il manifesto 14.7.05
STATI UNITI
C'è del marcio in Ohio
GORE VIDAL
A parte la banda del petrolio e del gas che controlla due poteri dello stato interamente e un terzo parzialmente (quello controllato parzialmente - ma presto lo sarà interamente - è il potere giudiziario), durante l'ultima campagna elettorale in Gran Bretagna gli americani che prendono sul serio la politica hanno provato un bel po' di invidia. Lì i tre partiti hanno speso poco denaro, e non ne hanno speso affatto per farsi pubblicità in televisione. I risultati sono stati raggiunti rapidamente e con poca spesa. Soprattutto, i tre leader di partito si sono visti porre domande affilate e intelligenti da semplici cittadini chiamati curiosamente sudditi grazie all'onnipresente fantasma della corona, così diversa dalla nostra aquila dai predaci artigli nucleari. Sebbene i nostri media, sottoposti a una rigida censura, diano raramente notizie sui paesi stranieri (e mai buone notizie), quelli di noi che hanno sviluppato una dipendenza da tv via cavo C-Span e lo trovano l'unico mezzo di informazione veramente - anche se inconsapevolmente - sovversivo in questi Stati Uniti, possono osservare la politica britannica nel pieno della sua espressione. Dico «sovversivo» non solo perché C-Span tende a prendere sul serio alcuni libri interessanti, ma anche perché le sue dirette dal Senato e dalla Camera dei rappresentanti sono l'unica occasione concessaci per vedere da vicino i portavoce dei nostri padroni, e talvolta rappresentano bene un governo sempre più remoto da noi, repressivo e non disposto a rendere conto del suo comportamento. Osservare il vecchio profeta virtuoso Byrd del West Virginia, la solare ipocrisia di Biden del Delaware... mentre scrivo questi nomi così riveriti, mi vengono alla mente le loro facce, sento la loro voce, e mi viene la pelle d'oca da C-Span.
Ad ogni modo, il meraviglioso C-Span ha un'altra freccia al suo arco. Mentre qualche dirigente annuiva, C-Span ha cominciato a mostrarci la Camera dei Comuni della Gran Bretagna durante un question time. Questa è l'unica occasione che la maggior parte degli americani avrà mai per vedere come dovrebbe funzionare una democrazia. Lì i leader di partito si affrontano in dibattiti spesso furibondi su argomenti come la guerra e la pace, la sanità e l'istruzione. Poi, i circa seicento parlamentari possono rivolgere ai loro capotribù delle domande. Anni fa l'incomparabile Dwight Macdonald scrisse che una qualunque lettera al Times di Londra (gli inglesi sono autori incalliti di lettere sulle questioni importanti) è scritta meglio di un qualunque editoriale del New York Times.
Oltre al question time, che permette agli americani di vedere come funziona la democrazia politica (al contrario delle nostre due Camere, composte da lobbisti per le corporations americane), C-Span ha anche mostrato i tre leader di partito mentre venivano interrogati da un gruppo costituito in gran parte da giovani sudditi della corona fantasma, con la supervisione di un giornalista politico esperto. Blair veniva aspramente accusato di aver mentito sul parere legale ricevuto in merito al diritto della Gran Bretagna di muovere guerra all'Iraq per la banda americana del petrolio e del gas. Questo pubblico dal vivo della Bbc faceva domande molto più informate e istruttive di quelle che l'intera stampa accreditata americana ha potuto fare a Bush e agli altri in occasione delle nostre recenti elezioni politiche. Ma gli americani non sono abituati a sfidare l'autorità in «tempo di guerra», come lo ha definito un presidente che ha ordinato l'invasione di due paesi che non ci avevano fatto alcun danno, e ora sta pianificando guerre future nonostante la mancanza di uomini e di soldi. Solo per averlo seguito, Blair ha dovuto rispondere a domande severe e informate, domande di un tipo a cui Bush non risponderebbe mai, nemmeno se fosse in grado di farlo.
Così, abbiamo visto cosa può fare la democrazia oltremare. Tutto sommato, un'esperienza scombussolante per chiunque sia così sciocco da ritenere l'America democratica in tutto, tranne quando in preda alla furia imprigiona l'innocente e con gioia elegge il colpevole. Che fare? Come primo passo, invito i radical di C-Span che prendono sul serio la nostra Costituzione e il Bill of Rights a rivolgere la loro attenzione alla corruzione delle elezioni presidenziali del 2004, particolarmente nello stato dell'Ohio.
Uno dei deputati più utili - attualmente il più utile - è John Conyers, un democratico del Michigan che, in qualità di membro anziano di minoranza della Commissione giustizia, ha guidato i parlamentari democratici della Commissione e i loro collaboratori nel cuore dell'America profonda, nella Riserva Occidentale; specificamente, nello stato non-così-rosso dell'Ohio, un tempo conosciuto come «la madre dei presidenti».
Conyers c'è andato per rispondere alla domanda che la minoranza degli americani affezionata alla repubblica sta ponendo dal novembre 2004: «Che cosa è andato storto in Ohio?». Egli è troppo modesto per riferire le difficoltà che deve aver superato, anche per mettere insieme il suo team nonostante la trionfalistica maggioranza repubblicana al Congresso, per non parlare dell'improbabile erede di se stesso, George W. Bush, la cui scelta originale da parte della Corte Suprema ha prodotto molti articoli su cosa sia andato storto in Florida nel 2000.
Questi hanno portato alle scuse del giudice John Paul Stevens per il comportamento della maggioranza di 5 a 4 della Corte nella vicenda «Bush contro Gore». Bush lo sconfitto ha poi mosso guerre non dichiarate all'Afghanistan e all'Iraq, producendo inoltre i più grandi deficit della nostra storia e la rivelazione che le politiche di un'Amministrazione che, un po' come il conte Dracula rifuggiva dagli spicchi d'aglio, rifugge dal dare conto del proprio comportamento, sono state responsabili dell'omicidio e della tortura dei prigionieri - secondo stime del Pentagono, prelevati a caso nel 70-90% dei casi - facendoci odiare da un miliardo di musulmani e suscitando il disgusto di quello che viene chiamato «mondo civilizzato».
Essendomi stato chiesto di prevedere chi avrebbe vinto nel 2004, ho detto che Bush avrebbe perso di nuovo, ma ero fiducioso che nei quattro anni tra il 2000 e il 2004 la propaganda creativa e la scelta degli addetti elettorali avrebbe potuto essere perfezionata al punto di assicurargli una vittoria ufficiale. Un rapporto di Conyers, Preserving Democracy: What Went Wrong in Ohio (Preservare la democrazia: che cosa è andato storto in Ohio), dimostra con dovizia di dettagli che lo swing state dell'Ohio è stato attentamente gestito in modo da offrire la vittoria apparente a Bush, anche se Kerry risulta essere stato il vincitore popolare nonché il mancato capoclasse nominato dai grandi elettori.
Invito gli aspiranti riformatori della nostra politica e di anacronismi come il collegio elettorale a leggere l'utile guida di Conyers su come rubare un'elezione una volta messo al posto giusto colui che controlla le procedure elettorali in un singolo stato: in questo caso, il segretario di stato dell'Ohio Kenneth Blackwell, che ha orchestrato una famosa vittoria per coloro che odiano la democrazia (una minoranza permanente ma appassionata). Il Rapporto Conyers afferma categoricamente: «Per quanto riguarda i fatti di cui siamo venuti a conoscenza, in breve, osserviamo che in Ohio si sono verificate irregolarità e anomalie di voto massicce e senza precedenti. In molti casi queste irregolarità sono state causate da comportamenti illegali e scorrettezze intenzionali, molte delle quali hanno visto partecipe il segretario di stato Kenneth J. Blackwell, condirettore della campagna Bush-Cheney in Ohio». In altre parole, una riproposizione dello scenario della Florida nel 2000, quando il direttore della campagna per Bush e Cheney era anch'egli il segretario di stato. La lezione? Programmare sempre per almeno altri quattro anni.
Negli Stati Uniti d'Amnesia è ben noto che non solo l'Ohio ha avuto un numero considerevole di nuovi elettori, ma che Blackwell e la sua gang, attraverso «la scorretta collocazione delle macchine per il voto hanno portato a file lunghe e senza precedenti, che hanno privato del diritto di voto moltissimi elettori, se non centinaia di migliaia, in modo particolare quelli appartenenti alle minoranze, e i democratici». Negli ultimi anni molti di noi hanno messo in guardia sul pericolo delle macchine per il voto elettronico, a cominciare dalla denuncia su Internet dell'investigatrice Bev Harris, che è stata coperta di insulti dai funzionari di compagnie come Diebold, Sequoia, ES&S, Triad. Quest'ultima compagnia per il voto computerizzato «ha sostanzialmente ammesso di avere fornito dei "fogli falsi" a coloro che conteggiavano i voti, durante il nuovo conteggio in numerose contee. Questi fogli dicevano agli incaricati elettorali quanti voti dovevano trovare per ciascun candidato, e quanti voti in più e in meno dovevano calcolare per far coincidere il loro conteggio con il conteggio automatico. In questo modo, hanno potuto evitare di fare un conteggio manuale completamente nuovo in tutta la contea, previsto invece dalla legge statale».
Eppure, nonostante tutto questo lavoro, e questo potere economico, gli exit poll mostravano che Kerry avrebbe vinto in Ohio. Cosa è dunque successo?
Ho parlato più che a sufficienza di questo giallo, studiato così approfonditamente da Conyers, dai suoi colleghi del Congresso e dai loro collaboratori. Ma l'indagine non è stata limitata ai crimini contro la democrazia: il rapporto su «cosa è andato storto in Ohio» suggerisce anche una serie di soluzioni per rimettere le cose a posto. Inutile dire che questo rapporto è stato ignorato quando il collegio elettorale ha prodotto il suo esame, non verificato, dei voti stato per stato. Inutile dire che non è stata convocata alcuna commissione congiunta delle due Camere del Congresso per prendere in considerazione i vari crimini commessi e trovare i modi e i mezzi per evitare che si ripetano nel 2008, qualora ci sia consentito di tenere le elezioni una volta che ci saremo - unilateralmente - impegnati in un'altra guerra, questa volta contro l'Iran. Ad ogni modo, grazie a Conyers, la scritta è lassù sul muro e tutti possiamo vederla chiaramente: «Mene, mene, tekel, upharsin». Gli studiosi della Bibbia conosceranno il significato di queste parole che Dio rivolse a Baltassar e ai suoi accoliti della vecchia Babilonia.
copyright The Nation
traduzione Marina Impallomeni
traduzione Marina Impallomeni