domenica 5 dicembre 2004

Fausto Petrella:
sullo psico-test ai magistrati

Repubblica 5.12.04
Fausto Petrella, ordinario di psichiatria: "Aberrante questa scelta dello Stato"
"Lo psico-test ai magistrati? Non ci stiamo"
(g. c.)

ROMA - Duecento adesioni via mail in quattro giorni: un successo. Gli psicoanalisti, psichiatri e psicologi, proprio loro che dovrebbero essere arbitri della «idoneità psico-attitudinale all´esercizio della professione di magistrato», secondo la riforma Castelli, hanno lanciato sul web un documento di protesta. L´iniziativa è delle società psicoanalitiche (Spi e Sipp e Aipa e Aipsi), freudiane e junghiane, che sul lettino cominciano intanto a metterci la nuova legge sull´ordinamento giudiziario e i test per giudici e pm previsti all´articolo 2. «Questa idea che ci siano figure professionali di formazione psicologica o psichiatrica a cui viene affidata la selezione di magistrati, non ci piace», spiega Fausto Petrella, ordinario di psichiatria, psicoanalista, ex presidente della Spi.
Professor Petrella, perché non volete valutare la salute mentale degli aspiranti magistrati?
«Penso che sia tecnicamente impossibile fornire dei giudizi predittivi sulle capacità di persone chiamate a funzioni così complesse. I concorsi sono già difficili per i magistrati e questa è di per sé una garanzia sufficiente sulla funzionalità psichica del futuro magistrato».
Ma le aziende per reclutare il personale fanno test psico-attitudinali.
«Le aziende private fanno selezioni con vari sistemi, padronissime. Ma il fatto che lo faccia lo Stato introduce dei criteri quantomeno aberranti».
Non sono i magistrati una categoria a rischio, come ha anche detto il premier Berlusconi («Per fare il magistrato devi essere mentalmente disturbato...»)?
«Beh, come i politici, o gli psichiatri o i giornalisti, tutte le professioni con un´alta componente relazionale sono esposti a disagi emotivi. Casomai si pensi a corsi di formazione in itinere, a gruppi di discussione, ma non a selezioni preliminari».