domenica 28 marzo 2004

dalle agenzie

Adnkronos Venerdì 26 Marzo 2004, 16:00
Depressione: Forma Bipolare Colpisce 5% Popolazione


Verona, 26 mar (Adnkronos) - Isolamento, disperazione, alternarsi di fasi maniacali a fasi depressive, idee suicide, che nel 50% dei casi sfociano in un tentativo, che purtroppo riesce in 15-20 casi su 100. E' la depressione bipolare, un disturbo che arriva a colpire fino al 5% della popolazione generale, secondo le ultime stime. La depressione bipolare e' al centro di un convegno, che riunisce 300 esperti, provenienti da tutto il mondo, oggi e domani, presso il Centro ricerche in Psichiatria di GlaxoSmithKline, a Verona. ''Si tratta di un problema medico sottodiagnosticato'', secondo il professor Giovanni Battista Cassano dell'Universita' di Pisa. ''I problemi iniziano con l'effettiva diagnosi, quando si riscontra che la richiesta di trattamenti efficaci, soprattutto per la fase depressiva, rimane ancora largamente insoddisfatta'', commenta il professor Joseph Calabrese di Cleveland. E sul fronte delle cure, una efficace risposta potra' arrivare da lamotrigina, un farmaco ritenuto da esperti uno 'stabilizzatore dell'umore', caratterizzato da una maggiore tollerabilita' rispetto ai trattamenti finora disponibili, e capace di agire sulla componente depressiva, quella di solito piu' invalidante e pericolosa per il paziente. (Red-Ife/Adnkronos Salute)

Adnkronos Kataweb.salute 26.3.04
Verona, 13:40
Depressione bipolare: i farmaci contro il suicidio


Oscillare tra una mania di grandezza che fa uscire dalla realtà e uno stato di grave malinconia che spinge a pensieri estremi. Sono 200mila circa gli italiani che soffrono di depressione bipolare, con episodi alternati di euforia e depressione.
Un disturbo che, nella rapida ciclicità delle manifestazioni, provoca il più alto numero dei suicidi. Si calcola che ogni giorno due pazienti muoiano per suicidio, nella maggiora parte dei casi durante i primo 10 anni dalla diagnosi. Il miglior trattamento farmacologico è costituito da due preparati. La lamotrigina, già impiegata come antiepilettico, agisce positivamente sul versante antidepressivo, mentre il litio, cui viene associata, su quello maniacale.
In questo modo si è in grado di costituire uno scudo protettivo verso i pericolosi alti e bassi della malattia. Lo ha detto il professor Giovan Battista Cassano, direttore del dipartimento di psichiatria all’università di Pisa, intervenendo al congresso internazionale sull’argomento in corso a Verona.
Circa le novità sulle cause, Cassano ha indicato genetica e ambiente. (gub)

Italia.donna.it
Ripensare la schizofrenia
di Marco Alessandrini


Ripensare la schizofrenia ripartendo da Chaslin significa innanzitutto spostarsi nel tempo e tornare agli anni in cui la malattia è stata scoperta e diagnosticata per la prima volta. In Germania lo fece Bleuler chiamandola, appunto, schizofrenia e in Francia, nello stesso tempo, Chaslin individuava la stessa nozione chiamandola discordanza. È un ritorno e punto di partenza dalla psicopatologia descrittiva francese che aspira tuttora a bilanciare, nel rapporto con i pazienti, tra riflessione ed emozione, astrazione e concretezza, riferimento ai concetti e attenzione alla singola persona. È un tentativo di ripensare non solo la schizofrenia, ma la psichiatria moderna tutta. Il saggio di Alessandrini, contenente diversi scritti di Chaslin, ripercorre teorie e concetti inerenti la schizofrenia, confusione mentale, rapporti tra sogno e delirio, tra mente e matematica e mente e linguaggio accomunando discorsi di oggi e discorsi di ieri.
Ripensando la schizofrenia, l’autore, in effetti ripensa le emozioni più profonde, quelle che anche ognuno di noi teme e che il confronto con le manifestazioni della

MARCO ALESSANDRINI, psichiatra, psicoanalista, insegna presso la Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università di Chieti ed è responsabile dell’attività territoriale presso il C.S.M. di Chieti. Si dedica da tempo al trattamento psicoterapeutico delle patologie più gravi e ai processi di creatività artistica nei pazienti psichiatrici. Traduttore e curatore di volumi di psichiatria e di psicoanalisi, curatore di una raccolta di scritti del fondatore della Società Psicoanalitica Italiana, direttore della collana «Psicopatologia ieri e oggi», è autore di alcuni testi tra cui i volumi Presente assenza o la visibile invisibilità delle psicosi (2000), Tra teatro e follia (2001), Eco a me stesso. La metamorfosi schizofrenica di Hölderlin in eco (2002).

Ansa.it Martedì 23 Marzo 2004, 12:54
PSICHIATRIA: DEPRESSIONE POST-PARTUM, NE SOFFRE 15% NEOMAMME


(ANSA) - ROMA, 23 MAR - Il 15% delle neomamme italiane si ammala di depressione post-partum, ma solo 2 donne su 10 riconoscono e curano questo disturbo. Proprio per accendere i riflettori su una sintomatologia troppo spesso trascurata, l'associazione 'Guida per Genitori', sostenuta dalla Fondazione Johnson&Johnson, ha realizzato una guida ad hoc, 'Depressione post-partum: come evitarla, come sconfiggerla', che sara' distribuita al personale medico e alle neomamme nei centri di sei regioni italiane. Ben 15 mamme su 100, dunque, vivono l'esperienza della depressione post-partum, un disagio psichico che insorge a distanza di un paio di mesi dal parto. Una percentuale tra il 30 e l'80% delle neomamme, inoltre, vive la fase del 'Baby Blues' (disagio che si presenta immediatamente dopo il parto e passa spontaneamente nell'arco di 7/10 giorni). Nella maggior parte dei casi, pero', avvertono gli esperti, la presenza di una depressione post-partum non e' riconosciuta ne' dalla donna ne' dai familiari. Sotto accusa e', soprattutto, l'insufficiente informazione. La depressione post-partum, ''oltre ad essere per la madre un periodo di estrema sofferenza psichica - afferma la psichiatra e psicologa Rosalba Trabalzini - diventa un elemento di disturbo nel rapporto madre-bambino. Per il bambino, infatti, un distacco affettivo precoce puo' comportare delle conseguenze al suo sano sviluppo emotivo''. La depressione post-partum insomma, sottolinea l'esperta, ''crea oggi una mamma depressa e potrebbe essere, domani, la causa di un adulto depresso''.
Ma quali sono i campanelli d'allarme? Alcuni segnali di insofferenza aiutano a riconoscere e quindi a prevenire il disturbo conclamato: irritabilita', disturbi del sonno, stanchezza e psicosomatizzazioni sono alcuni dei sintomi principali che compaiono, il piu' delle volte, a distanza di un paio di mesi dal parto ed aumentano in intensita' nelle settimane che seguono. Senza trattamento, la durata dell'episodio puo' variare da 4 a 8 mesi. Il problema, rilevano gli psichiatri, e' che difficilmente viene richiesto un aiuto medico, in quanto i primi segnali vengono scambiati di solito per semplice stanchezza. La conseguenza e' che oggi solo il 20-25% delle madri colpite riceve un trattamento appropriato.
Da qui l'iniziativa dell'associazione. In collaborazione anche con la Societa' Italiana di Medicina Perinatale e la Federazione Nazionale delle Ostetriche, il volumetto sulla depressione post-partum verra' offerto alle neomamme nei centri nascita delle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Campania e Puglia.
''Abbiamo sostenuto questo progetto ha commentato il direttore generale della Fondazione Johnson&Johnson, Gianfranco Belcaro perche' ha come obiettivo la salvaguardia della salute delle neomamme e dei bambini. Inoltre, questa tematica, malgrado il suo elevato impatto - ha concluso - e' stata fino ad ora troppo poco considerata''.(ANSA).

Ansa.it Venerdì 19 Marzo 2004, 18:38
PSICHIATRIA: ITALIA, IMPENNATA USO ANTIDEPRESSIVI PER BAMBINI


(ANSA) - ROMA, 19 MAR - In due casi su tre i farmaci antidepressivi vengono prescritti agli adolescenti dai 14 ai 17 anni e, fra questi, soprattutto alle ragazze.
In Italia la diffusione degli antidepressivi fra i giovanissimi e' decisamente inferiore rispetto a quella che si registra negli Stati Uniti e in Olanda, rilevano i ricercatori, tuttavia sulla base dell'indagine e' possibile stimare che nel nostro Paese circa 28.000 ragazzi abbiano assunto almeno una volta un antidepressivo.
Le ragioni dell'impennata delle prescrizioni di questi farmaci nei giovani? ''Una possibile spiegazione - ha rilevato Clavenna - potrebbe essere nel fatto che fino al 2000 gli antidepressivi erano in fascia C e di conseguenza non erano rimborsabili del Servizio sanitario nazionale. La rimborsabilita' ha probabilmente favorito la prescrizione''. Un'altra spiegazione secondo l'esperto, potrebbe essere nella maggiore efficacia e sicurezza degli antidepressivi di nuova generazione rispetto ai triciclici.
C'e' poi da notare che in almeno la meta' dei casi la terapia non viene prescritta in modo adeguato: i ragazzi assumono infatti il farmaco per un mese mentre, rileva Clavenna, e' necessario un periodo di prova di almeno due mesi per valutare l'efficacia di un antidepressivo. ''Il problema - ha osservato - che si prescrivono i farmaci solo per curare sintomi che non riguardano la depressione, l'uso degli antidepressivi diventa un modo per tamponare un problema che potrebbe essere affrontato in modo diverso che con i farmaci''.
A tutto questo, secondo il medico, c'e' da aggiungere che ''sui nuovi farmaci antidepressivi non e' ancora disponibile un sufficiente numero di dati basati sull'evidenza. Studi in questo senso sarebbero invece necessari e per essi sarebbe opportuno un finanziamento pubblico''.(ANSA).