martedì 14 ottobre 2003

"psicoterapia" di guerra

Corriere della Sera 14.10.03
AL FRONTE
Il Pentagono arruola psicologi per curare il male oscuro dei soldati
Dopo 13 casi di suicidio, allarme per la stanchezza delle truppe in prima linea


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C'è il fuoco nemico. Quello «amico» di chi uccide per errore un compagno in combattimento. E quello «molto amico» di chi decide di farla finita. E' la piccola storia di Corey Small, 20 anni, sposato, con una figlia di due. L'ha raccontata Usa Today: il 3 luglio in una base di Bagdad il soldato Small si è sparato un colpo alla testa dopo aver chiamato casa, davanti ai commilitoni in coda al telefono. Come lui, secondo i dati diffusi dallo Stato Maggiore della Difesa, negli ultimi sette mesi almeno 10 soldati e tre marines si sono tolti la vita in Iraq. Altri dodici decessi «sospetti» sono sotto inchiesta. Su base annua corrisponde a 17 suicidi ogni 100 mila militari. Di solito nelle forze armate (come nella popolazione civile) il tasso è di 10-13.
Nel 2002 è stato di otto. Quest'anno il doppio. L'Iraq peggio dell'Afghanistan. Dati che hanno indotto il Pentagono a inviare un team di dottori per indagare sul morale delle truppe. Un contingente di psicologi, psichiatri, assistenti sociali ha fatto parlare a ruota libera un campione di 700 soldati.
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