mercoledì 25 febbraio 2004

contestata la nomina del nuovo coordinatore
dell'area psichiatrica del Lazio

Corriere della Sera 25.2.04
La scelta della Regione criticata da associazioni di malati
Psichiatria, è bufera
Cantelmi nominato coordinatore. «Troppi soldi ai privati»


La Regione nomina Tonino Cantelmi dirigente responsabile dell’area psichiatrica, ma le associazioni dei parenti dei malati e Giulia Rodano, consigliere regionale Ds, criticano il provvedimento e accusano la politica della giunta regionale sulla salute mentale di avere «assegnato troppi finanziamenti alle cliniche private e danneggiato quelle pubbliche, dove mancano 250 letti per malati acuti». Marco Verzaschi, assessore regionale alla Sanità, replica: «È un attacco pretestuoso: se criticano Cantelmi vuole dire che abbiamo scelto bene. Bisogna spendere di più per dare ai pazienti quello che aspettano da 20 anni, soprattutto i soggetti con pluripatologie».

Corriere della Sera 25.2.04
Critiche le associazioni. L’assessore: attacco pretestuoso
Psichiatria, polemica sul neocoordinatore «Rivuole i manicomi»
La Regione nomina Tonino Cantelmi
di Francesco Di Frischia


Tonino Cantelmi sta per essere nominato responsabile dell’area psichiatrica della Regione. La conferma viene dall’assessorato regionale alla Sanità, ma le associazioni dei parenti dei malati e Giulia Rodano, consigliere regionale Ds, criticano la nomina e accusano la politica regionale sulla salute mentale di avere «favorito le strutture private e danneggiato quelle pubbliche». Marco Verzaschi, assessore regionale alla Sanità, replica: «È un attacco pretestuoso: se criticano Cantelmi vuole dire che abbiamo scelto bene. Bisogna spendere di più per dare ai pazienti quello che aspettano da 20 anni, soprattutto i soggetti con pluripatologie». E la Regione ha imposto ai manager delle Asl di creare, entro un anno, almeno 125 letti sui 250 che mancano nei Servizi psichiatrici di diagnosi e cura (Spdc) del Lazio. Il provvedimento su Cantelmi, arrivato al termine di un bando pubblico dopo che il posto era rimasto vacante per due anni, diventerà ufficiale nei prossimi giorni. Il medico, esperto di psichiatria del Nuovo Regina Margherita, è uno dei promotori del disegno di legge «Burani Procaccini» all’esame del Parlamento per modificare la «Basaglia», la normativa del 1978 che ha abolito i manicomi. Proposta che, secondo associazioni e esponenti del centrosinistra, «vuole di fatto riaprire i manicomi - taglia corto Giulia Rodano - Questa è la ciliegia sulla torta della politica della giunta Storace, dopo la decisione di fare ricoveri per acuti anche in 13 cliniche neuropsichiatriche private. In cambio, ovviamente, le case di cura hanno incassato l’aumento delle rette per 50 euro al giorno».
Vanni Pecchioli, segretario regionale dell’associazione «Psichiatria democratica», aggiunge: «Non abbiamo nulla contro il medico Cantelmi, ma da tempo siamo preoccupati per le scelte della Regione». Secondo Pecchioli «il processo di riconversione stabilito dalla giunta con le cliniche ha tempi lunghi. E poi non sono state colmate le gravi carenze di letti e organici delle Asl che devono anche controllare l’assistenza nelle case di cura. Da Roma i malati finiscono per essere ricoverati fuori provincia». Il grido d’allarme viene condiviso da Maria Luisa Zardini, presidente di un’altra associazione, l’Arap: «Viviamo una situazione disastrosa da 25 anni: non vogliamo riaprire i manicomi, ma servono al più presto spazi adeguati per non lasciare i pazienti a carico delle famiglie». Considerazioni condivise da Maria Teresa Milani, responsabile del settore psichiatrico di «Cittadinanza attiva»: «L’accordo della Regione con le cliniche private rischia di innescare un circolo vizioso, senza promuovere percorsi terapeutici alternativi, necessari per reinserire malati nella società».
L’assessore Verzaschi respinge le accuse e precisa: «Le Asl dovranno controllare le cure su ogni paziente nelle 13 cliniche da riconvertire. E per i finanziamenti non c’è stato alcun aumento folle alle strutture private: abbiamo adeguato le tariffe, ferme da 10 anni, incrementando solo i rimborsi per la fase delle acuta, che è limitata ad un massimo di 10 giorni di ricovero. In cambio le cliniche dovranno aumentare il personale e la qualità dell’assistenza». E sull’accordo Verzaschi aggiunge: «Chi lo critica, chieda ai malati che non trovano risposta ai loro bisogni cosa ne pensano».