martedì 15 febbraio 2005

sogni
una mostra d'arte ungherese a Roma

Il Messaggero Martedì 15 Febbraio 2005
A Palazzo Falconieri la mostra di cinque artisti ungheresi tra fine ’800 e inizi ’900
La forma dei sogni in sessanta opere
di Fabiana Mendia

All'alba del XX secolo un gruppo di intellettuali ungheresi viene sollecitato dal pensiero occultistico ed esoterico e da Freud, comprende che per raggiungere la totale libertà di creare e rappresentare una realtà superiore è fondamentale esplorare alcune forme d'associazione fino a quel momento trascurate: l'onnipotenza del sogno, il gioco disinteressato del pensiero. Tivadar Csontvàry Kosztka, Lajos Gulàcsy, Anna Lesznai, Gyula Tichy e Attila Sassy sono tutti d'accordo a riconoscere la validità di modelli non presi dal mondo esterno, ma dall'interiorità. Rappresentano l'invisibile e con questa intuizione precedono di un paio di decenni Breton e i surrealisti che pubblicano il loro Manifesto nel 1924 a Parigi.
Le sessanta opere di Sogni Dipinti- Favola. Visione e sogno dell'arte ungherese 1890-1920 , esposte a Palazzo Falconieri, offrono una suggestiva e magica esperienza di conoscenza e contatto percettivo con la vita interiore e la sensibilità dei cinque protagonisti, che riescono a coinvolgere profondamente. C'è colore, estrema libertà nella stesura pittorica, attenzione alle componenti narrative, evocative e introspettive. Ma nonostante alcuni comuni denominatori, i giovani sognatori seguono percorsi paralleli, ma le loro ansie, paure, sentimenti, espressi con segni e forme diverse, li portano a dipingere una nuova armonia.
Kosztka e la Lesznai ambiscono a raggiungere un'identità primordiale e a riconoscere nel sogno il mezzo per tornare all'Eden. Il primo cerca però anche "grandi motivi"oltre l'esperienza onirica, ha voglia di cercare il colore e la luce, per cui compie alcuni viaggi in Italia, nel Mediterraneo, in Medio Oriente e nell'Africa Settentrionale. Sicuramente, per Kosztka il soggiorno a Roma (1881-82) ferma nella sua memoria l'esperienza diretta di Raffaello e la scoperta dei nazareni e dei preraffeilliti, interessante per la commistione tra sacro e profano.
Anna Lesznai scrive, dipinge e disegna le favole, insieme all'amico Gulàcsy. Il loro mondo si chiama "NàConxypan". Nell'opera grafica "Il viaggio della piccola farfalla a Lezna e nel vicino Regno delle Fate" (del 1913) si racconta di un viaggio per raccogliere la polvere di sogno da portare via.
La prima guerra mondiale ridimensiona il mondo dei sogni, delle fate e delle farfalle dei giovani artisti ungheresi. Alcuni non riescono più a volare: Gulàcsy si ammala di schizofrenia a Venezia alle prime notizie del conflitto, Kosztka diventa psicotico. Gli altri lentamente perdono l'equilibrio dell'anima. Ma di loro restano: Ultime illusioni, Sogni d'oppio, Estasi, le fiabe di un calamaio, Idillio, Mandorlo in fiore, Giardino antico, Rococò, Minuetto, Il sogno del fumatore d'oppio.

(Accademia d'Ungheria, palazzo Falconieri, via Giulia 1, Info: 06-6889671).