettata una certa dose di mercurio sviluppano le stesse reazioni. La suscettibilità complessiva dell’individuo al mercurio dipende da fattori ambientali e genetici quali la capacità di disintossicare l’organismo dai metalli pesanti, la capacità di mantenere una microflora intestinale equilibrata, da cui dipende la maggior parte della rimozione dei metalli e infine dall’iper-sensibilità immunitaria al mercurio.
La tossicità del mercurio è cumulativa e si verifica quando la velocità di esposizione è maggiore di quella di eliminazione. In tal modo c’è una neurotossicità ritardata nel tempo, che può manifestarsi mesi dopo l’esposizione.
L’intossicazione da mercurio causa molte anomalie biologiche del tutto analoghe a quelle riscontrate dai soggetti affetti da autismo. Qui di seguito andremo a vedere quali sono queste anomalie.
Il mercurio causa stress ossidativo nei neuroni. Numerosi ricercatori hanno sottolineato che l’autismo è caratterizzato da una condizione di “disorganizzazione neuronale”, in particolare relativamente alla complessa interconnessione entro e tra regioni del cervello. Il mercurio può interferire con la migrazione neuronale e deprimere la divisione cellulare nel cervello in via di sviluppo
Anomalie nella crescita neuronale durante lo sviluppo sono implicate nelle differenze di grandezza del capo che si ritrovano sia nell’autismo che nei casi di intossicazione da mercurio. Le aree cerebrali maggiormente coinvolte nel ridotto accrescimento sono il cervelletto, la corteccia, l’amigdala e l’ippocampo.
Il mercurio causa inoltre l’alterazione dei livelli dei neurotrasmettitori quali serotonina, dopamina, glutamato e acetilcolina. Queste stesse anomalie sono trovate in bambini con autismo.
È noto come l’esposizione al mercurio causi disfunzioni nell’apprendimento e difficoltà di linguaggio, difficoltà con idee astratte e comandi complessi, tendenza a ritrarsi dal contatto con la gente, ansia e comportamenti ossessivi / compulsivi. Tutti questi sintomi sono ben documentati in bambini con autismo.
Disturbi sensoriali, tra cui mancanza di sensibilità nella bocca, mani e piedi, oppure ipersensibilità ai rumori, avversione al tatto e risposte esagerate o del tutto mancanti al dolore, sono manifestazioni comuni dell’intossicazione da mercurio. Questi stessi disturbi nella recezione sensoriale sono anche comuni nei bambini con autismo.
Il mercurio causa anomalie diffuse nell’organismo legandosi allo zolfo, così da causare danni multipli a enzimi, meccanismi di trasporto e proteine strutturali. Perciò le manifestazioni cliniche coinvolgono funzioni e organi multipli, con caratteristiche e intensità variabili. Lo stesso si verifica nell’autismo.
L’intossicazione da mercurio causa immunosoppressione, ridotta funzionalità delle cellule natural killer, e proliferazione sistemica di lieviti, tutte condizioni concomitanti nei casi di autismo.
Insolita attività epilettiforme è stata trovata in numerose forme di intossicazione da mercurio pare che il 35- 45% degli autistici sviluppano ad un certo punto anche un’attività epilettica.
La carenza di acido lipoico che può accadere al 3° mese di gravidanza è un riconosciuto fattore eziologico dell’autismo. Carenze di acido lipoico sono causate dal mercurio, e sono stati riportati casi di autismo in madri che avevano subito la trapanazione di amalgama dentaria al mercurio durante i primi stadi della gravidanza.
Oggi sappiamo che per gli alimenti ci sono controlli accurati che dovrebbero rassicurare soglia.
Sono noti casi di autismo prodotti da encefaliti virali. E’ stato riportato che i livelli di anticorpi anti rosolia e anti morbillo in bambini diagnosticati autistici erano tre volte superiori rispetto a quelli normali. Questi livelli di anticorpi possono essere interpretati come un’attivazione cronica del sistema immunitario contro un’infezione subclinica.
Ricercatori del Royal Free Hospital di Londra, hanno dimostrato, mediante ileocolonscopia, la presenza nell’intestino del virus latente del morbillo nel 100% dei bambini la cui regressione autistica aveva avuto inizio con reazioni avverse alle vaccinazioni infantili.
In realtà non ci sono allarmi particolari né particolari precauzioni.
La fenilchetonuria è determinata dall’assenza di un singolo enzima, la fenilalanina idrossilasi, che normalmente converte l’aminoacido fenilalanina in tirosina. Essendo la conversione impossibile, nell’organismo si accumulano notevoli quantità di fenilalanina. L’esposizione cronica alla fenilalanina negli organi affetti da questa condizione porta a problemi di apprendimento, disabilità mentale e altri problemi neurologici. Sintomi autistici sono ben documentati nei casi di fenilchetonuria, che regrediscono se si provvede per tempo alla rimozione di fonti alimentari di fenilalanina.
In realtà per la prevenzione dei rischi indicati valgono, in gravidanza, le raccomandazioni che in genere sono comunemente suggerite in gravidanza; e un po’ di serenità.