sabato 9 ottobre 2004

Mario Luzi, il più grande poeta italiano vivente?
«il male non umano, agisce a nostra insaputa»

Firenze festeggia Mario Luzi

Il Presidente del Consiglio Regionale della Toscana Riccardo Nencini e Il Sindaco di Firenze Leonardo Domenici festeggeranno, il 20 ottobre, insieme alla città di Firenze i 90 anni del grande poeta Mario Luzi. L'evento è stato realizzato con la collaborazione di Garzanti Libri e Mondadori. La mattina alle ore 10, nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio, si terrà un convegno sulla figura di Mario Luzi: "Nuovo nato al mondo: il poema di Mario Luzi". Il pomeriggio alle ore 17,30 nella Sala del Gonfalone si terrà una Cerimonia ufficiale di festeggiamento, con una lettura di poeti che leggeranno poesie di Mario Luzi : "In questa lingua che non dice ancora": i poeti leggono Mario Luzi, con una prolusione di Massimo Cacciari.


Il Gazzettino Sabato, 9 Ottobre 2004
L’INTERVISTA
Mario Luzi: «Siamo pervasi da un male "non umano", che agisce a nostra insaputa»
Gianluca Versace

Mario Luzi, il più grande poeta vivente, lascia malvolentieri la sua colazione mattutina, nella casa sui lungarni, a Firenze: «Ho una magnifica tazza di latte che mi aspetta, ci risentiamo».
Insistiamo, molesti: maestro, lei che pensa della proposta di Aldo Forbice di "Zapping"?
«Che cosa?».
No, dico: nominarla Senatore a vita: ha saputo dell'iniziativa?
«Ho saputo».
Allora, ci terrebbe?
«No. Non ci terrei affatto».
Tutto qui?
«Ma sa, che discorsi, mi fa piacere il movimento popolare che si è messo in moto. La raccolta di firme, ecco».
Nient'altro?
«Il latte mi si fredda».
C'è una grande simpatia verso di lei, è una delle ultime voci "alte" dell'Italia di oggi!
"Mi fa piacere, certo! Ma sull'esito non mi faccio illusioni".
E perché mai?
«Come perché? Non sono nato ieri, ma 91 anni fa, ne ho visto tante».
Accetterebbe?
«Accetterei. Sennò sarebbe un gesto di spregio verso le Istituzioni. Ma è tutto così lontano dalle mie aspettative!».
Senta, l'Accademia svedese ha assegnato il premio Nobel per la letteratura
«E dunque?»
È che lei lo aspetta da tanto tempo, quel premio
«Ah, anche lei con questa storia. Sta diventando una barzelletta, non crede?».
Si è arreso?
«Non ci penso più. Semplicemente. Mi sono convinto, infatti, che non ci sia alcuna corrispondenza tra il valore e il riconoscimento assegnato a Stoccolma. Casualmente sono coincise le due cose, cioè vi è stata sintesi tra valore e favore. Ma».
Ma?
«Più spesso, direi quasi sempre, è prevalso il favore».
Stamattina le tv mandano le immagini di morte dal Mar Rosso
«Le sto vedendo».
Che pensieri ha?
«Pensieri Che tutti i giorni siamo al cospetto del male. E che è un male che travalica ormai i limiti dell'umano. E' un maleassoluto, ecco».
Assoluto?
«Sì e mi dispiace dirlo. Ma è così. Come facciamo a non accorgercene?».
È pessimista sul nostro futuro?
«Sa, io ho cercato di armonizzare dentro di me questo eterno contrasto bene-male. E ho sempre riflettuto: abbiamo il libero arbitrio, la libertà di pensiero, di scelta, ma ora».
Ora?
«Da qualche tempo mi sono reso conto che siamo pervasi da un male che sfugge alla responsabilità dell'uomo e alla sua stessa perfidia. E' un male "non umano", pur agendo in noi. E noi non agiamo sul male, ma ne siamo agiti, perfino a nostra insaputa».
Luzi, lei crede ancora nell'uomo?
«Se non ci credessi non crederei neanche in me stesso. Mi dovrei, per coerenza, auto distruggere. Ma mi lasci dire un'altra cosa, prima di tornare finalmente al mio latte».
La dica maestro.
«È che noi siamo sottoposti a eventi planetari e direi cosmici che ci sovrastano. Ne sto scrivendo. Sarà la mia prossima raccolta di poesie. Una sorta di ribellione del cosmo all'uomo. Siamo alle prese con questo: notizie terribili, basti Beslan a racchiudere la devastazione, il precipizio, l'abisso in cui siamo precipitati! C'è qualcosa che ci ha preso la mano. Nell'universo: qualcosa di autodistruttivo. Un macigno di male e di morte che non riusciamo a sbriciolare. E neppure ci pensiamo».
Il Papa ha parlato del comunismo come "male necessario".
«E ha detto una cosa giustissima. Perché il male è una entità cui bisogna far posto nella nostra storia».
Un male "utile"?
«L'ha detto: sì, c'è un male persino utile, in certi limiti. La sofferenza segnala un malessere, è il campanello d'allarme di un problema. Mentre noi oggi viviamo anestetizzati, indifferenti, spettatori impotenti! E equipariamo il male col bene! Tutto il male e il bene sono stati aboliti come categorie e come inclinazioni generali della nostra mente».
Maestro, ma lei ha perso la fede?
«No. Ma mi sento ormai un eretico».
E la politica? E i politici che fanno?
«Sono travolti. Ragionano con la mentalità delle cannoniere. Tradiscono la gente. Fanno pena: non si rendono conto di ciò che sta succedendo all'Italia, nel pianeta. E non hanno una visione: l'unico ad averla è il Papa. L'unica mente all'altezza dei tempi».