Repubblica, ed. di Torino 10.12.04
In Piemonte 43mila schizofrenici. "Ma è un male che si può curare"
"Non bisogna nascondere i primi sintomi"
di ALBERTO CUSTODERO
In Piemonte troppe persone ancora pensano che un malato di schizofrenia sia un soggetto pericoloso che possa provocare guai a sé e agli altri e rovinare la famiglia in cui vive. È quanto è emerso da un´indagine conoscitiva commissionata da un'industria farmaceutica, la Bristol-Myers Squibb e realizzata dalla Burson-Marsteller. Il grave pregiudizio che esiste ancora nella società nei confronti delle persone colpite da malattia mentale, ha osservato il presidente della Società italiana di psichiatria, Carmine Munizza, «crea problemi di re-integrazione ai pazienti e, quel che è più grave, spesso ritarda i tempi della diagnosi». «Da quando su un soggetto si manifestano i primi sintomi - ha aggiunto Munizza - alla prima diagnosi di patologia passano talvolta anche 4 o 5 anni. E questo perché le famiglie, temendo lo "stigma" o il pregiudizio che grava sulla malattia, evitano fino all'ultimo di ricorrere ai servizi psichiatrici. Ma quando lo fanno, è sovente troppo tardi». L'indagine conoscitiva ha confermato che in Piemonte 43 mila persone soffrono di disturbi psichiatrici e sono seguite dai dipartimenti di salute mentale. Il 25-30% ha i sintomi della schizofrenia grave: allucinazioni, deliri ossessioni, voci che arrivano da una realtà parallela. L'indagine ha fotografato gli aspetti socio-culturali della malattia mentale, intervistando i diversi «attori» che a vario titolo ne sono coinvolti: i pazienti, gli psichiatri, i familiari, il grande pubblico, autentico termometro», quest'ultimo, per misurare l'impatto sociale della malattia. Dall'indagine è emerso anche che una delle esigenze più sentite dai pazienti è quella di disporre di terapie che consentano una buona qualità della vita. Il Piemonte può contare su 25 Dipartimenti di salute Mentale strutturati in Servizi Ospedalieri di diagnosi e cura (23), centri di salute mentale (64), day-hospital (19), centri diurni (24) e strutture residenziali (5), mentre il personale dedicato ammonta a 2.411 figure sanitarie tra psichiatri, assistenti sociali, infermieri professionali ed amministrativi. L'indagine conferma che le maggiori difficoltà per un paziente affetto da schizofrenia riguardano ancora il recupero della vita sociale.
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