ricevuto da una compagna... anonima
Ricerca sui piccoli fra i 4 e i 10 anni. Conclusioni allarmanti
Niente fiabe e troppa tv: in Italia bimbi insonni
I neuropsichiatri: i nostri bambini dormono 9 ore rispetto alle 11 dei coetanei europei. Le camerette? Spesso «adrenaliniche»
ROMA - Niente più fiabe prima della nanna. Solo cartoni animati, videogiochi o svaghi elettronici. E il sonno scivola via, arriva sempre più tardi. Luci Wiggs, uno dei più eminenti neuropsichiatri infantili, università di Oxford, è andata a vedere cosa fanno i bambini di 4-10 anni prima di coricarsi. Ed è giunta a conclusioni allarmanti: dormono tra le 2 e le 5 ore in meno rispetto alla generazione dei grandi, perché distratti da attività eccitanti, incompatibili con il letto. Due su tre abitano in camere definite «adrenaliniche» dalla nota specialista inglese perché attrezzate con televisione, computer e
(Archivio Corsera)
playstation, ovvero tecnologie che «svegliano i piccoli invece di invitarli alla calma necessaria per affrontare la notte». Un altro vizio dannoso è l’invio serale di messaggini col cellulare. Secondo gli studiosi di Oxford sono abitudini sbagliate che rischiano di influire a lungo termine sulla «salute psicofisica» dei giovani.
TV IN CAMERA - Le stesse cattive abitudini si ritrovano in Italia, come dimostrano i dati preliminari della ricerca che verrà presentata a giugno durante l’incontro della task-force internazionale sul sonno. Il 36% di 1.200 bambini romani tra 4 e 11 anni hanno la televisione in camera e, sui questionari, confessano di guardarla quando hanno già poggiato la testa sul cuscino. Il 50% si piazzano saldamente davanti allo schermo nelle ore che precedono l’appuntamento col letto. In media dormono dai 30 ai 60 minuti in meno rispetto a quanto sarebbe necessario (almeno 10 ore). A curare l’indagine, una coppia di neuropsichiatre che lavorano assieme da sempre. Le chiamano «le due Flavie»: Flavia Giannotti e Flavia Cortesi, università La Sapienza, Centro studi del sonno: «Dormire bene e a lungo è fondamentale - spiegano -. Bisogna prevenire i comportamenti sbagliati perché dalla sregolatezza possono svilupparsi disturbi gravi come insonnia e risvegli notturni. Le conseguenze immediate sono mancanza di attenzione e scarso rendimento a scuola. Rispetto ai coetanei europei, i bambini italiani sono in debito di sonno. Spengono la luce alle dieci anziché alle otto. Negli adolescenti il fenomeno è ancora più grave».
LETTONE - In un articolo appena pubblicato viene messa a fuoco statisticamente un’altra abitudine incongrua: il 5% dei bambini tra 4 e 10 anni trascorre nel lettone la notte intera, rannicchiato tra i genitori. Si addormenta e si sveglia con loro pur avendo a disposizione la propria cameretta. In genere succede ai figli di separati, di mamme a papà che fanno i turni o che, da piccoli, sono stati accolti durante l’infanzia sul rassicurante materasso a due piazze. «Non è un problema se il piccolo non fa storie quando deve dormire da solo o vuole accoccolarsi tra i genitori ogni tanto - distingue la Giannotti -. Il lettone è un segnale negativo quando diventa una pretesa irrinunciabile».
IGIENE - Come curare l’igiene del sonno? Ecco le raccomandazioni dei neuropsichiatri infantili. Ripristinare la sana abitudine della favola, letta prima di addormentarsi: le mamme, in genere, l’abbandonano invece dopo i primi tre anni. Niente televisione, videogiochi e attività elettroniche, che eccitano e non favoriscono l’arrivo di Morfeo. Via le bevande con caffeina, anche se leggere, nelle ore serali. Imporre ritmi regolari. Considerato che per gli scolari la sveglia è tra le 7 e le 7.30, non dovrebbero mai abbassare le palpebre oltre le 21, meglio le 20.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»