Corriere della Sera 28.3.04
Leggende di sante, martiri e diavoli raccontate dallo svizzero Keller con un filo d’ironia
Che nostalgia, il tempo dei miracoli
di Paola Capriolo
«Su fondo oro»: così il grande scrittore zurighese Gottfried Keller pensava inizialmente di intitolare le sue Sette leg gende, ora apparse da noi nella nuova traduzione di Anna Rosa Azzone Zweifel; e davvero esse possiedono la grazia incantata di certi antichi dipinti o di miniature eseguite con mano lieve e precisa. Keller attinge alla tradizione agiografica per narrare vite di martiri e di sante, storie di tentazioni e di miracoli, di conversioni e patti con il diavolo, il tutto filtrato attraverso un'ironia sottile e garbata, molto simile a quella cui ricorrerà quasi un secolo dopo Thomas Mann rielaborando nell'«Eletto» la leggenda di papa Gregorio. Da buon allievo di Feuerbach, Keller si mostra ovviamente lontanissimo da ogni intento agiografico. Come afferma nella prefazione, ad attrarlo verso quelle leggende è stato piuttosto il «profano piacere di narrare» che esse riflettono quasi loro malgrado e il gusto di riplasmarne le «figure incompiute e fluttuanti» volgendole verso un punto cardinale del tutto diverso da quello cui guardavano nella versione tradizionale: non verso la beatitudine eterna, ma verso le gioie della vita terrena, verso un'umana pienezza che finisce col trionfare di tutte le mortificazioni imposte dall'ascesi.
Partendo da simili premesse, il rischio di scadere nella goliardia era evidentemente molto grande, eppure Keller vi sfugge sempre, per un miracolo che appare ancora più meraviglioso dei tanti descritti in queste pagine con giocoso candore. Un miracolo dello stile, appunto, che mentre ne sorride riesce a mantenere intatto il «fondo oro» sul quale si stagliano le sue figure ed è governato da un'armonia così perfetta da costringere all'ammirazione. Ma soprattutto, a distinguere radicalmente le Leggende di Keller da ogni facile parodia è l'atmosfera malinconica che le pervade, ora impercettibile, dissimulata dal sorriso, ora prorompente con accenti quasi accorati, come quando nella Piccola leggenda della danza le muse intonano in paradiso il loro canto struggente strappando lacrime di nostalgia ai profeti, ai santi, ai patriarchi, a «quanti un tempo avevano camminato o riposato sulla verde terra».
Il libro di Gottfried Keller, «Sette leggende», traduzione di Anna Rosa Azzone Zweifel, editore Marsilio, pagine 248, 13 euro
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