giovedì 8 luglio 2004

panico

Repubblica Salute 8.7.04
Un test "ecologico" sull'attacco di panico
di Antonio Caperna


Un tuffo al cuore, brividi, sensazione di freddo, difficoltà di respirazione. Sono le spie dell'attacco di panico, un disagio che colpisce oltre due milioni di italiani, soprattutto donne (i due terzi, soprattutto tra i 18 e i 40 anni) e che vede nel periodo estivo innescarsi pericolosamente la "miccia". In questa stagione, infatti, c'è una rottura dell'equilibrio domestico che tanto tranquillizza.
"Il primo attacco arriva all'improvviso e rischia di fissarsi in maniera indelebile nella memoria di chi lo ha subito. Ecco perché sarebbe bene diagnosticare questo disagio mentale in tempo, per intervenire tempestivamente ed evitare che l'esperienza negativa vissuta ingigantisca e condizioni il resto della vita", ha affermato Rosario Sorrentino, fondatore dell'Associazione italiana ricerca su questo disturbo (Airdap) e responsabile della Unità italiana contro gli Attacchi di Panico (Uiap), attiva a Roma presso la Clinica Paideia (info 06330945100). "In estate poi", ha aggiunto l'esperto, "si mettono da parte le abitudini e quindi ci si sente meno protetti. Ma soprattutto cambia il clima che incide sull'insorgenza del disagio mentale".
Quando nell'aria infatti aumenta la concentrazione di anidride carbonica (oltre le 9 mila parti per milione) si stimolano delle "sentinelle ecologiche", cioè dei chemocettori cerebrali, che fanno scatenare l'allarme, attivando l'attacco di panico in persone geneticamente predisposte, e che si possono individuare con uno specifico "test di scatenamento". "Nel centro il paziente viene seguito attraverso un approccio integrato di tipo farmacologico e psicologico", ha aggiunto Paola Vinciguerra, psicoterapeuta dello Uiap, "da un lato si agisce sui neurotrasmettitori e dall'altro si insegna a depotenziare il disturbo con tecniche di psicoterapia cognitivo-comportamentale".