martedì 25 gennaio 2005

Corriere della Sera 25.1.05
DONNE E UOMINI
Nuova parità: l’intelligenza
Le anticipazioni di un lavoro scientifico americano
Una nuova parità tra uomo e donna:
di GIUSEPPE REMUZZI

Che ci siano differenze fra il cervello dell’uomo e il cervello della donna è vero. Lo mostra anche un lavoro ancora inedito realizzato da una équipe di ricercatori californiani. Ma i due cervelli, anche se attraverso strade diverse, possono raggiungere le stesse vette.
Ma è proprio vero che la scienza è uomo? (L’ha lasciato intendere il rettore di Harvard, dicendo che in scienza e matematica le donne avrebbero difficoltà). Probabilmente no. Ma che ci siano differenze fra il cervello della donna e quello dell’uomo, questo sì. Un lavoro non ancora pubblicato di ricercatori di Irvine in California dimostra che di cervelli non ce n’è uno solo, ma due: quello della donna e quello dell’uomo, e sono diversi. Nel cervello c’è la sostanza bianca (sede del network di connessioni fra centri che elaborano informazioni), e quella grigia (dove arrivano le informazioni e dove vengono elaborate) collegate fra loro come in un computer. All’intelligenza la donna dedica più sostanza bianca, l’uomo più sostanza grigia. Ma i due cervelli per quanto per strade diverse, possono raggiungere le stesse vette. Ma andiamo con ordine. Se nei processi intellettuali, come sembra, le donne ci mettono dieci volte più sostanza bianca degli uomini e gli uomini molta più sostanza grigia delle donne, può darsi che nelle attività che richiedono una capacità di accumulare e integrare informazioni (dimestichezza con le lingue per esempio) siano le donne a eccellere, ma dove servono più capacità di elaborare le informazioni secondo certe logiche (come per la matematica) la parte del leone la facciano gli uomini. Questo in teoria. Ma c’è di più: gli scienziati di Irvine hanno visto che la sostanza (bianca e grigia) che fa insieme «intelligenza», nella donna sta sulla parte frontale (anteriore) della corteccia cerebrale. Nell’uomo, nel lobo frontale, c’è un po’ di sostanza grigia (di quella dell’intelligenza), ma niente sostanza bianca che invece è distribuita in diverse parti del cervello. Così l’intelligenza della donna è probabilmente più vulnerabile. Un danno al lobo frontale - dove c’è quasi tutto il «cervello intelligente» - può compromettere le funzioni cognitive più di quanto non succeda agli uomini.
Oltre a sottoporre donne e uomini a studi di risonanza magnetica nucleare, i ricercatori della California hanno fatto agli stessi soggetti certi test che misurano l’intelligenza (quoziente intellettuale, dicono i medici). Un computer li ha poi aiutati a correlare i due tipi di informazioni e così hanno fatto delle mappe dell’intelligenza. Che sono molto diverse, molto simili tra loro quelle delle donne, chiaramente diverse (ma di nuovo simili tra loro) quelle degli uomini. Di fatto però tra il quoziente intellettuale delle donne e quello degli uomini non si riusciva a dimostrare nessuna differenza.
L’uscita del rettore di Harvard è stata un po’ provocatoria. Poi si è scusato. Molti (soprattutto donne, ma anche qualche uomo) si sono scandalizzati. Però a qualcuno il dubbio è rimasto. «E se avesse ragione? (E’ un fatto, che ai vertici della scienza ci sono meno donne che uomini. Quante donne ci sono fra i direttori dei grandi giornali scientifici? Quante donne hanno avuto il premio Nobel?)».
In questi ultimi anni però studi di comparazione fra le capacità intellettuali delle donne e degli uomini ne sono stati fatti tanti. Il problema è certamente complesso e la risposta deve per forza essere articolata. Nel 2002 l’Organizzazione per il Commercio e lo sviluppo economico ha studiato 250.000 bambini di 15 anni di 41 Paesi. Qualche volta i maschi vanno meglio in matematica. Ma qualche volta no, e poi ci sono grandi differenze da un paese all’altro. In Giappone per esempio non c’è differenza fra le ragazze e i ragazzi (fra l’altro le ragazze giapponesi sono meglio dei ragazzi di quasi tutte le altre nazioni compresi gli Stati Uniti). In Islanda le ragazze «bagnano il naso» ai ragazzi, regolarmente, in tutte le gare di matematica. In diversi altri Paesi, è vero, i ragazzi vanno meglio delle ragazze, ma se si guarda a chi sbaglia tutte le risposte, sono quasi sempre ragazzi. E sono quasi sempre i ragazzi ad avere difficoltà di apprendimento e deficit di attenzione. È un po’ come se il cervello dei maschi fosse un oggetto un po’ più delicato di quello delle ragazze.
Che ci siano poche donne ai vertici della scienza è un fatto, ma se uno mette insieme tutti questi dati è difficile pensare che dipenda dall’essere, le donne, meno capaci. Si è visto per esempio che certi uomini occupano posizioni importanti in ricerca, senza che abbiano dimostrato grandi capacità in matematica. C’è anche il caso che le donne siano più prudenti, e competano per posizioni di rilievo nell’organizzazione della scienza solo quando si sentono davvero sicure delle loro capacità. Un segreto per avere successo nella scienza è lavorare tanto. Gli uomini ancora oggi hanno meno impegni di famiglia. Forse è questo a fare la differenza. E poi chissà che non avesse ragione Henri Millon de Montherlant (grande autore di teatro, a Parigi, fra le due guerre): «Non c’è nulla di sicuro per l’intelligenza, neppure l’intelligenza stessa».