domenica 15 febbraio 2004

il racconto di una "strega"

Repubbica ediz. di Firenze 15.2.04
Sesso e diavoli, folle racconto

Dal libro "Gostanza da Libbiano" di Paolo Benvenuti, alcune righe di Laura Caretti che raccontano il meccanismo aberrante dell'interrogatorio inquisitoriale e il graduale crollo delle difese psichiche di Gostanza fino all'autoaccusa di stregoneria
Pag. 10-11


«Il talento affabulatorio di Gostanza è davvero straordinario. Una volta avviata sulla strada del viaggio notturno dalla domanda dell´inquisitore ("Interrogata se lei è mai ita la nocte a torno con altre donne che fanno la medesima professione come lei"), dopo un primo diniego, che le procura il supplizio della corda, il suo immaginario prende il volo e comincia a narrare di un paese fantastico che appartiene alla sua giovinezza dove "si ballava et cantava et mille feste", dove il diavolo "stava in una sedia bellissima" e intorno "li demoni parevano persone come noi, belli bellissimi et bene a ordine che non è alcuno di questo mondo". Comincia così a delinearsi, nelle sue parole, la mirabile "Città del diavolo", figurazione cangiante di un luogo di delizie, capovolgimento dell´immagine di un inferno di eterne pene e tormenti. Poi lo scenario si precisa, si accende di luci dorate, di colori variopinti, e prendono forma i palazzi di questa città "più bella che Firenze". Dapprima Gostanza sembra guardare da fuori le azioni di altre donne diverse da lei (sono vecchie, vengono da paesi lontani, sono loro che compiono sacrilegi, portando al diavolo delle "hostie grandi" ecc.), ma a un certo punto è lei ad entrare in scena da protagonista, giovane e bella, accanto al Diavolo Maggiore, sua favorita, appoggiata a una colonna tutta d´oro, in quel mondo dove tutto si può godere in grande abbondanza: il cibo, il denaro, il sesso. La confessione diventa sempre più "racconto" e gli inquisitori si fanno ascoltatori curiosi, avidi di sapere tanto da costringere la narratrice a ripetersi o a ribadire che già ha "detto altre volte", che già "tutto è scritto nelle carte", che già "ha raccontato ("Dettoli che seguiti di raccontare tutte le attioni che si facevano alla Città del Diavolo rispose che, come si era fatto quanto vi ho raccontato, si mangiava et si beveva, et si sollazzava et si stava allegramente")." Le sue battute si allungano progressivamente, e il viaggio nel regno del Diavolo Maggiore si carica di accenti blasfemi e di sfida alle "verità" della chiesa. E allora "falsa" diventa paradossalmente proprio quella confessione che le hanno estorto e lei è guidicata "fuora di cervello et impazzita"».

San Miniato, 1594. Gostanza, contadina e guaritrice, è accusata di stregoneria. Tali sono le torture da rinunciare a proclamarsi innocente. A questa vicenda il regista Paolo Benvenuti ha dedicato un film la cui genesi è raccontata nel libro Gostanza da Libbiano curato da Laura Caretti (Ets) che sarà presentato domani alla Biblioteca comunale centrale (v. Sant´Egidio 21, 17.30) nell´ambito di «Leggere per non dimenticare» insieme al saggio di Franco Cardini Gostanza la strega di San Miniato (Laterza): intervengono gli autori, Silvia Nannipieri, Marilena Lombardi; Lucia Poli leggerà pagine dal libro di Benvenuti. Proiezione di sequenze dal film.