martedì 15 febbraio 2005

disturbi alimentari

Repubblica Torino 15.2.05
Quando il cibo è un problema
Aperto alle Molinette un reparto per i disturbi alimentari
Un problema che riguarda 6400 piemontesi e in particolare le ragazze: sottopeso 19 su 100
È il primo in Italia per la prevenzione e la cura dell'anoressia e della bulimia
Daniele Diena

L'angoscia d'aumentare di peso è tale che altera addirittura l'immagine corporea, fino a far vedere il grasso che non c'è. Sono i segnali dell'anoressia nervosa, disturbo del comportamento alimentare che porta a ridurre drasticamente il cibo ingerito fino ad arrivare, nei casi più gravi, a pericolosi digiuni. Insieme al suo opposto, la bulimia, caratterizzata invece da una fame insaziabile che spesso nasconde un'inconscia disistima di sé che porta appunto a colmare il senso d'inadeguatezza con grandi abbuffate, rappresenta un serio problema per 6400 piemontesi, 5000 dei quali sono bulimici e 1400 anoressici. Un tipico problema d'origine psicologica che riguarda soprattutto le ragazze (tra i 10 e i 34 anni la fascia d'età più colpita): ne soffrono infatti 7 su 100, contro l'1% dei maschi, e, stando ad un recente studio compiuto nelle scuole superiori piemontesi, addirittura 17 su 100 risultano sottopeso.
Per affrontare al meglio questo problema emergente è stato aperto alle Molinette il primo reparto italiano dedicato alla cura e alla prevenzione dei cosiddetti "disturbi del comportamento alimentare". Diretto dal professor Secondo Fassino, psichiatra, il centro, ideato su un modello londinese, rappresenta la prima realtà sanitaria che raggruppa sotto lo stesso tetto l'attività ambulatoriale, quella di day hospital e l'area di degenza riservata ai casi più gravi che rappresentano il 15-20% del totale. Successivamente un day hospital psichiatrico per i disturbi alimentari sarà abbinato al centro, cui già oggi afferiscono specialisti in dietologia, nutrizione clinica, endocrinologia e malattie del metabolismo. Innovativo anche il percorso terapeutico, studiato in modo da arrivare ad una cura personalizzata per ogni paziente.
Ma come succede che un giovane arrivi a questi disturbi? «All'origine dell'anoressia nervosa possono esserci alterazioni neurobiologiche, ma molto più spesso si deve all'inadeguatezza delle dinamiche interfamiliari, inoltre s'è visto che frequentemente s'accompagna a certi tratti ben precisi del carattere» dice Fassino, che era anche relatore di un convegno sull´argomento che si è tenuto nell´aula magna delle Molinette. Vediamo allora come si riconosce la futura anoressica. «È una perfezionista - dice Fassino - e una ragazza con un'esagerata preoccupazione d'evitare le situazioni per lei negative. Inoltre ha un'"Io" debole, è scarsamente autodeterminata e molto dipendente dai modelli esterni. Infine è condizionata, nell´inconscio, da una scarsa autostima».
Come evitare la trappola dell'anoressia e della bulimia? Gli esperti dicono che, problematiche personali a parte, aiuta molto a prevenire l'avere un corretto stile di vita e quindi d'alimentazione. «Questo vuol dire - spiega il dottor Giuseppe Maffi, dirigente del servizio e nutrizionista - che bisogna mangiare il giusto a tavola, sia come nutrienti che come quantità, non ridurre mai drasticamente le porzioni di cibo e soprattutto non usarlo come se fosse un farmaco». Che significa? «Significa che non si deve ricorrere al cibo come ad un sedativo o un antidepressivo per calmare l'insoddisfazione personale». E, per cambiare musica, non scordare di fare un po' d'attività aerobica: 40 minuti 4-5 volte a settimana ottimizzano il fabbisogno energetico e compensano gli eccessi alimentari.