venerdì 19 marzo 2004

schizofrenia pesce elettrochoc

una segnalazione di Sergio Grom e di Paolo Izzo

Venerdì di Repubblica 19.3.04
Depressi? Provate con un po' di salmone

O con le acciughe, le trote, le sardine. Tutti alimenti ricchi di Omega-3 che spazzerebbero via i sintomi. Ma c'è anche la cura con la luce, del sonno, dei campi magnetici... Addio pillole? Il futuro è la bioterapia?
di Anna Capelli


Combattere la depressione senza ricorrere a farmaci e psicanalisi? Secondo lo psichiatra francese Davíd Servan Schreiber, docente all'Università di Lione e in quella statunítense di Pittsburgh, è possibile. Nel mesi scorsi il suo libro (Guérir le stress, l'anxieté et la dépression sans médicaments ni psychanalyse, pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer con il titolo Guarire, pp. 306, euro 17) ha suscitato non poche polemiche oltralpe. Ma anche l'interessamento della comunità scientifica. Una delle tesi sostenute da Servan Schreiber, e cioè che gli acidi grassi omega-3 abbiano effetti antidepressivi, è stata presa in considerazione in un convegno sulle terapie anti-invecchiamenio e la biontologia (una nuova disciplina che studia la relazione tra salute psichica e fisica) svoltosi qualche settimana fa a Merano. E al San Raffaele di Milano da gennaio si sta sperimentando su una quindicina di pazienti affetti da depressione proprio una terapia a base di omega-3.
«La scienza ha dimostrato che questi grassi, fondamentali per la fluidità delle membrane cerebrali, diminuiscono del 60 per cento l'incidenza dell'Alzheimer», dice Servan Schreiber. «Tra i popoli che consumano più pesce, come i giapponesi, la depressione post-parto è da 3 a 20 volte inferiore a quella dei paesi occidentali. Le riserve di omega-3 sono nettamente superiori nei soggetti normali che in quelli depressi. E, soprattutto, poche settimane di trattamento con olio di pesce modificano la struttura stessa del cervello e riducono fortemente i sintomi legati allo stato depressivo».
Ma quanti ornega-3 ci vogliono per I spazzar via la depressione? «Perché i siano efficaci è necessario assumerne quotidianamente almeno 2 grammi di olio concentrato di pesce, integrando l'alimentazione con vitamina E, C e selenio, per evitare l'ossidazione degli omega-3 nell'organismo», suggerisce lo psichiatra francese. Ma chi vuole puntare sulla prevenzione può anche limitarsi a modificare le proprie abitudini alimentari, aumentando il consumo di pesce, in particolare di quello che vive in acque fredde, ricco di grassi: salmone, trota, sgombro, acciughe, sardine.
Tuttavia gli omega-3 sono solo una i delle strategie anti-ansia suggerite da Servan Schreiber. Per rimuovere le tracce di traumi e di eventi dolorosi del passato, che spesso condizionano lo stato emotivo, lo scienziato suggerisce per esempio l'Emdr, una tecnica che consiste nel muovere con regolarità davanti agli occhi del paziente una bacchetta, in modo che il suo sguardo vada da destra a sinistra come se seguisse una partita di tennis. «In pochi minuti», dice Servari Schreiber «i movimenti oculari, dei tutto simili a quelli della fase Rem dei sonno, inducono la riattualizzazione e il superamento dei traumi. I risultati sono spettacolari: dopo tre sedute, l'80 per cento delle persone non presenta più sintorni».
Troppo bello per essere vero?
Non proprio. Un approccio al trattamento della depressione aperto al contributo di metodi naturali e di tecniche inconcepibili fino a pochi anni fa caratterizza anche il dipartimento di psichiatria dell'Ospedale San Raffaele di Mílano, diretto dal professor Enrico Smeraldi. «Nel nostro centro per i disturbi dell'umore», dice Smeraldi, «applichiamo con successo la terapia della privazione di sonno: il paziente rimane sveglio per 36 ore, ha una notte di recupero, poi ricomincia per tre volte l'alternanza di veglia prolungata e di sonno. Spesso tre sedute sono sufficienti per ottenere il miglioramento o la risoluzione del problema, attraverso una stimolazione della serotonina più veloce di quella ottenibile con un farmaco».
Molto probabilmente agisce sui neurotrasmettitori che trasportene la serotonina anche la light therapy che si applica al San Raffaele da quando ci si è accorti di una strana anomalia. «II nostro reparto ha alcune stanze esposte a est e altre esposte a ovest», spiega Smeraldi. «Conteggiando i giorni di degenza, abbiamo notato che i pazienti ricoverati a est venivano dimessi in media quattro giorni prima degli altri. L'unica differenza era la luce cui erano esposti. Di qui l'idea di usare la luce come terapia. Il paziente compila un questionario, in base al quale si stabilisce qual'è l'ora del giorno in cui è più ricettivo e, al momento stabilito, rimane in una stanza per trenta minuti, a distanza ravvicinata (un metro, un metro e mezzo) rispetto a una luce verde. I risultati sono ottimi».
Nello stesso centro si applica da un anno e mezzo anche la Tms, o stimolazione magnetica transcranica. «È un metodo indolore e non invasivo», dice Adelio Lucca, del Dipartimento di psichiatria del San Raffaele. «Nei depressi gravi si registra una minor irrorazione sanguigna della corteccia cerebrale e un diminuito consumo di glucosio. Noi, applicando per pochi secondi un campo magnetico, produciamo una stimolazione elettrica delle cellule corticali, che riequilibra il metabolismo e ha un effetto antidepressivo». Un po' come accadeva con l'elettrochoc. «Il principio è lo stesso», dice Lucca, «ma la pratica è del tutto innocua. E dà risultati eccellenti dopo una o due settimane di trattamento, con risposte analoghe a quelle degli antidepressivL Noi siamo l'unico centro in Lombardia autorizzato a praticare elettrochoc, ma, grazie alla Tms, siamo passati da 30 elettrochoc all'anno a uno».
E gli omega-3 prescritti al suoi pazienti da Servan Schreiber funzionano? «Dopo aver letto il libro, abbiamo deciso di sperimentarli anche noi», risponde Lucca. «Da 3 mesi un gruppo di pazienti segue una dieta che comprende capsule di omega-3, anche se questo non significa escludere i farmaci. È comunque troppo presto per sapere se gli acidi grassi sono davvero efficaci». Insomma, questa commistione tra tecnologie di punta e terapie dolci non trova opposizione tra gli psichiatri italiani. E nemmeno tra gli psicoanalisti. «Era tempo che s arrivasse a una riconsiderazione degli approcci terapeutici», dice Gherardo Amadei, professore di psicopatologia dello sviluppo all'Università Cattolica di Milano. «Forse queste sono davvero le terapie del futuro». Che Servan Schreiber, tra l'altro figlio del fondatore del settimanale francese L'Express, abbia davvero inaugurato l'età dell'ex-stress?

L'opinione di Giovanni Battista Cassano: nei casi gravi serve
Ma lo psichiatra va controcorrente: meglio l'elettrochoc


«I RISULTATI Di METODI NATURAU come la light therapy sono modesti, nulli quelli degli omega-3 e tutti ancora da dimostrare quelli della stimolazione magnetica. Ma l'efficacia delle teraple ellettroconvulsivanti sulle depressioni gravi è largamente provata». Giovanni Battista Cassano, direttore dei Dipartimento di psIchiatria dell'Università di Pisa non usa mezzi termini. Ma l'elettrochoc non era stato abbandonato? «Da noi mai. Abbiamo conservato una teralpia salvavita per i depressi con propositi sulcidi o resistenti al fannaci, per le psicosi acute o le ferma manlacail gravi. D'altra parte se la si udlìzza per combattere Parldnson o epilessia nessuno è contrario». Non è rischlosa? «Molto meno dei farmaci. L'anestesia totale è breve e gli effetti collaterali si limitano ad amnesie tranaltorie. Ma i oentri che la praticano sono pochiesimi, per cui Il 90 per conto dei pazienti arriva da altre regioni». Tutto bene, dunque? No, perché uno studio pubblicato due mesi fa sull'americano Journal of Clinical Psychiatry parla di un tasso elevato di ricadute: 27 pazienti su 30 trattati, nel giro di un anno. «Le ferma gravi si ripresentano qualsiasi sia la terapia impiegata. Ma molti, dopo un ciclo di eiettrochoc, stanno bene per 5 o 10 anni», dice Cassano. (ac.)