martedì 20 aprile 2004

depressione in gravidanza

ricevuto da P. Cancellieri

Yahoo! Salute  lunedì 19 aprile 2004
Depressione in gravidanza: alta prevalenza
Il Pensiero Scientifico Editore


Il risultato della revisione di una serie di studi coinvolgenti più di 19000 donne suggerisce che la percentuale di depressioni durante la gravidanza è piuttosto alta, soprattutto tra il secondo e il terzo trimestre. È il risultato di uno studio dell’Università di Toronto di cui si parla su Obstetrics and Gynecology.
La percentuale di gestanti che soffre di depressione durante la gravidanza è intorno va dal 4 al 15 per cento: questa condizione aumenta il rischio della comparsa di una depressione post-natale. I disturbi dell’ansia e i sintomi di depressione (stanchezza, esagerata emotività, disturbi del sonno e cambiamenti d’appetito) si distinguono e si riconoscono con difficoltà dalla normale gamma d’esperienze e di adattamenti propri della gravidanza. Normalmente le donne provano ansia e a volte angoscia verso i normali disagi e fastidi di questo periodo, vivono con insicurezza l’esito della gravidanza e temono di non essere in grado di accudire il neonato. Solo un alto livello di preoccupazione può nuocere sia alla salute della madre che del bambino e causare gravi disturbi dell’umore e depressione post-natale. Un eccesso di stress può peggiorare condizioni psicologiche precedentemente difficili. E’ opportuno trattare adeguatamente i sintomi depressivi per evitare difficoltà di relazione con il partner , nel legame con il bambino e l’insorgenza di problemi psicologici a lungo termine.
Poichè mancano delle stime reali sulla prevalenza della depressione durante la gravidanza, il gruppo di ricerca ha preso in considerazione i risultati di 21 diversi studi sull’argomento per un totale di 19284 donne coinvolte. Dall’analisi dei dati è emerso che la depressione durante la gravidanza ha una prevalenza del 7,4 per cento nel primo trimestre, del 12,8 per cento nel secondo, del 12 per cento nel terzo. Come precisano gli stessi autori, il dato riguardante il primo trimestre dev’essere interpretato con cautela perchè molti studi riportano una difficoltà maggiore a diagnosticare la depressione in questo periodo piuttosto che in quelli successivi, cosa che potrebbe portare ad una sottostima del numero dei casi.
Alla luce di questi risultati, “sono necessari stime ancor più precise e studi più approfonditi non solo per valutare la conseguenze che la depressione può avere sul rapporto tra mamma e figlio”, precisa Thomas Einarson, coordinatore della ricerca, “ma anche sullo sviluppo di nuove strategie per affrontare il problema”.

Bibliografia. Bennett H, Einarson A, Taddio A et al. Prevalence of depression during pregnancy: systematica review. Obstet.Gynecol.2004; 103:698-709.