sabato 9 ottobre 2004

BergamoScienza:
il Nobel per la Chimica: «fuori o dentro del corpo?»...

Eco di Bergamo 9.10.04
Mullis, un Nobel attratto dall'infinito
Il Festival di BergamoScienzasi apre con un boom. Folla di ragazzi per ascoltare il chimico americano Dalla fede alla coscienza: confronto appassionato con il docente di logica Odifreddi
Susanna Pesenti

Erano ottocento ieri al battestimo di BergamoScienza in Sant'Agostino. Sotto le volte gotiche, esauriti i quattrocento posti a sedere, i gradini laterali in mezzo agli studenti non son stati disdegnati da consiglieri regionali e imprenditori in abito blu. Il resto del pubblico si è accampato nella sala videoconferenze dell'università e nel chiostro, con due altoparlanti di riserva scovati dall'organizzazione. Altri sono rimasti fuori, delusi. Un decollo alla grande, che ha unito la città, un po' sbalordita da quanto riesce a fare quando collabora con se stessa. Ha dato voce al consenso il sindaco Roberto Bruni, che riconoscendo con gratitudine l'impegno di Sinapsi e della Fondazione Bergamo nella storia, ha assicurato che il coraggio degli organizzatori è stato premiato: «L'amministrazione - ha detto il sindaco di Bergamo - si impegna a far sì che l'appuntamento si ripeta e si consolidi» nell'interesse della cultura ma anche della democrazia perché «non c'è retto esercizio della responsabilità senza conoscenza» e il dibattito scientifico è essenziale perché la «tecnologia non diventi tecnocrazia».
Un sostegno colto al volo da entrambi i rettori presenti: Alberto Castoldi, che guida l'università di Bergamo ed è vicepresidente della Fondazione Bergamo nella storia, e don Luigi Verzé, rettore dell'università Vita-Salute del S. Raffaele di Milano. Da Castoldi è venuto un invito sincero alle istituzioni e ai concittadini a lasciarsi convincere, a entrare nel grande gioco per dare continuità a un'impresa che il fondatore del S.Raffalele non ha esitato a definire «un festival di valore straordinario per il paese e la città». I rettori nell'occasione hanno annunciato la nascita di una stretta collaborazione tra le due università, «anche con una presenza stabile del S. Raffaele a Bergamo». Un altro tassello che si aggiunge al discorso scientifico aperto vent'anni fa dall'Istituto Negri e continuato in questi anni dai Parchi tecnologici del Kilometro Rosso e del Polo tecnologico di Dalmine.
In platea i protagonisti di queste avventure positive per lo sviluppo del territorio ci sono tutti e il neuroimmunologo Gianvito Martino - presidente di Sinapsi e anima di BergamoScienza insieme a Raffaella Ravasio, Umberto Corrado e Mario Salvi - non nasconde l'emozione. Al «Festival» scientifico arriva anche, attraverso l'assessore alle Culture Ettore Albertoni, l'appoggio pieno della Lombardia che vede in BergamoScienza un punto di forza della politica regionale a favore della diffusione della cultura scientifica. Lo stesso tema affronta Rita Levi Montalcini, presidente onoraria del comitato scientifico di BergamoScienza. Il novantacinquenne Nobel parla in video ai giovani: «Non c'è cosa migliore che dedicarsi alla ricerca e amare la ricerca. Contingenze economiche hanno impedito a molti giovani di accedere a questo mondo. È ora di far capire loro quanto importante può essere dedicarsi a questo settore per aiutare il nostro mondo a non essere vittima dei mali che lo affliggono». E, riferendosi al dibattito sulle cellule staminali, la scienziata precisa la sua posizione: «Non credo sia moralmente lecita la produzione di embrioni specificamente finalizzata ad ottenerle. Nulla vieta invece l'utilizzo a questo scopo di embrioni prodotti in soprannumero, e quindi inevitabilmente destinati alla distruzione».
Un Nobel apre la strada a un altro: Kary Mullis, 60 anni, nel 1993 premiato per la chimica, dieci anni dopo l'invenzione della Pcr, reazione a catena della polimerasi che permette la riproduzione veloce in laboratorio di sequenze precise di Dna. È lui che il pubblico è venuto a vedere e ascoltare, è a lui che, dopo la pirotecnica partita di tennis mentale con il logico Piergiorgio Odifreddi, le ragazze che Montalcini vuole in massa nei ranghi della scienza andranno a chiedere l'autografo. E lui, sudando sotto i fari del palco, firmerà sorridendo ogni pezzo di carta che gli verrà presentato. Con la stessa semplicità si era sottoposto alle interviste televisive, compresa quella del corrispondente italiano della Bbc che, scoperta l'esistenza di BergamoScienza, è piombato in Città alta imponendo il servizio filmato al World Service dell'emittente.
«Il Nobel mi ha cambiato la vita – dice placido Mullis – mi ha permesso di fare molte cose, di divertirmi ancora di più a fare lo scienziato». Sulla spiaggia di La Jolla, dove abita, Mullis ha scritto la sua autobiografia, «Ballando nudi nel campo della mente» e Odifreddi la prende a traccia di una conversazione che spazia dall'astrologia all'onda quantica, dalla coscienza alle ultime ricerche nel campo immunologico. Odifreddi lo tuffa subito nell'acqua alta: «Siamo in una chiesa, come la mettiamo con fede e scienza?». «Il mio credere è vero - risponde il Nobel -, nel corso della mia vita ho avuto esperienze che non so spiegarmi ma alle quali devo credere perché questo è stato ciò che i sensi e la coscienza mi hanno detto. Io ricevo le mie informazioni sul mondo dai miei sensi, non posso rinunciare a ritenere vera questa conoscenza di base. Ma questo modo di sapere è altro dalla conoscenza scientifica, sono due piani diversi».
Un conto è la conoscenza personale «privata», un conto è il procedimento scientifico che porta a una conoscenza che diventa «pubblica», trasferibile, utilizzabile come dato. Il procedimento scientifico si basa sulla misura e la ripetitività e va distinto dalla «scienza» in quanto tale. Il procedimento scientifico si può applicare a qualunque fenomeno della vita quotidiana, anche a ciò che appare lontanissimo dalla scienza.
Come l'astrologia? - chiede sornione Odifreddi. «Anche» risponde Mullis, che alla questione ha applicato metodi statistici dopo che un paio di perfetti sconosciuti lo avevano identificato correttamente come «Capricorno». E la coscienza cos'è, incalza il logico: chimica, fisica, misurabile in qualche modo in base a livelli di energia dei quanti? Insomma è dentro o fuori del corpo? Lievemente divertito dalla mania europea dell'astrazione il Nobel americano accetta il gioco duro: «Well , se ci guardiamo negli occhi a lungo, abbastanza a lungo, che cosa capita? Fra noi passano messaggi, c'è una relazione... Cos'è questo "dentro" o "fuori" del corpo? Qualcosa di fisico? Chimico? O cosa? Però tra noi qualcosa passa».
Del resto siamo immersi in realtà non misurabili con le quali fisica e chimica cercano di venire a capo: «L'infinito. Chi ha mai visto l'infinito. Chi l'ha misurato?». Eppure è una nozione matematica utile. E l'universo, probabilmente infinito, è intorno a noi. Pieno di galassie, pianeti e asteroidi. «Che possono caderci addosso in cinquanta minuti. Come scienziato farei meglio a preoccuparmi più di quei cinquanta, misurabilissimi minuti che dell'infinito».