domenica 28 marzo 2004

un fratello

Repubblica, ed. di Firenze 28.3.04
LA TESTIMONIANZA
Dopo l'annuncio che psichiatria a Torregalli verrà rimodernata
"Un reparto scandaloso così dice la mia storia"
"Fino a quel novembre 2000 avevo un bel fratello...poi volò giù dalla finestra"


Dopo l´articolo sulla situazione della psichiatria di Torregalli un lettore ci ha scritto questa testimonianza, chiedendo che il suo nome non venisse pubblicato.
Fino ai primi giorni del novembre 2000 avevo un fratello, un bellissimo fratello: alto, biondo, occhi verdi... Il guaio era la sua malattia, una delle più terribili e spesso oggetto dell´ignoranza (non cattiva) della gente. La malattia psichiatrica è terribile, mette a dura prova chi viene colpito e innesca un processo che distrugge intere famiglie. La mia, dopo quattro terribili anni, sta cominciando a riprendersi.
Chi scrive ha 23 anni e ancora un gran bisogno dei genitori, un´ottimo motivo per non arrendersi. Mio fratello ha avuto problemi riguardanti la personalità fino dalla adolescenza, visitato da miriadi di luminari della materia, il leit-motiv era lo stesso: «E´ un problema di crescita, si risolverà con gli anni». Analisi più errata non ci poteva essere. Infinite le circostanze drammatiche in cui ci siamo trovati. L´iter era sempre lo stesso. Psicofarmaci che annientavano la persona e problema risolto momentaneamente, poi ricoveri nella psichiatria di Torregalli. Alla fine dell´ottobre 2000 la crisi più grave: vedevo mio fratello arreso al suo male. Penultimo atto: solito ricovero a Torregalli e dimissioni affrettate per la cronica mancanza di posti letto nello scandaloso reparto. L´epilogo non era lontano. Ultima crisi, ennesimo tentativo di «autocurarsi» da parte del malato: cocktail di psicofarmaci ed alcol. Il cervello perde la poca lucidità rimasta. Io ero accanto al suo letto, cercavo di tranquillizzarlo per evitare il ricovero. Poi la calma apparente, vado a lavarmi i denti in bagno e all´improvviso sento il rumore della tapparella, di scatto torno in camera sua, finestra aperta e lui che si è lanciato nel vuoto. Un secondo in meno e l´avrei ripreso, continuo a ripetermi. Ma il destino era già scritto.
Voglio rendere pubblica non solo l´importanza, spesso ignorata, delle patologie psichiatriche, ma anche raccontare la situazione di Torregalli, che a quattro anni dall´accaduto è sempre più scandalosa. In quel reparto ho visto uno schifo totale: uomini e donne ricoverati insieme, la cucina per le scale, servizi igienici insufficienti. Ieri ho letto sul vostro giornale che la struttura verrà rimodernata: tutto completamente sbagliato. E´ inutile ristrutturare un reparto al quinto piano di un ospedale, sembra di entrare in prigione. I malati non possono prendere aria nella terrazza protetta da barriere di plexiglas, perché un paziente qualche anno fa si è arrampicato ed è volato di sotto. L´ottusità dei dirigenti sta proprio qui, per combattere questa terribile malattia occorrono strutture efficienti, magari al piano terra per evitare spiacevoli sorprese, giardini, spazi all´aria aperta in cui i pazienti cerchino una via d´uscita dal loro problema seguiti da personale specializzato che li aiuti ad integrarsi nel mondo del lavoro. Io sono ancora qui a chiedermi: «Se mio fratello non fosse stato dimesso in fretta e furia per mancanza di posti letto, lo avrei ancora qui accanto a me?». Risposta del responsabile del sevizio di psichiatria di allora: «Avevamo deciso di dimetterlo perché era quello che stava meglio...». La mia rabbia cresce leggendo le dichiarazioni dei dirigenti Asl: serve una totale revisione del servizio di psichiatria, le chiacchiere non bastano.