venerdì 10 dicembre 2004

la così detta sindrome di iperattività
Ernesto Caffo dice la sua

Repubblica Salute 9.12.04
Iperattività, servono diagnosi precoci
di Ernesto Caffo *

IL DISTURBO da Deficit di Attenzione con Iperattività (ADHD, dall'inglese Attention - Deficit - Hyperactivity Disorder) è una sindrome che colpisce il bambino soprattutto nel periodo della scuola elementare, quindi tra i 6 e gli 11 anni, caratterizzata dalla triade: iperattività, impulsività, e deficit di attenzione - concentrazione. Questi bambini di solito vengono descritti come irrequieti e turbolenti: non riescono a stare seduti nel banco, disturbano e aggrediscono senza alcun motivo i propri compagni di scuola, i genitori o i fratelli; presentano spesso comportamenti inappropriati sia a scuola che a casa: non ascoltano genitori ed insegnanti, non rispettano alcuna regola e fanno fatica a portare a termine qualsiasi compito richieda un'applicazione prolungata. L'incidenza comunemente accettata del disturbo, si calcola oggi sull'1 - 2% dei bambini in età scolare, più frequentemente nei maschi che nelle femmine ( rapporto 5 - 9 a 1). Per quanto riguarda la diagnosi non esistono indagini strumentali e/o di laboratorio specifiche. La semplice osservazione del comportamento del bambino permette di rilevare facilmente gli elementi caratterizzanti il disturbo. Nello specifico, l'attenzione viene in genere valutata facendo riferimento al comportamento generale del bambino durante la somministrazione dei vari test reattivi.
Nonostante i dati riportati dal recente "International Consensus Statement on ADHD" (2002), sostengano che il 32 - 40% dei soggetti che soffrono di ADHD non completino la scuola dell'obbligo, e soltanto il 5 - 10% arrivi all'università e che da adulti abbiano più incidenti stradali, diventino alcoolisti e antisociali, depressi nel 20 - 30% e con disturbi di personalità nel 18 - 25% dei casi, nella quasi totalità dei disturbi la sintomatologia tende ad attenuarsi nell'adolescenza per scomparire nell'età adulta. Occorre quindi intervenire precocemente secondo modalità di cura proprie: una comportamentale con vari interventi psico-educativo-sociali, l'altra farmacologica basata sugli psicostimolanti e soprattutto sul dibattutto metilfenidato (sul quale in Italia cominceranno finalmente dai prossimi mesi ricerche e monitoraggi programmati).

* Ordinario Neuropsichiatria Infantile Univ. Modena
e Reggio Emilia