venerdì 19 marzo 2004

il manoscritto di Dino Campana

Repubblica, ed. di Firenze 19.3.04
Aggiudicato all'asta con 213 mila euro il manoscritto de "Il più lungo giorno"
L'Ente Cassa ce l'ha fatta, Campana torna a Firenze

Il documento sarà accessibile a tutti in una biblioteca, forse la Nazionale
Speranza: "È andata bene, prezzo esorbitante, non avremmo potuto salire"
di MARA AMOREVOLI


AGGIUDICATO a Firenze. Alla sua città. E al pubblico di studiosi e bibliofili che vorranno consultarlo. Il manoscritto de «Il più lungo giorno» del poeta Dino Campana è stato acquistato ieri all´asta dall´Ente Cassa di Risparmio per 175 mila euro. Il lotto numero 20 con il prezioso documento è stato battuto alle ore 15.15 nelle sede romana della Casa d´aste Christie´s: silenzio in sala mentre in collegamento telefonico da Firenze c´è Edoardo Speranza, vicepresidente dell´Ente Cassa incaricato della trattativa. La base d´asta è 150 mila euro. Parte la contesa. Dura pochissimo: due soli rilanci, uno di un privato presente in sala che si ferma subito e lascia campo libero alla banca fiorentina. Che infine se lo aggiudica a 175 mila euro. Anzi a 213.425 euro, diritti d´asta compresi precisano da Christie´s.
«Ce l´abbiamo fatta, non è andata male - tira un sospiro di sollievo Speranza - il prezzo era esorbitante e non avremmo potuto seguirlo oltre i 200 mila euro. Ora siamo contenti di questa nuova acquisizione per la città, che pur restando di nostra proprietà, sarà affidata ad una importante biblioteca pubblica, a disposizione degli studiosi. E quanto prima comunicheremo a chi darlo».
Si complimenta per il lieto fine dell´operazione anche il poeta Mario Luzi: il primo a dare l´allarme per la possibile dispersione privata del piccolo e preziosissimo quaderno in cui Campana annotò i suoi celebri versi, sia pure meno intensi dei futuri «Canti orfici». «Sono davvero felice che resti di proprietà pubblica e quindi fruibile. E poi a Firenze, il luogo ideale - afferma Luzi - Quanto a dove collocarlo, il posto di perentorietà è la Biblioteca nazionale centrale. più del Gabinetto Vieusseux, della Fondazione Primo Conti, dove è vero che sarebbe in compagnia di altri scritti di Papini e Campana, ma è situata un po´ fuori mano. Nulla è paragonabile alla Biblioteca nazionale. Che dire, se non che sono contento che in questa città non ci siamo spogliati anche di queste penne?».
L´acquisizione era in parte già certa. Dopo che il documento ritrovato nel 1971 era rimasto per anni in custodia nelle mani di un notaio a cui era stato affidato dagli eredi di Campana, che solo ora lo hanno affidato a Christie´s per venderlo, l´interesse era salito alle stelle: «Come pure il prezzo, esagerato e fagocitato dalle notizie di stampa - afferma il vicepresidente dell´Ente Cassa - se gli eredi avessero fatto un´offerta alle istituzioni fiorentine, sarebbe stato più semplice e meno oneroso». Già, tanto più che anche l´assessorato alla cultura di Palazzo Vecchio, il Comune di Marradi e quello di Campi Bisenzio, con la Provincia di Firenze insieme alla Regione Toscana erano pronti a dare un contributo di 80 mila euro per l´acquisto. Ma l´Ente Cassa di Risparmio ha voluto partecipare da sola alla battuta all´incanto, pronta a fare la sua parte senza partner. E ora quel quaderno scritto a penna da Campana, prima con mano ferma e poi più frenetica, considerato il testo base dei «Canti orfici», dopo lunghe peregrinazioni tra le residenze degli eredi, le figlie del fratello del poeta, diventa patrimonio visibile a tutti come la sua poesia.