Il Mattino 23.6.04
Elogio della «pennichella» antistress
di Fabrizio Coscia
«Chi dorme non piglia pesci», recita un antico adagio popolare. Eppure, a giudicare dagli ultimi risultati nel campo della ricerca sul sonno, pubblicati di recente su «Nature», appare sempre più plausibile l'idea che durante il sonno non solo si continui a ragionare, ma sia possibile capire cose che, da svegli, sembravano incomprensibili. Come dire che per risolvere un problema che ci assilla non ci sarebbe rimedio migliore d'una bella dormita. E lo sanno bene personaggi come il fisiologo Otto Loewi, premio Nobel austriaco, che arrivò in pieno sonno all'esperimento per verificare la sua teoria della trasmissione chimica degli impulsi nervosi; o il chimico russo Dimitrij Mendeleev, che dopo essersi arrovellato a lungo su come disporre i 63 elementi allora conosciuti, sognò la tabella che l'avrebbe reso famoso; o il romanziere Robert Louis Stevenson, il quale sostenne di aver visto in sogno la trama de Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr Hyde; o il compositore 700esco Giuseppe Tartini, che trovò, sempre dormendo, la melodia della sonata per violino «II trillo del diavolo».
L'importanza del sonno nella riorganizzazione inconsapevole delle informazioni mentali è studiata da tempo, almeno dal 1953, data della scoperta del sonno REM, ma i poeti, come sempre, sono stati di gran lunga in anticipo sulle scoperte scientifiche. Già Shakespeare, infatti, che nel «Macbeth» definisce il sonno il «nutrimento principale al banchetto della vita umana», esaltava le qualità balsamiche e, per l'appunto, riordinative, di un'attività che «ravvia, sbroglia, dipana l'arruffata matassa degli affanni». Elogio di Morfeo, dunque, celebrazione della pennichella, apologia dello sbadiglio? Eppure, nonostante l'importanza del riposo nella nostra vita sia sempre più confortata dai dati scientifici, la tendenza generale sembra essere quella di non dormire a sufficienza. Troppo incalzati da ritmi di vita frenetici e da modelli di produzione e competitività stressanti, continuiamo a sentirci in colpa per qualche ora in più dedicata al sonno, come se fosse tempo sprecato.
Per discutere di questi e altri problemi da domani si apriranno i lavori della IX riunione annuale della Società italiana di ricerca sul sonno, presso l'aula Magna della Presidenza della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Seconda Università di Napoli. Al congresso internazionale - organizzato dai responsabili del laboratorio del sonno del Dipartimento di Psicologia, Giuseppe Barbato e Gianluca Ficca - si discuterà fino a sabato degli ultimi risultati delle ricerche sul sonno e sul sogno.
«Tra i temi del congresso sarà data grande attenzione alla gestione della sonnolenza, che è oggi uno dei campi di studio più importanti per la ricerca sul sonno - afferma il prof. Ficca, autore con Piero Salzarulo del saggio La mente nel sonno (Laterza) - È un tema attuale e di grande rilevanza sia per la sicurezza stradale, sia per categorie quali turnisti, controllori di volo e piloti. Su quest'ultimo aspetto in Italia l'attenzione delle istituzioni e delle aziende è ancora minore rispetto al resto d'Europa. Basti pensare che in Scandinavia, ad esempio, le compagnie aeree si avvalgono di consulenze specialistiche proprio per affrontare questo tipo di problemi». Due le letture magistrali previste dal congresso: Daniel Aeschbach (Università di Harvard) sulle differenze tra brevi e lunghi dormitori e Joelle Adrien (Salpetriere) sulle relazioni tra sonno e depressione.
«Le alterazioni del ritmo sonno-veglia sono spesso il sintomo di malattie neurologiche e psichiatriche - spiega Ficca - e proprio per questo vanno diagnosticate con molta attenzione». Depressione, creatività, memoria: il dibattito, tra gli esperti, è ancora aperto. E a testimonianza dell'ampio spettro d'interessi che può avere il tema, il congresso aprirà con una relazione sul «Sonno nel cinema», di Ignazio Senatore, introdotta da un video che raccoglie immagini di sonno e sogni di celluloide.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»