sabato 9 ottobre 2004

anoressia, bulimia, obesità

Gazzetta del Sud 9.10.04
Anoressia, bulimia e obesità in preoccupante aumento
I giovani soffrono di disturbi alimentari

MILANO – Anoressia, bulimia e obesità sono in aumento tra i giovani italiani, colpiscono soprattutto le donne, ma possono essere sconfitte se vengono prese in tempo e se nella cura si affiancano una terapia psicologica e una cura con i farmaci. I dati, forniti dalla dottoressa Maria Gabriella Gentile, direttore del centro per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare dell'ospedale Niguarda di Milano, nel corso di una conferenza stampa, sono preoccupanti. La categoria più a rischio è quella delle giovani donne, tra i 12 e i 25 anni, che in Italia sono quattro milioni e seicentomila. Il 10% di loro (460 mila ragazze) soffre di anoressia e bulimia, mentre il 7,8%, quasi 360 mila ragazze, risulta obeso. In tutto, il 17,8% delle giovani donne italiane (12-25 anni), quasi 820 mila persone, è afflitto da problemi legati all'alimentazione. Sia l'anoressia che l'obesità, ha spiegato la dottoressa Gentile, creano dei veri e propri handicap fisici. L'anoressia provoca l'assenza del ciclo mestruale, mentre nelle donne obese l'eccesso di tessuto adiposo genera uno squilibrio ormonale che può causare l'infertilità. Inoltre, l'indice di mortalità nelle ragazze affette da anoressia e bulimia è di dodici volte più alto delle loro coetanee sane. «Questi dati – ha precisato Gentile – non devono distogliere l'attenzione dal fatto più importante. Guarire da queste malattie è possibile e si può tornare completamente sani». I tempi di guarigione, ha spiegato, sono tanto più brevi quanto più veloce è l'intervento. Bisognerebbe prendere la malattia sul nascere o nei primi anni. Il modo più adatto per curare questi disturbi è una terapia che agisce su due punti: uno psicologico, l'altro clinico, con l'uso di farmaci. «Nel nostro centro al Niguarda – ha detto la dottoressa Gentile – abbiamo fuso i due tipi di intervento in un'unica struttura. I pazienti seguono terapie di gruppo che mirano a modificare le loro abitudini di vita. L'obiettivo è separare il mangiare dalle tensioni giornaliere: fare in modo, a esempio, che il cibo non sia uno strumento di compensazione per mancanze affettive o depressioni. Allo stesso tempo teniamo sotto controllo la loro situazione clinica e quando è necessario prescriviamo l'uso di farmaci che riducono l'assorbimento di grassi a livello intestinale». Anche sul fronte obesità i risultati raggiunti nel centro del Niguarda sono confortanti. Sono stati curati quasi quattrocento pazienti colpiti da obesità grave. In due anni di cure psicologiche e di controllo della loro alimentazione, ha spiegato la dottoressa Gentile, le loro condizioni sono molto migliorate. I pazienti sono scesi di peso, sono diminuiti i rischi di malattie cardiovascolari e la deposizione del grasso addominale, si sono stabilizzato i loro valori di glicemia nel sangue.