mercoledì 23 giugno 2004

un caso

TG.com 23.6.04
La condanna di Francesco Nuti
Il regista ancora schiavo dell'alcol


Francesco Nuti ci è ricascato. Il mal di vivere attanaglia ancora il regista toscano che dai successi degli anni Ottanta è sprofondato in un abisso di depressione, paura e solitudine. Alla conferenza stampa romana che avrebbe dovuto segnare il suo riscatto si è presentato con i segni inconfondibili dell'ennesima sbornia. "Jim Morrison si riempiva di droga, io mi faccio di vino", ha confessato l'artista di fronte alla platea dei giornalisti.
Nuti non aveva nessuna voglia di parlare del suo nuovo film (che dovrebbe cominciare nell'estate del 2005) e della proposta di legge per il cinema italiano sostenuta dai Verdi. Per il protagonista di "Io Chiara e lo scuro" c'era un'esigenza più impellente, quella di lanciare ancora una volta, di fronte a tutti, un disperato grido di aiuto e di denunciare, senza reticenze, la propria dipendenza dall'alcol. Un fenomeno spesso sottostimato, che in Italia colpisce un milione e mezzo di persone e che negli ultimi dieci anni ha causato 300mila vittime. La desolante apparizione del regista di "Stregati" alla conferenza stampa di Roma riporta il problema alla ribalta. Molto si parla di droga, si stigmatizzano canne e spinelli, ma si dà poco spazio al problema dell'alcol e della minaccia che costituisce per i giovani. Qualche titolo in occasione delle "stragi del sabato sera" e poi l'alcolismo torna ad essere un male sotterraneo, una condanna che colpisce spesso i più deboli, ma anche chi, come Nuti, ha conosciuto il successo e poi non ha avuto la forza di far fronte agli inevitabili passi falsi della vita.
"Perché non mi fate domande sull'anima? Perché non parliamo dell'anima?", chiedeva Nuti ai giornalisti che lo incalzavano con domande su "Solo quando potrò cullare un bambino", il nuovo film che il regista dirigerà e interpreterà con Philippe Noiret. E oggi l'anima del regista d'oro degli anni Ottanta è un'anima inquieta e malata, che rifugge dalla "normalità", ma senza trovare una via di uscita. Qualcuno si era illuso che per Nuti si stesse aprendo una nuova pagina, che l'attore toscano si stesse riprendendo dopo le drammatiche esternazioni dei mesi scorsi, il suicidio annunciato, i ricoveri in ospedale. L'apparizione da Panariello in "Torno sabato...e tre", l'idea di un nuovo film, il progetto di legge sul cinema che l'artista avrebbe dovuto presentare con il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, tutte queste cose facevano ben sperare. La performance di Roma ha riportato tutti a una realtà ben più sofferente. Gonfio e trincerato dietro gli occhiali scuri, l'autore di "Caruso Paskovski" ha gelato tutti con un triste elenco di personaggi che, come lui, sono stati schiavi della dipendenza: Ray Charles, Jim Morrison, Jimmy Hendrix. Poi ha citato il suo nemico, l'unica cosa di cui Nuti ha detto di avere paura: il vino.