domenica 27 marzo 2005

capacità giuridica

La Stampa 27 Marzo 2005
GIUDICATO CAPACE DI INTENDERE E VOLERE IL BARISTA CHE COLPÌ LA DONNA DAVANTI ALLE FIGLIOLE
Uccise la moglie perché voleva lasciarlo

E’ stato giudicato capace di intendere e volere Pasquale Luongo, il barista che lo scorso settembre uccise la moglie a forbiciate sotto gli occhi delle piccole figlie. Accadde a Nichelino, in un alloggio di via Torino 48. Dietro l’angolo del bar che l’uomo gestiva e che il padre gli aveva aperto con il denaro della liquidazione, dopo essersi licenziato dalla Fiat proprio per quel motivo. Al perito nominato dal giudice Claudio Ferrero, lo psichiatra Elvezio Pirfo, l’uxoricida ha parlato spesso della gratitudine verso la figura del padre. «Io non avevo voglia di studiare, grazie a mio padre avevo potuto metter su famiglia». Lo specialista ne ha dedotto che il genitore prese sulle sue spalle le responsabilità del figlio, appianandogli le difficoltà della vita finché gli fu possibile. E quando Pasquale si è trovato di fronte alla volontà della moglie di separarsi ha vissuto la sua prima vera sconfitta. Per Pirfo, l’omicida ha una personalità debole e dipendente: un uomo che accumulava aggressività e di fronte al primo vero muro della vita l’ha scaricata contro quel muro, rappresentato dalla moglie.
«Ho rovinato la vita mia e delle mie figlie», ha ripetuto Pasquale Luongo allo specialista. Non gli hanno fatto più incontrare le due bambine che videro tutto e cresceranno, diventeranno donne, vivranno la vita adulta con quell’ultimo ricordo della mamma, agonizzante nel sangue, colpita al ventre, al collo, più volte.
Le piccole sono state affidate ai nonni materni, sono seguite e curate con amore. Nel procedimento penale i genitori e la sorella di Deborah Narcisi, la vittima, hanno deciso di costituirsi e all’incidente probatorio di venerdì si sono fatti assistere dai legali Paolo Chicco e Cristina Rey. L’avvocato Anna Ronfani è stato nominato dal tribunale curatore delle bambine.
Dieci anni fa Pasquale, allora di 27 anni, aveva messo incinta Deborah che non aveva nemmeno 17 anni. Si sposarono in gran fretta. Scovare un secondo uomo, dopo l’omicidio, è stato banale. «La verità - dice adesso l’avvocato Chicco - è che Luongo uccise la moglie quando si trovò di fronte a qualcosa di più del fantasma della separazione: la lettera dell’avvocato di lei che gli comunicava l’avvio della causa».
Pirfo indica anche «tratti di impulsività» presenti nella personalità di Pasquale ma, senza l’anamnesi dei rapporti dell’uomo con la famiglia d’origine e in particolare con il papà, apparirebbe ancora più brutale e cieco il gesto di un uomo scagliatosi contro la moglie davanti alla proprie figlie. Per finirla a forbiciate. Toccherà ora al pm Eugenia Ghi chiudere l’inchiesta e all’avvocato Aldo Albanese, difensore dell’uxoricida, aggrapparsi all’idea di un uomo