ricevuto da Daniela Venanzi
Corriere della Sera 20.4.2004, pag. 18
PSICOFARMACI AI BIMBI, APERTA UN'INCHIESTA
Molti medici avrebbero ignorato l'indicazione di non prescriverli
Di Margherita De Bac
Il ministero della Salute quando deve raccomandare qualcosa di importante ai medici ricorre allo strumento della "Dear doctor letter". Il "caro dottore" viene aggiornato sulle ultime conoscenze nel mondo dei farmaci già in prontuario. Malgrado il tono amichevole la lettera ha caratteristiche vincolanti. Alla fine del 2003 il ministero ne ha scritta una sull'uso di uno psicofarmaco di largo consumo, la paroxetina, ricordando che non può essere dato ai bambini. Nuove indagini hanno infatti evidenziato che la sostanza può determinare l'aumento del rischio di suicidio.
I medici italiani però non si sono adeguati alla raccomandazione e hanno continuato a prescrivere. Almeno questo è il sospetto della Procura di Torino. E' stata aperta un'inchiesta sulla prescrizione di paroxetina (sei le specialità vendute nel nostro Paese) sotto i 18 anni. Il procuratore aggiunto, Raffaele Guariniello, ha chiesto alla Regione Piemonte l'elenco di tutte le ricette con antidepressivi rilasciate dai medici. Vuole accertarsi se tra i destinatari delle pillole della felicità ci sono anche bambini e adolescenti cui sono sconsigliate. L'ipotesi di accusa è "somministrazione di farmaci in modo pericoloso".
Guariniello ha inoltre scritto al ministero della Salute per sapere come intende regolarsi con altre molecole indicate per la cura della depressione, come citalopram, escitalopram, sertralina e fluvoxamina, che attualmente non sono sottoposte a nessun vincolo in Italia pur essendo specificata l'età minima di prescrizione sul foglietto illustrativo: superiore a 16 o 18 anni.
La decisione del nostro ministero sulla paroxetina è arrivata sulla scia di uguali provvedimenti in Usa e Gran Bretagna. Alcuni studi dimostrano un eccesso di effetti collaterali cosiddetti di "ostilità" e di rischio di suicidio. La quasi totalità degli antidepressivi non è stata sperimentata sui bambini, specialmente quelli di ultima generazione, come appunto gli SRRI, classe cui appartiene il farmaco nel mirino della procura.
"E' un'iniziativa opportuna, ma in queste situazioni è il ministero che dovrebbe muoversi attuando un monitoraggio continuo - osserva Maurizio Bonati, laboratorio materno infantile dell'Istituto Mario Negri -. Negli ultimi 4 anni l'uso e abuso di psicofarmaci è quintuplicato in adulti e minorenni. Ci si dimentica con facilità che sono sostanze da maneggiare con oculatezza. Invece molto spesso vengono dispensate in modo errato, senza indicazioni o per cicli troppo brevi". Secondo il Negri sono 25mila i bambini che prendono psicofarmaci. Nella popolazione generale, i suicidi dei minorenni sono 40, ma non si sa se qualche caso può esser ricollegato alle pillole sotto accusa.
La Stampa 20.4.04
SONO FARMACI A BASE DI PAROXETINA: POTREBBERO CAUSARE NEGLI ADOLESCENTI OSTILITA’ E TENDENZA AL SUICIDIO
«Antidepressivi pericolosi per i bambini»
La Procura indaga: vietato prescriverli ai minori di 18 anni
di Giorgio Ballario
Secondo uno studio inglese la loro somministrazione può provocare in bambini e adolescenti stati di ostilità, labilità emozionale e persino tendenza al suicidio. Sono i farmaci antidepressivi a base di Paroxetina, un principio attivo molto usato nei Paesi anglosassoni per curare patologie moderne come depressione, disturbi ossessivo-compulsivi, ansia e attacchi di panico. In farmacia si possono trovare dietro nomi commerciali come Seroxat Gsk, Eutimil Valda Lab Farm, Sereupin Abbott.
Ora questi particolari medicinali sono finiti nel mirino della Procura, che sta cercando di capire se negli ultimi mesi ci sia stato un abuso di prescrizioni e soprattutto se i prodotti a base di Paroxetina siano stati somministrati a pazienti con meno di 18 anni. Dall’estate dello scorso anno tali farmaci possono venir prescritti soltanto a pazienti maggiorenni: la Commissione Unica del Farmaco (Cuf) e il ministero della Salute hanno infatti stabilito che l’uso pediatrico della Paroxetina non dà ancora sufficienti garanzie, anzi in termini terapeutici il rapporto costi-benefici del suo uso sarebbe negativo.
«I risultati di “clinical trial” condotti su bambini e adolescenti per il trattamento della depressione in queste fasce d’età - si legge nella nota informativa del ministero indirizzata ai medici italiani - non hanno dimostrato l’efficacia della Paroxetina rispetto al placebo e hanno altresì evidenziato un maggior rischio di comportamenti autolesivi e di tentativi di suicidio».
Malgrado il provvedimento del ministero, però, sembra che l’uso di farmaci antidepressivi nella cura di bambini e ragazzini sia ancora troppo diffuso. Anche in Piemonte. Per questo motivo il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo per il reato di somministrazione di medicinali pericolosi per la salute pubblica e ha chiesto all’Assessorato regionale alla Sanità gli elenchi di tutte le prescrizioni di farmaci a base di Paroxetina. Per il momento l’inchiesta è ancora a carico di ignoti e non ci sono persone indagate.
Guariniello ha pure scritto al ministro della Salute Girolamo Sirchia per sapere che cosa si intenda fare con altri principi attivi della stessa famiglia (Citalopram, Escitalopram, Sertralina e Fluoxetina, quest’ultimo è il composto base del famoso Prozac), non ancora presi in considerazione dalle direttive ministeriali. Il Prozac, ad esempio, ha ottenuto dalla americana Food & Drug Administration l’autorizzazione anche per la cura dei pazienti minorenni, purché al di sopra dei 6 anni.
Secondo un recente studio dell’Istituto Mario Negri di Milano, pubblicato sul British Medical Journal, in Italia il ricorso ai farmaci antidepressivi da parte di adolescenti e persino di bambini è particolarmente cresciuto negli ultimi anni. Fra il 2000 e il 2002 è addirittura quintuplicato l’uso di medicinali inibitori della ricaptazione della serotonina (Ssri in gergo scientifico), vale a dire a base di Paroxetina, Fluoxetina e altri principi attivi dello stesso genere.
Se in Italia le statistiche sui bambini depressi non destano ancora troppo allarme (sarebbero intorno all’1-2 per mille), negli Stati Uniti il fenomeno dei ragazzi con problemi neuropsichiatrici rischia di diventare la nuova emergenza: per il Mental Health Institute soffrirebbero di forme depressive il 2,4 per cento dei bambini e l’8,3 per cento degli adolescenti. Fra il 1987 e il 1996 il ricorso ad antidepressivi per uso pediatrico è triplicato.
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