venerdì 17 dicembre 2004

sinistra
crisi nella GAD: rinviato il vertice
D'Alema vuole decidere lui,
ma Bertinotti non cede

aprileonline.info 17.12.04
Regionali, Prodi costretto a rinviare il vertice. È crisi acuta nella Gad
Alla fine Romano Prodi ha dovuto far saltare il vertice dalla Gad previsto per questa mattina.

Il giro di consultazioni svolto ieri è andato male. Musi lunghi all'uscita da piazza Santi Apostoli, dove Prodi ha il suo ufficio. Franco Marini preconizza: domani non si risolverà nulla. Infatti.
I termini della questione sono noti. Lo scoglio più grosso, insieme alle bizze mastelliane sulla Basilicata, rinfocolate dalla bagarre andata in scena in aula l'altro giorno, è rappresentato dalla Puglia, dove Rifondazione non molla su Nichi Vendola. Proprio ieri dalla Margherita sono trapelate ampie disponibilità ad accogliere la candidatura del deputato di Terlizzi. Ma D’Alema, che in una intervista pubblicata oggi sull’Espresso si autoassegna il compito di «paciere» dentro la coalizione, taglia corto: «si accontentino di un assessorato importante, la presidenza è impossibile». Frase che ha fatto infuriare lo stesso Vendola («basta ipocrisie, è lui che ha messo il veto contro di me») e Franco Giordano, capogruppo del Prc alla Camera, che segue per il suo partito le trattative: «D’Alema sbaglia e in ogni caso noi aspettiamo Prodi». Così il ruolo di paciere è tramontato prima di sorgere. E il Prc, malignamente, fa sapere che se fosse scelto Boccia e questi perdesse, a perdere in realtà sarebbe D’Alema. Che mette le mani avanti: «Nella mia Puglia la situazione è a rischio» per le liti tra i partiti. Come se lui non c’entrasse nulla.
Del colloquio intercorso ieri tra Piero Fassino e Prodi, invece, non trapela molto. «Hanno parlato del rinvio alle camere della riforma dell’ordinamento giudiziario, della finanziaria e dei problemi noti» dicono, abbottonatissimi, in casa Ds.
Dopo il segretario della Quercia, il leader della Gad ha visto Marini, che uscendo si è detto scettico sulle possibilità che il vertice che doveva tenersi oggi potesse sciogliere i nodi. A chi gli chiedeva se si troverà soluzione a tutte le incognite il “lupo marsicano” rispondeva laconico: «Non solo in grado di dirlo». Infine è stata la volta di Nicola Mancino.
A pranzo il professore aveva consultato i suoi (Bordon e Monaco) prima di immergersi nel tour de force. Dal quale non è uscita alcuna soluzione. Ciò che rimane in piedi, però, è il principio. Rifondazione e Udeur dovranno avere un candidato ciascuno. E per sottolineare la cosa, Mastella e Bertinotti facevano sapere che non si sarebbero presentati all'appuntamento. Un motivo in più per rinviare il vertice.
La mossa potrebbe (vorrebbe) servire a far decantare le tensioni. Lunedì si riuniranno i grandi elettori in Puglia (il margheritino Boccia può contare sui 2/3 dei voti). Non è un mistero che Prodi avrebbe già indicato Vendola se non fosse per i Ds, e che la Margherita è ben disposta a far fare un passo indietro al “suo” Boccia.
Ma a questo punto quando la Gad si riunirà a Roma, a Bari ci sarà già stata una pronuncia pesante che non potrà non avere ripercussioni sugli equilibri nazionali. Questo, insieme alla minaccia di Mastella di uscire dall'Alleanza, fa precipitare la situazione della coalizione.
Oramai è crisi dentro la Gad. Mentre la maggioranza fa a pezzi il Paese, l'unico baluardo che resiste pare essere il Colle.