martedì 9 dicembre 2003

Piero Fassino continua a fare interessanti rivelazioni sul proprio pensiero

Dopo aver comunicato a tutti in una intervista a Repubblica pochi giorni fa (inserita in questo blog alla data del 6.12.03) di aver studiato dai gesuiti e di essere un credente ("non sono né ateo, né agnostico"), il segretario dei Democratici di Sinistra, con una lettera aperta sulla prima pagina de L'Unità di oggi, 9 dicembre, dichiara la propria fede anche nella neuropsichiatria di impostazione freudiana del Prof. Giovanni Bollea, autore, fra l'altro, del celebre "Le madri non sbagliano mai" edito da Feltrinelli, ringraziandolo caldamente per il suo lavoro teorico, nell'occasione degli auguri per il suo novantesimo compleanno... ai quali, comunque, pur privi di quella fede, naturalmente ci associamo...

Il Prof. Giovanni Bollea, nato a Cigliano nel 1913 è considerato l'innovatore della neuropsichiatria infantile italiana del dopoguerra: formatosi a Losanna, Parigi e Londra, è professore emerito presso l'Università "La Sapienza" di Roma, dove tuttora vive e lavora. Fondatore e direttore dell'Istituto di neuropsichiatria infantile di via dei Sabelli, primo presidente della società italiana di neuropsichiatria infantile (Sinpi), ha inoltre ricoperto i più prestigiosi incarichi della specialità in campo internazionale

Giovanni Bollea, Le madri non sbagliano mai Editore: Feltrinelli 1999
Lit.12586 Eur. 6,50 Universale Economica Feltrinelli, in commercio


L'Unità 8.12.03
Ci ha insegnato a prendere sul serio i nostri figli.
Ai 90 anni di Giovanni Bollea
di Piero Fassino


Caro Giovanni,
scrivere una lettera di auguri per i tuoi 90 anni è per me motivo di gioia: per le nostre comune radici di piemontesi trapiantati a Roma, per i comuni ideali politici in cui entrambi crediamo, per quel comune modo di essere schivo e un po' ritroso, a cui persino il nostro fisico, alto magro e secco, allude.
Ma soprattutto mi piace scriverti per esprimere la gratitudine immensa che tutti ti dobbiamo per la straordinaria lezione di umanità e di amore che hai trasmesso alle generazioni che ti hanno seguito; a tanti papà, mamme, nonne, zie che grazie a te hanno amato meglio i piccoli; a educatori, insegnanti, operatori che tutti hanno imparato da te a guardare i bambini non solo con gli occhi degli adulti.
Grazie per averci insegato che non c'è foresta più indispensabili al respiro del pianeta di quella costituita dai bambini, piccoli alberi che debbono crescere, sostenuti e protetti, all'ombra dei grandi vecchi alberi, per ereditarne la forza, l'esperienza, la testimonianza, il senso della storia e la voglia di continuare Grazie per averci educato a considerare un bambino come una persona fin dalla più tenera età e, soprattutto ad, ad ascoltare i bambini, le loro domande, le loro sofferenze, i loro bisogni; a «prenderli sul serio» e da lì partire per assicurare anche ai più piccoli diritti. E grazie per averci insegnato che si è adulti più maturi se si è stati bambini amati e che non spegnere il sorriso di un bambino, è il modo più concreto con cui noi adulti possiamo batterci perché il mondo sia più giusto, più libero, più umano.
Auguri, caro professor Bollea, maestro dei bambini, maestro di tutti noi!
Con affetto, un grande abbraccio
Piero Fassino