domenica 28 marzo 2004

maschi e femmine

Repubblica 18.3.04
Stati Uniti pronti a modificare la legge che proibiva le discriminazioni sessuali in aula. In Italia il dibattito è aperto
Classi unisex a scuola? Promosse
La scienza: maschi e femmine troppo diversi, meglio separarli
Le ragazze spesso più diligenti e mature E i ragazzi per reazione diventano svogliati
CLAUDIA DI GIORGIO


ROMA - Classi miste? No grazie: meglio tornare all´istruzione separata, con gli alunni divisi per sesso. Ai primi di marzo, il dipartimento per l´educazione degli Stati Uniti ha annunciato di voler modificare l´applicazione del "Title IX", la norma, varata nel 1972, che proibiva la discriminazione sessuale nei programmi scolastici finanziati con denaro federale. Amministrazioni scolastiche e genitori potranno quindi scegliere se organizzare classi miste (la cosiddetta "coeducation") oppure classi "single sex". Mentre lo tsunami della riforma Moratti si prepara ad abbattersi sulla scuola italiana, questa può apparire una provocazione neoconservatrice. Invece, è una proposta sostenuta da persone di ogni colorazione ideologica (la difende, ad esempio, Hillary Clinton), e che si basa su uno tra i risultati più importanti dei recenti progressi delle neuroscienze: le differenze tra uomini e donne cominciano anzitutto dal cervello.
A dirlo è ormai una montagna di dati scientifici, che sottolineano differenziazioni sessuali sia a livello di strutture anatomiche sia di funzionamento. E poiché questa diversità sembra determinata in gran parte dagli ormoni, che intervengono già in età prenatale a "virilizzare" o "femminilizzare" il cervello, non stupisce che anche la maturazione delle capacità cognitive avvenga in modi e in tempi diversi, e che questo risulti particolarmente evidente negli anni della pubertà.
Sono ormai centinaia le ricerche che dimostrano che gli stili e i ritmi di apprendimento di ragazzi e ragazze sono molto distanti tra loro: non migliori o peggiori, semplicemente diversi. Di conseguenza, un insegnamento che li tratti come se fossero identici, utilizzando la stessa strategia didattica e pretendendo lo stesso tipo di rendimento, va a svantaggio di entrambi.
Attenzione: l´idea non è affatto di impartire un´educazione diversa nei contenuti a seconda del sesso, alle ragazze ago e padella e ai ragazzi martello e chiave inglese. È, anzi, l´esatto contrario, poiché l´obiettivo non è di seguire fantomatiche "propensioni innate" verso una materia piuttosto che un´altra, ma di potenziare al massimo le capacità individuali in ogni campo, rispettandone le peculiarità, perché ragazzi e ragazze possano sviluppare al meglio le loro risorse a trecentosessanta gradi. Numerosi studi, inoltre, indicano che le classi miste, anziché eliminare le discriminazioni sessuali, le rafforzano, perché l´insicurezza tipica dei giovanissimi li spinge a uniformarsi maggiormente ai ruoli sociali tradizionali, sia nel comportamento che nella scelta delle materie. I vantaggi, quindi, non riguardano solo la prestazione scolastica, ma lo sviluppo dell´intera personalità.
Secondo le ricerche, nelle classi "single sex", le ragazze si interessano più facilmente alle materie scientifiche, che scelgono quindi più spesso come carriera professionale nella vita, mostrano una maggiore stima di sé e sono più disponibili al dibattito e al contraddittorio.
Ma se le femmine sembrano favorite dalle classi separate soprattutto sotto il profilo dei comportamenti, dal punto di vista strettamente scolastico i più danneggiati dall´educazione mista appaiono i maschi. Che sviluppano più tardi e più lentamente in settori come le abilità linguistiche, che invece sono privilegiate dalla scuola, apprendono più facilmente se lo stile di insegnamento è dinamico anziché libresco, e risentono dell´onnipresenza femminile nel corpo insegnante, che nega loro modelli dello stesso sesso con cui identificarsi. Nel confronto con le coetanee più diligenti e mature non reggono il ritmo, per cui diventano disattenti e svogliati, e spesso restano indietro. Non è un caso, dicono gli esperti, se nelle scuole superiori gran parte della dispersione scolastica riguarda i ragazzi.

L´INTERVISTA
Parla Leonardo Tondo, docente di psicologia a Cagliari e alla Harvard Medical School
"Non è questione di intelligenza cambia solo il modo di apprendere"
Purtroppo la scuola italiana è estremamente rigida e molti talenti finiscono per essere sprecati
Non c'è bisogno di dividere gli studenti per sempre: potremmo far convivere corsi misti e separati


ROMA - «Non si tratta di separare per dividere, ma di rispondere meglio all´evoluzione cognitiva dei bambini». Leonardo Tondo, docente di psicologia all´università di Cagliari e lecturer alla Harvard Medical School di Boston, in Italia è stato tra i primi a sottolineare i rischi dell´istruzione impartita nelle classi miste.
Insomma, siamo così diversi da dover studiare separatamente?
«È una questione di modi e di tempi, non di intelligenza: sono le abilità che maturano in modo diverso. Le ragazze hanno maggiori capacità verbali, e le sviluppano presto, mentre i loro coetanei maschi sono forzati ad apprendere cose in cui sono pronti, a scapito di altre capacità, come quelle visivo-spaziali, che in loro maturano prima. Questa forbice crea problemi che permangono per tutto il periodo scolastico, poiché è solo intorno ai 18-20 anni che le differenze si compensano».
Sembra che i disagi siano soprattutto nell´adolescenza: secondo lei da quando bisognerebbe iniziare a dividere le classi?
«Dal punto di vista dello sviluppo cognitivo, in realtà, avrebbe senso già dalle elementari. Il problema è che la scuola italiana è estremamente rigida, non dà alcuna possibilità di scegliere in base alle capacità dei singoli ragazzi, non consente lo sviluppo delle risorse intellettuali individuali. Negli Stati Uniti sopperiscono parzialmente al problema consentendo di scegliere le materie, noi le risorse dei nostri ragazzi molto spesso le sprechiamo».
Sembra che ad essere più colpiti siano soprattutto i maschi, specie nelle scuole superiori.
«I ragazzi sono quelli che sembrano soffrire maggiormente della situazione, infatti è soprattutto a loro che vengono diagnosticati disturbo di apprendimento e di attenzione. E spesso a farsi carico del problema devono essere le famiglie, con lezioni private, i cui costi sono all´origine di una concreta discriminazione per censo».
Ma separando maschi e femmine non si rischia di perdere il vantaggio della socializzazione tra i due sessi negli anni più formativi?
«Non è detto che debba trattarsi di una separazione netta e definitiva. Potrebbero esserci corsi misti e corsi separati, la scuola potrebbe associare a un diverso tipo di istruzione momenti di vita in comune. Non si deve cadere nell´eccesso opposto. Il problema da risolvere è l´incapacità di mirare l´insegnamento all´individuo. Maschio o femmina che sia». (c.d.gio.)