venerdì 10 dicembre 2004

storia dei crimini del cristianesimo
i cavalieri templari

Gazzetta di Parma 10.12.04
I soldati di Dio
di
Antonio Battei

1314: Jacques de Molay, ultimo Gran Maestro dei Templari, brucia sul rogo sacrificando la vita, perchè accusato di eresia. E' questa data storica che introduce ad un breve viaggio alla scoperta dei Templari. Mentre uno strombazzato quanto scadente film americano con Nicholas Cage, in questi gioni sugli schermi di mezzo mondo, ripropone il tema. Tema che apre le porte di un mondo di misteri e segreti, di preghiera e spiritualità, di castelli e magioni, di Graal e rituali. L' origine dei templari risale al lontano 1118, anno in cui Hugues di Payns, feudatario della Champagne, costituisce una milizia assolutamente inedita per quei tempi: l'Ordine dei poveri cavalieri del Cristo, ove si conciliano i principi base del monachesimo ( povertà, castità, obbedienza), all'uso delle armi a protezione dei pellegrini che si recano nei luoghi sacri della Terrasanta, verso il Santo Sepolcro. Quando il re di Gerusalemme, Baldovino II, accoglie i primi cavalieri nel suo palazzo, presso la moschea di Al- Aqsa, dove in passato sorgeva il Tempio di Salomone, si comincia a parlare pi ù precisamente di Ordine del Tempio. Bisogna ammettere che la creazione della nuova milizia non ha precedenti nella storia cristiana, e il papa Onorio II mostra evidenti segni d'imbarazzo. E' quindi necessario trovare una posizione chiara e precisa, ricercando anche una regola che si adatti perfettamente alla situazione. Non è un caso se, in questo momento, entra nelle vicende dei Templari, uno dei personaggi più carismatici ed autorevoli del tempo: Bernardo di Chiaravalle. E' proprio grazie a lui che, nel Concilio di Troyes ( 1129), la nuova milizia viene ufficialmente riconosciuta grazie al «De laude novae militiae» (elogio della nuova milizia), vero e proprio proclama di esaltazione dell'Ordine Templare. In seguito viene redatta la prima regola di base denominata «latina», importante punto di partenza per lo sviluppo dell'Ordine. A partire dal 1128 i cavalieri Templari conoscono un sorprendente e rapido sviluppo in tutta Europa e sempre più uomini decidono di arruolarsi, distinguendosi per l'addestramento e la disciplina: i Templari divengono la colonna portante di un esercito crociato altrimenti approssimativo e disorganizzato. Ciò che li rende particolarmente solidali è anche il prezioso insieme di ritualismi e pratiche ripetitive e abitudinarie. Alzarsi alle due di notte era disagevole, ma la Regola, tranne in casi particolari, parla chiaro: il ritardo non viene ammesso e sono previste severe punizioni. Coperti dagli abiti notturni, dal mantello e dalle scarpe, i cavalieri si avviano verso la Cappella, rischiarati solo dal bagliore di poche candele. Tranquilli e seduti recitano il primo ufficio divino e le preghiere alla Vergine. Ma si è sentito parlare anche di riti che ricordano certi casi di «nonnismo» e che sarebbero stati poi alla base delle accuse di eresia: pare che ai nuovi cavalieri si chieda di sputare sulla croce, di rinnegare Cristo e di scambiarsi baci sulle labbra. Con estrema probabilità si tratta di gesti necessari per mettere alla prova l'ubbidienza assoluta e per preparare i novizi a quanto avrebbero potuto subire dai saraceni. E infatti anche il papa Clemente V, come tutti i suoi predecessori, non sente mai la necessità di condannarli. Fino al 1307, infatti, i Templari rappresentano per tutti l'eccellenza in campo religioso, tanto, per esempio, da essere riconosciuti come la massima autorità nell'individuare le reliquie autentiche. Non dimentichiamoci, a tal proposito, che secondo quanto testimoniato da Von Eschenbach all'interno del suo «Parzival» (del 1200 circa), i Templari erano i custodi del sacro Graal. Tutti i pontefici li guardano con favore, da Innocenzo II a Bonifacio VIII e a loro si devono ingenti donazioni e lasciti testamentari. Gli «sconci rituali» a cui i consiglieri del re di Francia Filippo il Bello si appellano, sono la causa della rovina dell'Ordine, insieme al timore che i suoi carismatici personaggi potessero avere scoperto verità assolute. «I frati dell'ordine della milizia del Tempio, lupi nascosti sotto un aspetto da agnello e sotto l'abito dell'ordine, insultando in modo sciagurato la religione della nostra fede, sono accusati di rinnegare il Cristo, di sputare sulla croce, di lasciarsi andare ad atti osceni al momento dell'ammissione all'ordine: essi s'impegnano con il voto che proferiscono, e senza timore di contravvenire alla legge umana, a darsi l'uno all'altro, senza rifiutarsi, se vengono richiesti... ». Con queste parole il re Filippo IV giustifica l'arresto in massa, all'insaputa del papa, dei Templari nelle commende francesi, avvenuto all'alba di un terribile venerdí del 13 ottobre 1307. Quasi tutti i monaci sono imprigionati, compreso il maestro Jacques de Molay, tutti i beni dell'ordine saccheggiati insieme al tesoro e ai documenti. Incatenati, isolati dalla vita conventuale, torturati, sottoposti a inaudite violenze fisiche e morali, i monaci- cavalieri sono rinchiusi nel castello di Chinon, insieme ai dignitari dell'ordine, tra cui, appunto, de Molay. Le loro condizioni fisiche precarie impediscono il trasferimento al fine di essere interrogati direttamente da papa Clemente V, anch'egli gravemente malato e sempre pi ù sottomesso alle strategie politiche del re di Francia. «Le eresie e i peccati che ci vengono attribuiti non sono veri. La regola del tempio è santa, giusta e cattolica. Sono degno della morte e mi offro di sopportarla, perchè prima ho confessato, per la paura delle torture, per le moine del papa e del re di Francia... ». Dopo queste parole di ribellione e di grande coraggio, Jacques de Molay, insieme a Geoffroy de Charny, precettore di Normandia, viene bruciato sul rogo come eretico il 18 marzo del 1314, a Parigi, sull'isola della Senna, davanti ai Giardini reali: il re si raccomanda di usare fascine di legno verde al fine di prolungare il martirio. Quell'anno muoiono anche Filippo il Bello e Clemente V, possiamo quasi dire per contrappasso. Prima di andarsene, il papa fa in tempo a sciogliere l'Ordine dei Templari, al Concilio di Vienne, attraverso la bolla «vox in excelso» e i cavalieri dal bianco mantello abbandonano ufficialmente la scena. Tutti i beni sono confiscati e fatti confluire nell'Ordine degli Ospitalieri. La storia ci ha trasmesso che i Templari sono istituiti per la difesa del pellegrino, ma qualche studioso ipotizza che il vero obiettivo sia la ricerca di materiale esoterico: il santo Graal, la sindone, l'arca dell'alleanza o magari manoscritti che minacciavano le basi fondamentali della religione cristiana. Ci si domanda ancora se sia esistito un ramo occulto del Tempio, un gruppo di iniziati che detenesse il Sapere Supremo. E qualcuno sostiene che il vero tesoro templare esista ancora e che possa trovarsi in Scozia, in Italia, o a Rennes le Chateaux. E il Santo Calice è realmente esistito o è sempre stato solo il simbolo di un prezioso tesoro interiore? I misteri nella storia Templare sono tanti e in parte davvero irrisolti, è proprio per questo che affascinano ancora molti di noi. E' lecito chiedersi perchè tutti i cavalieri siano stati annientati. La risposta forse è molto semplice: i loro tesori terreni e il loro carisma.