venerdì 14 gennaio 2005

sinistra
Valentino Parlato sull'assemblea di domani

L'Unità 14.1.05
Valentino Parlato
"IL BISOGNO DI SINISTRA È ANCORA FORTE"
Domani a Roma l'incontro del manifesto


Quali obiettivi deve raggiungere, secondo Valentino Parlato, il convegno organizzato dal Manifesto alla Fiera di Roma sabato prossimo?
Riuscire a dare, attraverso presenze e interventi, una rappresentazione di cosa e la sinistra oggi in Italia. Ecco: una foto realistica dello stato dei fatti sarebbe un risultato positivo.
Obbiettivo polemico rispetto alla sinistra italiana?
Più brutalmente: mentre ci sono tutti questi chiacchiericci su cosa combina o fa la rappresentanza della sinistra, una rappresentanza mentre tutti parliamo di crisi della rappresentanza, va dato il quadro reale di quel che pensano i compagni di sinistra. Spero non vengano solo dirigenti ma anche molti compagni per dire intanto: siamo così, questa e la nostra faccia.
Scusi Parlato, ma lei di quale sinistra parla?
Vede? Mi chiede di che sinistra parlo. Dieci anni fa non me lo avrebbe chiesto perché si sapeva cos'era la sinistra. Oggi non si capisce più.
Non si capisce perché c'è una crisi reale oppure...
Crisi reale. La sinistra ha subito una sconfitta Con la fine dell'Unione sovietica (lo lasci dire a me che sono stato radiato dal Pci perche criticavo l'Urss) e ancora non s'è ripresa. Il fatto che uno storico si affanni a scrivere sull'Unità che la parola socialista non deve essere cancellata è sintomatico. Cosa siamo? trovo positivo che su una rivista come Argomenti umani si dica finiamola con laterza via perché non ha senso. Insomma, la sinistra è in una crisi di orientamento, di obiettivi. Cosa vuole la sinistra rappresentata dai Ds? Un governo un po' meglio.
C'è un dibattito sul numero delle sinistre. Bertinotti sostiene che ne esistono almeno due.
Vecchia tesi di Bertinotti condivisa dai Ds. Io sono stato sempre polemico tanto che ho fatto arrabbiare anche Bertinotti. La tesi delle due sinistre è l'illusione di fare un accordo di duopolio: tu vendi carne, io pesce.
E invece qual è la realtà?
Bisogna accertarla. Per questo facciamo la riunione del 15.
Ci sarà la sinistra radicale, la sinistra della sinistra che ha alle spalle storie di frantumazioni e la cultura del meglio pochi ma buoni. Non s'innescheranno nuove lacerazioni?
Non ho questaa preoccupazione. Penso che tutti insieme per una giornata con ognuno che dice la sua è un bel modo di rappresentarci. Dopo di che si vede cosa fare. È possibile gettare le basi per una rinascita della sinistra? Adesso la sinistra non c'è pìu. L'idea del partito riformista dei Ds è una idea che vuole dissolvere la sinistra. Un passaggio da un partito di classe a uno d'opinione. Possiamo finire tutti nel blairismo? O come cavolo si pronuncia.
Ma la sinistra di Parlato si pone solo il problema della sua ricostituzione o ha anche risposte da dare a classi sociali e paese?
Certo. Non è solo un vediamoci allo specchio. Non vogliamo aggiustarci il trucco, ma fare la politica ha sempre la sua verifica nel che fare.
E che bisogna fare?
Intanto scelte nette di principio. La pace e la guerra. Poi bisogna chiedersi: il lavoro c'e ancora? lo ritengo di sì, ma è nascosto. Della classe operaia non parla più nessuno. Ecco, ridare presenza e soggettività al lavoro. Nel '55 ci fu la sconfitta alla Fiat perché era finito l'operaio di mestiere ed era arrivato l'operaio massa. Oggi siamo di fronte a un cambiamento ancora più importante. È il punto da affrontare. Perché, se il lavoro è finito non me ne frega niente essere di sinistra, cerco di fare i soldi e basta.
Ma secondo lei qual è il male oscuro della sinistra?
Nasce dalle trasformazioni della società. Trasformazioni che la sinistra non ha capito. Tutti abbiamo difficoltà a capire e allora ci si adatta alla politica politicante. La politica è ridotta alle sue stanze: che dicono quelli della Margherita o quegli altri dei Ds? Il male oscuro è la perdita di rapporto con la società. Da qui la crisi della democrazia e le sciocchezze come le primarie che sono una americanizzazione stupida, non intelligente, dello spettacolarismo.
Parlato, l'impressione è che per lei la sinistra si trovi in una crisi teorica e non in una crisi determinata da processi reali.
La crisi è dovuta a processi reali che hanno rotto alcune categorie di interpretazione e non si fa un ragionamento nuovo. La sinistra è quella che vuole uscire dal capitalismo, questo è il punto.
Domanda radicale: i processi reali che investono la società implicano ancora bisogno e spazio di sinistra?
Secondo me, sì. In un bel libro di Pierluigi Ciocca, Il tempo dell'economia, c'e un grafico dal 1820 al 2004. Racconta com'e andato il reddito e come l'eguaglianza nel mondo. Il reddito è cresciuto, la diseguaglianza pure. Siamo molto più diseguali di quanto non lo fossimo.