giovedì 9 settembre 2004

nove bambini su cento

ricevuto da Franco Pantalei

Repubblica Salute 9.9.04

Nove bimbi su cento soffrono di disturbi psichici
di Paolo G. Brera

Nero su bianco, senza giri di parole: "Ogni mille preadolescenti ci sono circa 90 soggetti con patologie psichiche". Anzi novantuno, perché i soloni che hanno indagato le teste di 5627 bambini di 40 scuole selezionate a Milano, Roma, Cagliari, Pisa, Rimini, Lecco e Conegliano Veneto hanno determinato che "311 soggetti, pari al 9,1% del campione, ha soddisfatto i criteri per un disturbo psichico".
Roba da matti? Uno scherzo? No, uno studio dannatamente serio, la "prima ricerca epidemologica multicentrica italiana che ha indagato la prevalenza dei disturbi psichici tra i preadolescenti di età compresa tra i 10 e i 14 anni che vivono in zone urbane". E' il progetto Prisma, acronimo da thriller dell'inquietante "Progetto italiano salute mentale adolescenti". Lo ha promosso il 'Irccs Medea-La nostra famiglia' di Bosisio Parini, in provincia di Lecco, in collaborazione l'Isitituto superiore di Sanità di Roma, il Dipartimento di Psicologia dell'università La Sapienza e l'università di Cagliari.
Il progetto Prisma ha obiettivi importanti: vuole "mettere a disposizione della comunità scientifica e della programmazione sanitaria italiana dei dati conoscitivi sul disagio psichico nella preadolescenza, anche al fine di programmare l'evoluzione dei servizi specifici, di prevenzione, diagnosi e cura". E per portarsi avanti il lavoro, il Medea è pronto a inaugurare - il 25 settembre con in prima fila il ministro della Salute Girolamo Sirchia e il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi - un nuovo padiglione che si occuperà proprio di neuropsichiatria dell'età evolutiva e di psicopatologia dello sviluppo. Finanziato dallo Stato, il progetto di ricerca è stato al centro di una pioggia di critiche per gli strumenti stessi utilizzati: un test a risposte multiple (link) più simile a un gioco da ombrellone che a un rigoroso strumento scientifico per indagare la salute mentale dei bambini. Uno studio nato mentre in Italia si preparava il ritorno in grande stile del Ritalin, uno psicofarmaco figlio delle amfetamine e classificato come droga, prodotto dalla multinazionale svizzera Novartis e utilizzato come acqua potabile negli Stati Uniti per i bambini malati dell'ineffabile Adhd, un disturbo d'attenzione con o senza ipercinesia. In altre parole, per i bimbi distratti e a volte irrequieti.
Ora, dopo molti mesi di indagini nelle scuole effettuate con la complice devozione alla scienza di maestre e genitori - il cui il permesso di controllare se il figlio è malato di mente è stato estorto con messaggi da banditore di pesca di beneficienza, come fosse una fortuna aver avuto il diritto di entrare nel grande progetto - gli scienziati della psiche hanno scoperto che "meno del 2% della popolazione preadolescenziale soffre di ADHD".
Verrebbe da tirare un sospiro di sollievo, ma si strozza in gola. Se il potentissimo fronte del Ritalin, con il suo esercito di profeti in camice bianco, fa un passo indietro in quanto "la prevalenza trovata è un dato molto clamoroso perché significativamente inferiore ai dati attesi", fa invece un passo avanti un business tutto da realizzare: quello della medicalizzazione delle anime dei bimbi, che oggi scopriamo malati di mente in un caso su dieci.
Ebbene: "Più del 7% della popolazione preadolescenziale soffre di disturbi d'ansia, certifica il progetto Prisma. E "i disturbi della condotta colpiscono l'1% della popolazione, senza differenza tra i sessi", mentre un altro 1 per cento scarso va ascritto alla depressione. Dunque "è necessario - è scritto nel documento conclusivo del progetto di ricerca - porre al centro della riflessione sui servizi sanitari del nostro paese il problema della patologia psichica in età evolutiva: esiste una questione 'età evolutiva' nella società moderna che va affrontata con le dovute risorse e con una programmazione che deve spaziare dalla dimensione sociale a quella tecnico-specialistica". Ci saranno padiglioni da inaugurare e scatoloni di medicinali da acquistare.