punto-informatico.it 18.7.05
Il ritorno dei taikonauti
La navetta cinese Shenzhou tornerà in orbita: la capsula verrà lanciata nel prossimo ottobre e trasporterà due uomini per una missione di cinque o sei giorni
Tommaso Lombardi
Pechino - La NASA si dispera per il fallimento dell'ultima missione dello Shuttle Discovery e la Cina coglie subito l'occasione per rilanciare il proprio programma d'esplorazione spaziale: il vascello Shenzhou partirà per lo spazio entro la fine del prossimo ottobre. Secondo quanto riportato dall'agenzia di stato Xinhua, il razzo vettore "Lunga Marcia" trasporterà la capsula oltre l'atmosfera - i due taikonauti, così si chiamano gli astronauti cinesi, a bordo di Shenzhou rimarranno in orbita per cinque o sei giorni.
Si tratta della sesta missione per il giovane progetto Shenzhou, nato nel 1999 su ispirazione della Soyuz russa. Per la seconda volta nella storia, astronauti cinesi si addentreranno nelle buie profondità dello spazio. L'obiettivo di Shenzhou VI, stando alle pochissime informazioni rilasciate dall'Accademia Cinese delle Scienze, è un esperimento di bioingegneria da condurre in assenza di gravità: il materiale genetico di una prelibata varietà suina, il "maiale di Rongchang", verrà esposto alle radiazioni spaziali e riportato sulla Terra.
Il quotidiano nazionale China Daily non esita ad affermare che questa ricerca permetterà di capire gli effetti dello spazio sugli organismi viventi. Infatti il programma spaziale cinese, scrupolosamente pianificato, prevede che i taikonauti inizino a camminare nello spazio già dalla prossima missione.
Le ambizioni extraterrestri della Cina sono sempre più grandi e sulle pagine di Spaceflight, rivista ufficiale della gloriosa Società Interplanetaria Britannica, si parla addirittura di progetti per la costruzione di uno "Shuttle" made in China in grado di viaggiare ad altitudini suborbitali. L'impennata spaziale di Pechino raggiungerà il culmine nel 2008, quando verranno lanciati numerosi satelliti meteorologici in occasione dei giochi olimpici.
Altri osservatori temono un ritorno al passato: il crescente interesse della RPC nei confronti di tutte le tecnologie aerospaziali -inclusa la produzione di vettori balistici intercontinentali-, a qualcuno ricorda i terribili anni della guerra fredda.
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