giovedì 9 settembre 2004

la farsa drammatica dei prof di religione cattolica

Repubblica 9.9.04
I PROBLEMI DELLA SCUOLA
Idonei i 1307 docenti esaminati. Il preside spiega: domande assurde sulla riforma Moratti e nessun quesito sulla teologia
La sanatoria dei prof di religione
Il commissario: "Li ho promossi tutti, è una questione morale"
Il programma del ministero prevedeva quesiti sulla riforma Moratti e nessuno sulla teologia. 1307 candidati, 1307 idonei
Prof di religione, tutti promossi
Concorso farsa, il commissario: "Domande assurde"
Se la Curia non dovesse ritenerli più idonei lo Stato non potrà licenziarli
Risposte paradossali e magnanimità degli esaminatori: così sono passati tutti
ANNA GRITTANI

Si è concluso il primo concorsone per docenti di religione voluto dal ministero dell´Istruzione Letizia Moratti. Ed è finito con un verdetto per molti scontato, quasi una sanatoria: tutti promossi. Del resto sono destinati a salire sulla cattedra di religione, lavoro già svolto negli scorsi anni, ma da quest´anno nessuno potrà impedire loro di cambiare ruolo, perché molti sono in possesso di abilitazioni in altre classi di concorso. Insomma, entrati per nomina vescovile, si ritroveranno a poter insegnare altre materie, magari passando avanti nelle liste dei docenti assunti per concorsi ordinari. Non solo, ma se il vescovo non dovesse ritenerli più idonei a spiegare il cattolicesimo, lo Stato italiano non potrà licenziarli.
Dopo il concorsone, saranno assunti in tre anni 1136 prof di religione, su 1307 candidati idonei, mentre saranno in totale 854 i posti di ruolo dati quest´anno ai colleghi di tutte le altre materie.
Per la scuola materna ed elementare i risultati sono già noti da alcuni giorni: 564 domande presentate, 556 i candidati esaminati e 556 promossi. Per la secondaria le graduatorie saranno consegnate al Csa (l´ex provveditorato) di Bari domani, ma già si preannuncia un altro risultato fotocopia. Verranno dichiarati tutti idonei: 751 candidati esaminati, altrettanti promossi.
Ciò che si immaginava alla vigilia, e che aveva scatenato le protetse dell´opposizione, è dunque accaduto, ma la sorpresa a Bari, è stata la motivazione: sono stati promossi «per una questione morale». La pensa così Francesco Tateo, preside dell´istituto tecnico per geometri "Pitagora" e presidente della prima sottocommissione incaricata di correggere gli elaborati e di interrogare i candidati. «Questo concorso è stato una cattiveria. Il programma era impossibile. Un esempio? La legge Moratti era uno degli argomenti principali. Come si fa ad interrogare un candidato su una riforma che è in corso di definizione, che ancora non esiste in buona parte dei suoi aspetti?».
Qui inizia la storia di un concorso pubblico incredibile a cominciare dai titoli di ammissione, un elenco infinito nel quale brilla una clamorosa mancanza: la laurea in teologia. La selezione è riservata ai docenti che hanno già maturato un servizio di almeno quattro anni. I titoli citati devono essere posseduti da chi ha iniziato a lavorare dal 1990 in poi, per chi ha cominciato prima non c´è bisogno neanche del titolo, ma bastano 10 anni di servizio. Nulla, o quasi, a confronto dell´assurdità vera: il programma. Manca proprio la "religione cattolica", argomento d´insegnamento, forse per problemi concordatari. «Non ho mai visto nulla del genere neanche ai concorsi ordinari», dice Tateo. «I candidati dovevano essere preparati su tutta la storia della scuola da Gentile alla Moratti, sapere nel dettaglio gli ordinamenti che si sono susseguiti, conoscere i programmi scolastici». Dispense da migliaia di pagine, da imparare in fretta visti i tempi, questa volta velocissimi, di organizzazione del concorso. «Molti candidati hanno imparato a memoria la riforma, senza capirci niente».
Ma in definitiva il programma è quello, quindi bisogna conoscerlo. La commissione è formata da sei persone più un presidente, si divide poi in due sottocommissioni. Ne fanno parte un docente di scuola media, uno di superiore e un preside, che svolge anche le funzioni di presidente. Al candidato si chiede di parlare del sistema dell´istruzione secondaria come voluto dalla legge Moratti. E lui risponde. Sa a memoria i nomi degli otto licei. Ma alla domanda: "Mi spieghi cos´è un liceo", casca. Per non parlare, sempre in tema di riforma, della differenza fra i sistemi scolastici verticali e quelli orizzontali e del concetto del diritto-dovere all´istruzione. «Ad un certo punto ? racconta Tateo - ho chiesto ad un docente: "Mi parli della sua progressione di carriera". Mi ha guardato stranito». Gli insegnanti si attaccano agli argomenti religiosi a loro cari per non fare scena muta, come la candidata che conosce a memoria la Bibbia. «Le abbiamo detto: "Signora è preparatissima, può andare"». Peccato che l´argomento non fosse in programma.
L´età dei candidati è alta, l´ottanta per cento ha più di 45 anni, tanti sono i sessantenni. «Li abbiamo promossi tutti, anche quelli che non hanno risposto a niente, perché questa gente ha famiglia e rischia di non lavorare più. Una signora era disperata - continua il preside -, con marito, figli e padre ammalato da assistere, aveva studiato quel poco che poteva. Riaprire i libri a sessant´anni non è uno scherzo». I più bravi? «I giovani laici», i meno preparati «i preti anziani, convinti peraltro che l´idoneità spettasse loro di diritto». Ma la risposta che ha più colpito la commissione l´ha data un´emozionatissima suora: alla domanda «quali sono le assenze che lei può fare nella scuola pubblica italiana», ha risposto: «Per gravidanza».